Luganese

I Verdi puntano tutto sul Consiglio comunale

Un'assemblea tra pochi intimi quella tenutasi al Centro la Piazzetta di Loreto. Presentata una lista con una ventina di candidati

Un’assemblea intima
18 gennaio 2024
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Questa sera anche i Verdi di Lugano hanno presentato i loro candidati per le elezioni di aprile, che, com’è noto, correranno solo per il Consiglio comunale, dopo la “scissione” dal Ps avvenuta lo scorso settembre. Separazione sula quale il capogruppo Danilo Baratti è tornato, ribadendo come non fosse assolutamente un attacco contro la socialista Cristina Zanini Barzaghi, «malgrado dai media sia stato interpretato come tale. Si è parlato molto di divorzio e di rottura, ma le cose stanno diversamente. Di fatto, adesso, con il Ps abbiamo un rapporto migliore di prima, e siamo sempre rimasti in contatto». «È pure vero – ha però aggiunto Baratti – che Cristina ha fatto un po’ la vittima in quel momento, ma è stato perché si trovava in una situazione delicata all’interno del suo stesso partito, che non intendeva riproporla come candidata».

Dalla rinuncia alla lista unica con il Ps, per il Municipio di Lugano, è inoltre emerso un ulteriore fatto non da poco, ossia la possibilità di devolvere a scopo benefico i soldi che sarebbero stati necessari per la campagna elettorale (stimati in 15mila franchi). “Il comitato – si legge nel comunicato – ha deciso di impiegare il denaro, per sostenere le attività di accoglienza di Casa Astra, Casa Marta e Fondazione Francesco e quelle orientate ad aiutare comunità toccate da guerre recenti o in atto, come in Rwanda, Kosovo, Ucraina, dell’associazione ‘Insieme per la Pace’ (è anche un modo per ricordare la sua fondatrice, Gabriella Caldelari, regolarmente in lista con il gruppo verde di Lugano). Le attività sociali di questi enti valgono più di una campagna fatta tanto per essere sulla scena, senza una concreta possibilità di cambiare gli equilibri all’interno del Municipio di Lugano”.

Pochi successi nel 2023

Un anno politico, quello appena trascorso, che non ha portato particolari soddisfazioni ai Verdi di Lugano. «Nel 2022 perlomeno – ha detto Baratti –, ci eravamo rallegrati per il successo di alcune mozioni, mentre nel 2023 non è stato così. In Consiglio comunale, costituiamo una piccola ma rispettabile minoranza, non in grado di sovvertire le decisioni, e anche i nostri interventi a carattere generale, spesso sono così laterali, rispetto alla concezione politica, che non solo non vengono raccolti dai nostri colleghi, ma nemmeno dalla stampa». È stata inoltre citata l’uscita dalla scena politica di Nicolò Castelli, che ha dovuto lasciare l’attività politica, dopo la sua elezione a direttore artistico delle Giornate cinematografiche di Soletta. Questa partenza è seguita a quella di un’altra personalità di spicco, Nicola Schoenenberger, anche lui allontanatosi a ‘causa’ dei suoi successi professionali. «Sembra quasi che le istituzioni abbiano messo in atto un piano per indebolirci» ha scherzato il capogruppo.

I concorrenti al Consiglio comunale

L’assemblea è dunque proseguita con l’annuncio ufficiale dei candidati alle prossime elezioni comunali, che saranno: Lea Ballarin, Elisa Brunelli, Claudia Cappellini Tarolli, Costanza Devoto, Julian Hitz, Abderrahim Houmaiza, Marisa Mengotti, Mattias Schmidt, Giovanni Sopranzi, Rony Staffieri, e Francesco Villani. Per gli Indipendenti correranno invece Marco Angstmann, Luisa Baragiola, Stefano Baragiola, Lukas Kaufmann, Luisa Orelli, Gianluigi Regazzoni e Simona Trabucco. Si riconfermano infine gli uscenti Danilo Baratti (capogruppo), Laura Ferrario, Deborah Meili e Marisa Mengotti. Quest’anno non sarà invece della partita Melitta Jalkanen, già attiva in più legislature, che continuerà a collaborare fuori dai banchi del legislativo. Si è infine rimarcato che chiunque fosse interessato a candidarsi avrà ancora tempo fino a lunedì 22 gennaio.

Dove sono i giovani?

Una lista non solo non particolarmente numerosa, ma, come fatto notare dallo stesso Baratti, nemmeno particolarmente giovane. Deborah Meili è infatti l’unica candidata al di sotto dei trent’anni. «Il problema è che a Lugano non ci sono giovani verdi, che sono invece presenti, e spesso in maniera molto energica, in altri comuni del Luganese. Ci sono sì giovani politicamente attivi per il clima, ma che non si riconoscono nel sistema istituzionale».

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