Un passato turbolento non le ha impedito di ricascare nel traffico di stupefacenti. Le sono stati inflitti 36 mesi di carcere, dei quali 16 da scontare.
È terminato con una condanna a 36 mesi parzialmente sospesi il processo a carico di una svizzera 38enne, accusata di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti e altri reati collegati allo spaccio come riciclaggio di denaro. Per la precisione, la Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta da Francesca Verda Chiocchetti e con giudici a latere Giovanna Canepa Meuli e Monica Sartori-Lombardi, l’ha condannata a 16 mesi da scontare alla Stampa e 20 mesi sospesi condizionalmente per un periodo di prova di tre anni.
I fatti sono avvenuti tra la fine del 2022 e la metà del 2023. Secondo quanto ricostruito dal procuratore pubblico Simone Barca, la donna ha spacciato circa 440 grammi di cocaina ed è stata complice in una compravendita di 20 grammi di eroina. A suo carico c’è anche il reato di incitazione all’entrata, alla partenza o al soggiorno illegale, per avere ospitato per sei mesi nella propria abitazione un’altra donna che soggiornava in Svizzera illegalmente e che utilizzava la casa come luogo di spaccio. Fino all’arresto. Da allora l’imputata ha già trascorso quasi due mesi in regime di carcerazione preventiva e attualmente sta scontando anticipatamente la pena.
In aula, come già durante l’inchiesta, la donna ha ammesso le sue colpe ed è cosciente di avere un problema di droga. Durante la requisitoria il procuratore pubblico ha sottolineato che l’accusata «ha ampiamente collaborato con dichiarazioni spontanee. Come attenuante, si può considerare il fatto che spacciasse solo per finanziare il proprio consumo personale. Ora è cosciente di avere un problema di droga e già nella struttura carceraria ha iniziato un periodo di recupero con una psichiatra». Da parte sua, la legale della difesa Elisa Lurati ha aggiunto che l’imputata è consapevole degli sbagli commessi ed è pronta a iniziare una nuova vita dopo aver espiato la pena. A tal proposito, pp e avvocata si sono accordati e hanno proposto alla Corte quanto effettivamente le è stato inflitto.
La condannata non è purtroppo nuova ai guai giudiziari. Già nel 2019 era incappata in una situazione analoga. A detta sua, «non era mia intenzione rifarlo. È entrata una persona nella mia vita che mi ha portato alla disperazione e ho ricominciato a spacciare. So che non è corretto quanto ho fatto, in passato sono stata 3 anni senza consumare e grazie alla brava psichiatra che attualmente mi segue, potrò tornare ad avere una vita normale».