Luganese

L’asilo nido di Pregassona incendia il Consiglio comunale

Polemica di oltre un’ora tra i due fronti sul progetto di edificare la struttura: alla fine non passa, perché manca la maggioranza qualificata

Ultima (doppia) seduta della legislatura
(Ti-Press)
26 marzo 2024
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Alta tensione e un lungo dibattito. Nessuna sorpresa: la discussione sulla convenzione tra Città e Lugano Istituti Sociali (Lis) per costituire un diritto di superficie che permetta di costruire un asilo nido sul prato accanto al Capannone di Pregassona ha oscurato le numerose altre trattande all’ordine del giorno della seduta di Consiglio comunale (Cc) di lunedì. Il messaggio alla fine non è stato accolto, perché è mancata la maggioranza qualificata, ossia 31 voti favorevoli. I sì, infatti, sono stati 28, i no 25 e 3 gli astenuti.

La seduta è partita con la richiesta della Lega di anticipare la trattanda, la sedicesima, per evitare che slittasse alla serata di martedì. L’istanza ha suscitato forti critiche, in particolare da parte dei liberali-radicali, che hanno fortemente stigmatizzato la volontà di evitare il dibattito la sera della partita di playoff tra Hc Lugano e Friborgo. La maggioranza del Cc ha tuttavia respinto la richiesta. Un paio d’ore dopo un secondo ostacolo è stato superato: la mozione d’ordine di Ferruccio Unternährer (Plr) che ha chiesto di posticipare all’indomani la discussione alla presenza del capodicastero Socialità Lorenzo Quadri, assente in quanto impegnato a Berna. E dunque, alle 22.45 si è cominciato a discutere del tema, mettendo a confronto le tesi del rapporto di maggioranza (sostenuto in particolare da Plr e Centro) che chiede sostanzialmente di non accogliere il messaggio e quello di minoranza (sostenuto soprattutto da Lega e parte della sinistra), che chiede invece di approvarlo.

«Vogliamo dare un concreto supporto alle famiglie e alla conciliabilità – ha detto il relatore di minoranza Andrea Sanvido (Lega) –. La difficoltà di trovare un posto in un asilo è molto forte e le liste d’attesa sono molto lunghe. Sono molto dispiaciuto che i colleghi del Centro non sostengano il messaggio, proprio loro che si presentano come partito della famiglia. Se non lo votiamo, passeranno dieci anni fino alla costruzione del prossimo asilo nido pubblico». «Non si discute della necessità della struttura, ma della sua ubicazione – la replica di Federica Colombo Mattei (Centro) –. Da anni in Svizzera si applica il principio dello sviluppo centripeto, ossia della densificazione. Quel terreno deve essere considerato quale superficie verde». «L’urgenza della struttura è assodata – ha detto Carlo Zoppi (Ps) –. A Pregassona sono previste opere, come il parco Viarno e la rinaturazione del Cassarate, e la superficie verde crescerà». «C’è un intero quartiere che sta dicendo però che lì l’asilo nido non lo vogliono, perché è uno dei pochi spazi liberi utilizzati frequentemente – l’opinione di Raide Bassi (Udc), alludendo alla commissione di quartiere di Pregassona che ha lamentato il mancato coinvolgimento nel progetto –. Non c’è solo il pubblico che può costruire asili nido, possono farlo anche i privati».

La tensione è poi cresciuta con l’intervento di Ferruccio Unternährer (Plr): «Sono sconcertato e un po’ risentito in merito alla proposta del Municipio. È l’esempio di quello che non si dovrebbe fare: mancanza di pianificazione, improvvisazione, alcuna condivisione, volontà di delegare ad altri proprie competenze e incapacità di ascoltare la cittadinanza. Un vero e proprio pasticcio. Municipio che dimostra una profonda difficoltà, per non dire scollamento, nell’essere vicino alla cittadinanza, perché si vuole sacrificare l’unico spazio aggregativo attualmente presente a Pregassona. Ci sono delle soluzioni alternative, basta volerle: la soluzione pubblico-privato in via Maraini, il comparto ex Spohr, l’ex pozzo di captazione». E mentre Danilo Baratti (Verdi) ha sottolineato che non si tratta di uno spazio verde qualsiasi, ma di uno che si trova in mezzo a un’area densamente edificata, Paolo Beltraminelli (Centro) ha ribadito che «quel Capannone è l’unica struttura popolare che abbiamo e serve a tutti, e non solo Pregassona. È un’area preziosa, è un errore soffocare quell’area libera per costruire una struttura importantissima, ma ubicata al posto sbagliato».

Prima degli interventi dei municipali, che a causa dell’orario non riusciamo a riportare sull’edizione odierna, è intervenuta anche la relatrice del rapporto di maggioranza Giovanna Viscardi (Plr): «La conciliabilità fa parte di quasi tutti i programmi elettorali e chiaramente in un periodo di campagna questi temi vengono un po’ strumentalizzati. È bello fare discorsi alla Mulino Bianco, ma tutti teniamo alle famiglie. Quali sono le priorità del Municipio che affida a terzi l’edificazione dell’asilo? Il Municipio ha posticipato il progetto delle scuole comunali di Viganello, che prevedeva asilo nido, talmente è un tema prioritario. Perché non è stato possibile prendere in considerazione un’altra ubicazione? Dei 26 posti previsti, quanti saranno veramente disponibili per i pregassonesi?». La discussione è poi proseguita oltre l’orario di stampa del giornale.

A parte queste polemiche, il legislativo cittadino ha approvato il credito da 2,3 milioni di franchi per l’acquisto di un terreno in via Carona a Pazzallo, allo scopo di trasformarlo in un posteggio pubblico. Non è però mancata qualche voce critica, soprattutto da destra, perché da un lato il quartiere attende da decenni un autosilo e dall’altro perché questo messaggio potrebbe non essere la soluzione ricercata. «L’obiettivo è superare l’impasse che dura quasi quarant’anni, non è un bell’esempio di efficienza da parte dell’ente pubblico» ha detto il relatore Michele Malfanti (Centro) invitando comunque ad approvare l’oggetto, mentre per Bernasconi (Lega) «gli abitanti di Pazzallo meritano qualcosa di più rispetto a una soluzione raffazzonata come questa, è un credito senza chiaro indirizzo». «È un cruccio del Municipio non essere riusciti a portare sin qui a termine un progetto per una vera riqualifica del nucleo, posteggi compresi» ha detto da parte sua la capodicastero Immobili Cristina Zanini Barzaghi.

Piuttosto lunga è stata la discussione sui tre messaggi relativi al Lac, approvati poi all’unanimità. Via libera ai consuntivi per le stagioni 2020-21 e 2021-22, che hanno chiuso rispettivamente con un utile di 186’000 franchi e una perdita di 311’000 franchi, come anche al nuovo mandato di prestazione per il quadriennio 2024-28, che prevede contributi da parte dell’ente pubblico di 9,44 milioni di franchi all’anno. I diversi interventi, a cominciare da quello della relatrice Lara Olgiati (Plr) sul mandato, sono stati di carattere positivo. Ma non è mancata qualche critica. C’è chi ha chiesto un maggior rigore nell’esposizione dei conti (Carlo Zoppi, Ps), chi una mescita potenziata in particolare dopo gli spettacoli (Giovanni Albertini, Ticino&Lavoro) e chi un maggior impegno da parte dell’ente nell’autofinanziamento (Maurizio Reichlin, Udc). Interventi ai quali ha replicato il capodicastero Cultura Roberto Badaracco: «La cultura non vive di autofinanziamento, i contributi pubblici sono essenziali. Con il Lac siamo attorno al 50% e questo è un risultato eccezionale, considerato che la media nel settore è attorno al 20-30% di autofinanziamento. Un risultato ottenuto grazie all’integrazione di Lugano in Scena che ha permesso al Lac di diventare un vero e proprio centro di produzione culturale. Ma dobbiamo continuare a lavorare sodo come sinora, altrimenti si rischia di perdere gli sponsor privati che sono importantissimi. Per questo, per continuare a essere così competitivi, abbiamo deciso di integrare Lugano Musica. Riguardo alla mescita: non è facile, la pecca di base è che non è stato pensato un ristorante nel progetto iniziale. Ma stiamo lavorando ad alcune soluzioni per venire incontro alle richieste».

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