Luganese

Stesse armi contro le droghe, anche se il fenomeno cresce

Nessun potenziamento del servizio di Ingrado, mentre la Città di Lugano approfondisce l'opzione di introdurre le stanze del consumo, come a Coira

Nella foto, un tossicodipendente prepara una dose di eroina in una siringa
(Ti-Press/Archivio)
27 marzo 2024
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Non c’è all’orizzonte nessun potenziamento del servizio di prossimità di Ingrado, né del centro d’accoglienza diurno (Cad), per renderlo accessibile anche nei fine settimana, come decise il Consiglio comunale adottando una mozione. Nemmeno di fronte a episodi di cronaca che evidenziano la crescita, sia dal punto di vista quantitativo che per la complessità dei singoli casi, del fenomeno della tossicodipendenza. Ha risposto sostanzialmente così martedì sera durante la seduta di Consiglio comunale, il Capodicastero formazione, sostegno e socialità di Lugano Lorenzo Quadri all’interpellanza interpartitica (primo firmatario Edoardo Cappelletti, Pc). Un’interpellanza che ha fatto emergere, da un lato, i dati di una progressiva crescita dell’utenza raggiunta dal servizio (da 225 nel 2016, a 248 nel 2017, a 263 nel 2018 fino a 319 nel 2019); dall’altro, si evidenziava un deterioramento del quadro sanitario e sociale degli utenti, che si rifletteva in un gravoso aumento dei casi di comorbilità (coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo) e di policonsumo (raddoppiato rispetto al 2017). Sulle cosiddette stanze del consumo, continuano gli approfondimenti, garantisce la municipale Karin Valenzano Rossi.

Progetto in stallo, difficile trovare personale

«Un adeguamento del tempo di lavoro del servizio di prossimità di Ingrado non è attualmente previsto, anche perché non dipende unicamente da fattori decisionali. Attualmente il progetto è in stallo – ha spiegato Quadri – per la difficoltà nel reperire il personale sanitario idoneo e la necessità di rivedere interamente l’organizzazione del personale. L’ampliamento dell’apertura del Cad implica quindi la totale revisione e creazione di una turnistica di lavoro su 6 o 7 giorni, con i relativi accordi con il personale». Un incremento di dipendenti non è programmato, neppure in vista della scadenza del mandato di prestazione 2021-2024. Tuttavia, si è valutata la possibilità di un’estensione dell’apertura del fine settimana del Cad. Però, ha proseguito il municipale, questo comporterebbe l’attivazione di figure sanitarie che non rientrano nelle logiche di finanziamento dei mandati di prestazione assegnati a Ingrado dal Cantone, ma che vengono salariate, tramite le prestazioni incluse nella Lamal. Alla luce della specificità e complessità dell’utenza, Quadri ha ribadito la difficoltà a reperire le figure professionali necessarie. Servirebbe più personale specializzato in compiti educativi e maggiori unità infermieristiche e mediche.

Occorre un approccio interdisciplinare

Dagli approfondimenti con la direzione di Ingrado, avviati dopo l’approvazione della mozione da parte del legislativo, ha osservato Quadri, è emerso come «un’estensione dell’apertura del Cad, possa essere attivata unicamente in maniera complementare all’offerta di un servizio di medicina delle dipendenze garantito durante gli attuali giorni di apertura del Cad. Si ritiene infatti di primaria importanza che la presenza di personale sanitario completi l’organico educativo preposto all’accoglienza di persone fortemente problematiche e marginalizzate. Alle condizioni attuali, solo un approccio interdisciplinare permette di far fronte alla maggior parte delle situazioni critiche dovute alla presenza di elementi di disagio fisico psichico, oltre che a situazioni sempre più spesso a rischio di aggressività». Per queste ragioni, la fondazione Ingrado ritiene che un ampliamento degli orari di apertura del Cad possa essere garantito unicamente nel caso si provvedesse alla contemporanea maggiore apertura dell’ambulatorio infermieristico e alla conseguente attivazione di un picchetto medico per garantire all’utenza un’adeguata ed efficace presa a carico. Un’adeguata presa a carico da parte di professionisti in modo da applicare anche durante il fine settimana, un approccio incentrato sia alla cura sia alla riduzione del danno. Dalle parole del municipale, si comprende come la Città si stia basando sulle considerazioni della fondazione, per valutare se e come incrementare il servizio.

Scena aperta, c’è un’ipotesi sotto la lente

Rispetto invece alle stanze del consumo, la capo Dicastero sicurezza e spazi urbani Karin Valenzano Rossi, ha detto che siamo «a livello di valutazione preliminare. La Divisione polizia ha dapprima raccolto alcune informazioni e dati dagli omologhi del comune di Coira, per poi confrontarsi direttamente con i rappresentanti di Ingrado e di Ticino Addiction per identificare quale possa essere la modalità più efficace per affrontare la tematica». Allo scopo è stato costituito il gruppo di lavoro che include gli attori sopra menzionati che sta eseguendo gli approfondimenti del caso per comprendere le necessità, criticità, opportunità e i costi. Per cui, la municipale ha detto che ci vorrà ancora parecchio tempo prima di decidere di introdurre «eventuali nuovi strumenti nell’ottica del contenimento della scena aperta della droga e della riduzione del danno e aiuto alla sopravvivenza, come sancito nei principi dei quattro pilastri della legge federale sugli stupefacenti. La stanza del consumo rientra tra i possibili strumenti da valutare per la lotta al consumo sull’area pubblica e il contenimento degli effetti del turismo del consumo e dello spaccio. I locali dove è consentito assumere droga sono luoghi generalmente attrezzati, con materiali adatti allo scopo, puliti e disinfettati e con la presenza costante di personale medico e assistenza sociale, formati per intervenire in caso di necessità o problemi di salute e il loro accesso è regolamentato».