Confermata l’esigenza di altri interventi per tornare a vivere nella frazione di Lostallo. Ma ancora mal si comprende la posizione dell'autorità comunale
Bisogna pazientare ancora per capire se si potrà tornare a vivere nella frazione di Lostallo di Sorte, la località più duramente colpita dal nubifragio del 21 giugno 2024. Contrariamente alle aspettative, l’incontro di ieri con giornalisti e residenti non è stato l’occasione per sapere in che direzione vorrà andare il Comune: se finanziare un progetto di opere di premunizione per svariati milioni di franchi – in aggiunta a quelle ripristinate subito dopo il disastro – al fine di dare all’abitato un grado di sicurezza adeguato, oppure abbandonare l’idea che il paese torni a essere abitabile. Nemneno una tempistica ufficiale circa una decisione – che in tanti si aspettavano di conoscere già ieri sulla base delle indicazioni fornite dalle autorità nei precedenti incontri informativi – è stata fornita dal sindaco Nicola Giudicetti, ma da quanto potuto appurare, una scelta sarà presa nel corso delle prossime settimane. «Iniziamo oggi un percorso insieme, consapevoli che bisognerà anche essere realisti», si è limitato ad affermare Giudicetti.
Tanto dipende anche da quanti della ventina di residenti sfollati dal giorno dell’evento intendono tornare a risiedere in una zona dove comunque il rischio di altre colate detritiche non potrà essere azzerato. «La soluzione deve essere per tutti», ha aggiunto il sindaco. «Mettere in sicurezza l’intera zona è impossibile, non è pensabile creare una grossa diga», ha affermato Christian Tognacca, esperto in colate detritiche e opere di premunizione. Dopo la conferenza stampa, gli abitanti di Sorte hanno avuto un incontro (chiuso ai media) con le autorità cantonali e comunali.
Per il resto, la novità resa nota è l’esito dell’aggiornamento delle carte di pericolo del territorio di Sorte. Ebbene, come prevedibile, l’analisi effettuata ha inserito in zona rossa (che equivale a un rischio elevato e al divieto di costruzione) praticamente tutto il paese, mentre prima del 21 giugno la misura era in vigore in una porzione decisamente più ridotta. Di fronte all’esito delle approfondite analisi, sono però mancate le conclusioni da parte dell’autorità comunale, che già nei giorni successivi al disastro e ancora in svariati incontri con i media, pur in attesa della conferma dell’esito dell’aggiornamento delle zone di pericolo, aveva indicato che la frazione di Sorte sarebbe stata inagibile fintanto che non si sarebbero realizzati eventuali interventi di premunizione.
Da parte sua il Cantone non è competente per la decisione finale e si limita a vietare il ritorno a Sorte fintanto che non saranno realizzate eventuali nuove opere di protezione. E questo, ha detto Andri Largiadèr specialista dell’Ufficio cantonale dei pericoli naturali, a causa del rischio attuale molto elevato. Oltre a una dozzina di case, nella zona rossa c’è anche la strada cantonale, per la quale è prevista l’installazione di un sistema di preallarme che monitora il riale Molera, con semafori in grado di sbarrare la strada in tempi rapidi.
Dalle analisi dei dati sul terreno svolte dallo studio Beffa-Tognacca è stato possibile stimare il volume complessivo che si è riversato su Sorte la sera del 21 giugno 2024, complessivamente attorno ai 70-80mila metri cubi di materiale. Secondo gli esperti, sono state tre le colate detritiche partite dal riale Molera. La prima ha portato del materiale grosso, che ha riempito il bacino del riale. La seconda, densa, ha creato dei depositi nella parte alta, ostruendo il deflusso e aprendo così la strada alla terza colata, quella più veloce che ha distrutto Sorte. Oltre alle intense piogge del 21 giugno, a influire sul disastro – classificato come un evento con probabilità di frequenza centenaria – anche le precipitazioni dei giorni precedenti che, unitamente allo scioglimento della coltre di neve, ha inzuppato il terreno creando le condizioni perfette per le colate detritiche.