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Lugano: cresce il consumo di droga, ma l’austerità impone tagli

Preoccupa in particolare la diffusione del crack. Il Municipio tuttavia, per risparmiare, non finanzierà l’apertura del centro di Ingrado al sabato

In sintesi:
  • Non solo aperitivi e francobolli: anche la socialità è toccata dalle misure di risparmio luganesi
  • L’esecutivo sospende quindi in attesa di tempi finanziariamente parlando migliori una decisione votata dal Consiglio comunale
  • Intanto, si assiste a un aumento dell’abuso di sostanze stupefacenti in città
Svizzera, Lugano compresa, in piena ondata di consumo di crack
(Ti-Press)
12 novembre 2024
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L’ombra dell’austerity che sta avvolgendo Lugano tocca anche il sociale. Non solo aperitivi e francobolli dunque, ma anche una sfera più delicata dovrà fare i conti con la tribolata situazione finanziaria della Città. Una delle principali misure di risparmio decise dal Municipio in quest’ambito la leggiamo nel messaggio per il Mandato 2025-28 conferito a Ingrado, attualmente al vaglio del Consiglio comunale (Cc). Il Centro di accoglienza diurno (Cad) a Viganello non verrà infatti aperto anche di sabato, così come chiesto – e votato – dal legislativo, e dalla Fondazione attiva nel contrasto alle dipendenze stessa. Perché? «Costerebbe troppo e in questo momento i soldi non ci sono», ci spiega il capodicastero Socialità Lorenzo Quadri. Eppure, il momento è particolarmente delicato non solo per le finanze ma anche per quanto riguarda la diffusione della droga, con aumento generale del consumo e un’impennata del crack in particolare.

L’importanza della prossimità

Il Mandato in questione, con decorso – verosimilmente retroattivo, visti i tempi della politica – dal 1° gennaio prossimo, prevede una spesa di 195’000 franchi annui per quattro anni. Di questi, 151’000 sono a carico di Lugano e i restanti 44’000 di alcuni Comuni limitrofi (Canobbio, Collina d’Oro, Massagno, Paradiso, Porza e Sorengo) con 2 franchi per abitante. La Città è mandante e rappresentante di tutti i Comuni coinvolti. Con questo denaro viene coperto il 180% del tempo di lavoro dei tre operatori di prossimità di Ingrado. «È una collaborazione in atto da anni, con soddisfazione da entrambe le parti – sottolinea Quadri –. Certo, non risolve tutti i problemi. Sappiamo che il mercato della droga si evolve, compaiono nuove sostanze talvolta particolarmente nocive. Quindi è importante orientarsi sulle necessità del momento in modo flessibile e proattivo. Di particolare importanza è il lavoro degli operatori di prossimità, come pure del Cad di Ingrado a Viganello. Lì si offre accoglienza a bassa soglia, si risponde anche a bisogni di tipo medico, con personale specializzato».

‘Il Cantone si è completamente defilato’

Proprio il Cad sarebbe dovuto essere potenziato, con il rinnovo del contratto. Il tema era già emerso nel 2019, ma è poi stato sospeso a causa del Covid ed è stato rilanciato nel 2023 con una mozione della Sinistra – primo firmatario: l’attuale municipale Raoul Ghisletta –, che è di fatto stata accolta in Cc. Il Municipio deve quindi dar seguito all’istanza votata, ma non lo farà. Almeno per ora. «Quest’esigenza nasce dal fatto che il Cantone si è completamente defilato dal suo compito di prossimità in quest’ambito, portando avanti una politica che predilige il mantenimento dei tossicodipendenti negli appartamenti – osserva Quadri –. Il risultato è che quando il Cad è chiuso, queste persone non hanno un punto di riferimento, cosa che invece avrebbero bisogno anche nel fine settimana».

Un giorno in più nel weekend ‘costerebbe 200’000 franchi in più all’anno’

La richiesta quindi è giustificata. «Sì. Ma garantire un’apertura anche il sabato causerebbe un aggravio dei costi. Soldi che in tempi di misure di risparmio non ci sono. Quindi per il momento, fino a quando non ci sarà un quadro chiaro sulle misure di risparmio, il Municipio ha deciso di sospendere l’attuazione di quest’apertura». Di quanti soldi in più parliamo? «Di 204’000 franchi in più all’anno, interamente a carico della Città fatta eccezione per una possibile copertura da parte della Lamal. Ma nella migliore delle ipotesi non si sarebbe scesi sotto i 170’000 franchi. Contributi cantonali non sono previsti». Il municipale sottolinea che si tratta di una scelta anche politica. «Se ci fossero i soldi, avremmo già dato seguito alla volontà del Cc. In questo contesto, e lo dico a titolo personale, preferirei spendere questi 200’000 franchi per un servizio che vada a beneficio dell’intera popolazione o di tutti quelli in difficoltà, non solo dei tossicodipendenti, ad esempio con l’assunzione di due assistenti sociali in più».

L’ondata di crack iniziata nel 2023 si sta confermando anche nel 2024

Eppure, il contesto storico è particolarmente caldo sul fronte della droga. Ce lo dice il Rapporto di attività di Ingrado del 2023 e ce lo conferma il vicedirettore operativo di Ingrado Marcello Cartolano. «A livello di tendenze, il 2024 ha confermato quanto abbiamo iniziato a vedere già nel 2023. La dipendenza da alcol rimane una delle problematiche principali, ma diciamo in una dimensione gestibile: il numero di casi è costante. Il grosso cambiamento riguarda l’impennata nel consumo di cocaina, soprattutto fumata, quindi il crack. A Lugano quest’ondata non la si nota per ora tanto nella scena aperta, quanto per la diffusione tra le persone che già precedentemente avevano una problematica di consumo». Come mai questo ‘successo’ del crack? «Uno dei motivi principali è il fatto che l’Europa sia invasa dalla cocaina, Svizzera e Lugano comprese. Inoltre, è una droga che spesso viene banalizzata: viene intesa come sostanza per il weekend, ma che invece viene spesso utilizzata anche in settimana e questo ce lo dicono le analisi delle acque reflue».

In Ticino ci sono diverse ‘crackhouse’

Una banalizzazione che porta a una diffusione su larga scala. E a diversi problemi. «Il problema legato al crack è che innesca molto velocemente la dipendenza. Rende le persone agitate, nervose, anche aggressive, comportamenti che rischiano di mettere in moto altri fenomeni sociali. La cocaina è notoriamente uno stimolante e fumata ha un effetto ancora più immediato rispetto a quando viene sniffata. L’effetto piacevole dura molto poco». Cartolano precisa che al momento la scena aperta è sotto controllo grazie alla buona collaborazione con Comuni e polizie, con la Città di Lugano in particolar modo, e anche perché il fenomeno si è largamente spostato negli appartamenti. Ed è un problema: «In Ticino ci sono vere e proprie ‘crackhouse’, dove si consuma questa sostanza. Sono luoghi nei quali è difficile intervenire. Ma è molto complicato interfacciarsi con questi consumatori, perché le finestre di lucidità sono brevi». Un altro problema è dato dal fatto che non esistono delle risposte farmacologiche che possano valere da terapia sostitutiva, come per il metadone con l’eroina, per esempio.

Stanza del consumo? Tempi non maturi, politicamente e finanziariamente

Cosa fare dunque? «Stiamo cercando di adeguare le nostre strategie. A livello svizzero si discute molto della riduzione del danno, ovvero elaborare approcci che permettano di intercettare queste persone, dar loro un sostegno e aumentare la sicurezza loro e della cittadinanza. L’accoglienza nei centri a bassa soglia non è una soluzione adeguata, perché queste persone necessitano di un consumo costante. Le città svizzere che sono dotate di una stanza del consumo hanno sicuramente uno strumento in più per affrontare questo fenomeno, per evitare che si espanda negli appartamenti o come scena aperta. La riduzione del danno naturalmente è sempre una questione delicata, che per essere applicata richiede dei compromessi». L’eventualità di una stanza del consumo era stata tematizzata dalla capodicastero Sicurezza Karin Valenzano Rossi a inizio anno, ma i tempi a sud delle Alpi non sembrano maturi né politicamente né finanziariamente.

Policonsumo e cocaina i problemi principali

Intanto, come detto, il consumo di droga in città aumenta. Nel 2023 il numero di casi seguiti dal consultorio di Ingrado ha toccato 568 unità, rispetto alle 526 del 2022 e alle 504 del 2021. Al primo posto ci sono i casi di policonsumo, ossia l’utilizzo caotico e distruttivo di più sostanze in contemporanea, che sono stati 218 (159 a Lugano e 59 a Chiasso), seguiti da quelli legati all’abuso di cocaina, 142 (109 a Lugano e 33 a Chiasso). Seguono a notevole distanza i dipendenti da alcol (56, 43 dei quali a Lugano), canapa (48, 35 a Lugano), gli astinenti (42, 31 a Lugano), i dipendenti da oppiacei ed eroina (28, 20 a Lugano), quelli solo da metadone (21, 19 in città). L’abuso di farmaci (12 casi seguiti, 8 a Lugano) è ancora relativamente basso ma in crescita. Nel corso dell’anno il Cad ha aperto 246 giorni con il passaggio totale di 9’252 utenti, per 5’710 pasti serviti. Una media giornaliera tutt’altro che indifferente: 38 utenti e 23 pasti serviti. Un aumento del 26% rispetto all’anno precedente.

‘Con risposte parziali c’è il rischio di dover ricorrere a decisioni urgenti’

Il contesto dunque è di crescita dei consumi. Però, per ora niente stanza del consumo né tantomeno estensione dell’apertura del Cad di Viganello. Gli operatori di Ingrado potrebbero trovarsi a breve termine in difficoltà nella gestione delle dipendenze? «Rispetto al 2019 (ovvero alla prima richiesta di aprire il Cad anche nel weekend, ndr) le cose sono cambiate. È aumentato il policonsumo e poi è arrivata l’ondata del crack. È cresciuta la complessità del fenomeno in generale. Abbiamo quindi dovuto rivedere la nostra offerta iniziale, con un leggero aumento dal punto di vista dei costi, per garantire la sicurezza e un’adeguata presa a carico», spiega Cartolano. «Dal nostro punto di vista l’apertura del Cad al sabato è necessaria e infatti l’abbiamo accolta. La sospensione è una scelta politica, che comprendiamo in questo contesto. Immaginare però di gestire un fenomeno così complesso con risposte parziali non è una soluzione nel medio periodo. Per un certo tempo potrà dare qualche frutto ma il rischio è che siano necessari interventi di riduzione del danno incisivi. Altre Città svizzere si sono ritrovate nell’urgenza di prendere decisioni e quindi fare degli investimenti a causa della forte crescita del fenomeno delle dipendenze. Non è escluso che possa capitare anche a Lugano».

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