Luganese

Jörg Wolters: barba rossa, organetto e allegria contagiosa

La vita e i commossi ricordi dell'artista di strada più conosciuto (e amato) del Ticino

‘Barbarossa’
(Ti-Press)
12 ottobre 2024
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La lunga barba rossa, il cilindro sulla testa, l'elegante cappotto nero e quello sguardo allegro e contagioso. Così si presentava al mondo Jörg Wolters – per tutti più semplicemente ‘Barbarossa’ – e alzi la mano chi, in questo cantone, non l'ha mai visto suonare il suo amato organetto davanti a un centro commerciale, oppure nelle grandi e piccole piazze delle città, da Chiasso – passando per Lugano – fino ad Airolo.

No, Jörg Wolters non passava di certo inosservato. Era iconico (soprattutto per tutti i bambini, oggi adulti, nati a cavallo degli anni 90 e 2000); così tanto iconico che, nel 2018, anno in cui cadevano i suoi trent'anni di carriera come artista di strada, Lugano aveva voluto rendergli omaggio scegliendolo come ‘uomo immagine’ della Festa d’Autunno organizzata proprio dalla Città.

Jörg Wolters non c’è più, se ne è andato nelle scorse ore all'età di 65 anni.

L'amore per una donna lo portò in Ticino

Wolters viveva al campeggio di Taverne. Di origine germanica, si trasferì in Ticino nel 1982 seguendo l’amore. Il colpo di fulmine per l’organetto invece arrivò qualche anno dopo a un festival a Lugano, come lui stesso raccontò a ‘laRegione’ qualche anno fa in un'intervista: «Iniziai a suonare part-time, dopo il lavoro (nell’industria, ndr) e nei momenti liberi, finché non ho deciso di fare solo quello». Da allora ha fatto della libertà e del buon umore i segni distintivi della sua discreta presenza.

Discreta presenza che però non sempre era stata ben accolta. Nel dicembre del 2014, infatti, l'uomo era stato coinvolto in una spiacevole vicenda. Durante uno dei suoi lunghi giri, si era fermato a suonare in via Nassa a Lugano. La proprietaria di una delle boutique di lusso presenti nella via, sentendo la musica, invitò l'artista di strada ad andarsene. L’episodio scatenò un’ondata di solidarietà nei suoi confronti e, grazie anche all’intervento dell’allora sindaco Marco Borradori, nel giro di pochi giorni la direttrice del negozio fece dietrofront. E Jörg poté così ritornare in via Nassa.

Tantissimi i messaggi di cordoglio

È vero, forse ‘Barbarossa’ non era una pop-star mondiale o un famosissimo autore, però non si può dire che non fosse amato dalla gente. Sui social, ad esempio, sono molti i messaggi di cordoglio per Wolters. Partendo da quelli ‘istituzionali’, la Città di Lugano, sul proprio profilo Instagram, ha voluto omaggiare l'organettista: "Con profonda tristezza, salutiamo Jörg Wolters, meglio conosciuto come ‘Barbarossa’, l’organettista che con la sua musica ha portato allegria nelle nostre strade per oltre trent’anni. Un volto noto e amato da tutti, Jörg incarnava lo spirito di libertà e gioia di vivere che condivideva ogni giorno con i suoi sorrisi e le sue note. La sua presenza rimarrà indelebile nella memoria di Lugano e nel cuore di chi ha avuto il piacere di incontrarlo".

E poi c'è la gente comune. "Addio caro Jörg. L'ultima volta che ci siamo visti è stato per la Splendida di Lugano, hai suonato Libiamo e raccontato degli aneddoti musicali. Quando mi hai sentito cantare, mi hai dato dei soldi. Grazie, è stato davvero commovente. Mancherai a tanti, anima gentile, speciale e buona", racconta una donna. "Rimarrà nei nostri cuori per sempre... Con il suo suonare l'organetto ci trasmetteva sempre un sorriso... Gentile con tutti", scrive un'altra signora.

E ancora "Se na va un simbolo della nostra città. Addio buon uomo", "Persona solare, cordiale presenza e parte integrante della nostra Città. Addolora il pensiero che il suono del suo organetto non risuonerà più nelle stradine e piazze del Centro Città", "Fin dalla metà degli anni 80 lavorando in via Nassa l'avevo conosciuto ed era diventato una colonna della città. Ti ricordo con una delle nostre ultime foto fatte assieme. Ciao Jörg suona adesso in Paradiso".

Il piccolo organo di strada ora non suona più. L'affetto e il ricordo di Jörg però non cessano di farsi sentire.