A Mendrisio dopo l'ex Jelmoli si è pronti a ridare identità allo spazio urbano con piante e panche modulari. Sarà una soluzione temporanea
Piante... mobili e panchine modulabili capaci di restituire uno spazio da plasmare di volta in volta. L’arredo immaginato dalla Città per (ri)dare un’identità a Piazza del Ponte nella sua fase transitoria sembra fatto apposta per invogliare i mendrisiensi a riprendere confidenza con quella parte di territorio. Un comparto, di fatto, dentro il ‘cuore’ del Borgo eppure estraneo alla quotidianità condivisa della cittadinanza. Con la sistemazione temporanea progettata dal Municipio – con la consulenza dell’architetto Otto Krausbeck – si ha tutta l’intenzione di voltare pagina e mutare scenario. Demolito il palazzo ex Jelmoli (come da volere popolare), ecco spuntare, insomma, l’opportunità (spaziale innanzitutto) di fare largo al mercato, di ospitare una proiezione cinematografica o un maxischermo calcistico o, in tutta semplicità, offrire una scusa per incontrarsi in un ‘bosco’ alberato. A giugno, una volta ultimati i lavori – a cominciare dalla posa del manto d’asfalto prevista dopo la Pasqua – tutto ciò sarà possibile.
E anche di più, lascia già intuire il capodicastero Costruzioni Daniele Caverzasio. «Stiamo pensando – ci dice – di promuovere un ‘Filanda contest’ – un concorso, ndr –, coinvolgendo i bambini e chiedendo loro di disegnare su un foglio la ‘loro’ piazza; che potrà poi essere arredata per un certo periodo sul modello delle proposte grafiche. La volontà, del resto, è chiara: trasformare quella che era una piazza di giro per le auto in una piazza a misura delle persone. Quelle stesse persone – rilancia Caverzasio – chiamate, poi, a farla vivere». Insomma, si è riguadagnato uno spazio che di sicuro non resterà vuoto di contenuti. «Siamo aperti, infatti ai suggerimenti e alle iniziative di cittadini e associazioni. E qualche interessato con delle richieste – ci anticipa – si è già fatto avanti».
La soluzione temporanea, in ogni caso, non è che il primo passo verso la riqualifica dal comparto. Come dire che bisognerà mettere mano (di nuovo) alla pianificazione, in prima battuta bocciata sul nascere (con l’idea di costruire una torre al posto dell’ex Jelmoli) da un referendum. Quali saranno i tempi del bando di concorso? «Allo stato attuale – spiega Caverzasio – è difficile indicare una tempistica. Per qualche anno avremo una piazza provvisoria». Visto dai servizi cantonali, il vuoto urbano lasciato dallo stabile abbattuto andrà in qualche modo riempito, nonostante il parere della cittadinanza (contraria ad altre edificazioni). Traspare fra le righe del preavviso (favorevole) staccato l’aprile di un anno fa al seguito della demolizione e del progetto transitorio. L’Ufficio dei beni culturali ribadisce, in effetti, come “tale comparto merita la massima attenzione e dal punto di vista storico occorrerebbe costruire, possibilmente in tempi brevi e in corretta relazione con i vari elementi esistenti”. Una posizione che... spiazza un po’. «Di sicuro nei prossimi mesi dovremo fare una riflessione in merito, coinvolgendo tutti gli attori in campo – ci risponde il capodicastero –. Dovremo capire il da farsi. In vista del bando i grandi temi saranno, infatti, i posteggi, la circolazione stradale – che ora si inizierà a moderare, mantenendo dei posti auto, ndr – e se lasciare o meno uno spazio vuoto». E quest’ultimo sarà un nodo cruciale: il passato insegna.
Il primo traguardo – la sistemazione temporanea –, comunque, è a portata di mano, e per Caverzasio è motivo di soddisfazione. La strada per arrivarci è stata, a tratti, in salita. Anche la demolizione della soletta del piano terreno – non prevista, all’inizio, dalla licenza edilizia – ha suscitato gli interrogativi del consigliere comunale dei Verdi Tiziano Fontana. ‘Sanato’ da una notifica di costruzione a posteriori (avallata come prassi pure dai servizi cantonali), l’intervento, come illustrato nella richiesta edilizia e sottolineato dal Municipio, è stato motivato dalle “diverse criticità strutturali” paventate da una demolizione complessa. Un’operazione che ha presentato non poche difficoltà, riscontrate “solo durante i lavori di bonifica – dall’amianto, ndr – e di smontaggio degli elementi costruttivi”. La sicurezza di un cantiere in pieno centro urbano – avviato a ottobre 2018 e concluso alla fine del gennaio scorso –, e a confine con la strada cantonale, ha convinto a modificare i piani cammin facendo. Nella sostanza, tiene a ribadire l’esecutivo, “la sistemazione finale provvisoria planimetrica di Piazza del Ponte, con o senza la soletta del piano terreno dell’edificio ex Jelmoli – ma conservando in parte i muri interni e lasciando sul sito “materiale di demolizione inerte, vagliato e bonificato”, ndr –, non si differenzia dalla proposta progettuale oggetto delle domande di costruzione”. Quanto ai costi – il budget, tutto compreso, era di 650mila franchi – hanno rispettato le previsioni.