Il Municipio di Lugano presenta la variante di Piano regolatore per consentire l'ampliamento della struttura di Viganello. Parola al Consiglio comunale
Verrà costruito un nuovo edificio, dove c‘è il prato in cui sorgeva il vecchio stabile della cucina, accanto a quelli attuali che, a loro volta, saranno livellati fino a cinque piani. Cambierà volto e sarà ampliato l'Ospedale Italiano di Viganello. I contenuti clinici dei nuovi spazi non sono però più quelli indicati, diversi anni fa, nella richiesta inoltrata dall'Ente ospedaliero cantonale (Eoc) alla Città di Lugano perché, nel frattempo, le esigenze sono mutate. Nei giorni scorsi il Municipio ha preparato il messaggio sulla variante di Piano regolatore che riguarda il comparto e l'ha sottoposto al Consiglio comunale.
Dal canto suo, Emanuele Dati, direttore dell’Ospedale Regionale di Lugano interpellato dalla Regione, si dice soddisfatto del via libera dell'esecutivo alla richiesta dell'Eoc: «Il sedime sui cui sorge l'Ospedale italiano è prezioso per l'Eoc, proprio perché è forse l'ultimo terreno di proprietà (oltre a quello della Saleggina nel Bellinzonese) sul quale si potrà ancora costruire. Non solo. Il nosocomio è in centro città e per noi rappresenta un valore aggiunto, se considera che la medicina si sta muovendo nella direzione di essere di prossimità. È quindi importante pianificare nuovi volumi clinici in quell'area». Ci vorrà ancora qualche anno prima che il cantiere possa cominciare.
L'Eoc, continua Dati, «sta concretizzando i circa duecento milioni di franchi nel Luganese per progetti sui volumi attuali. La ristrutturazione dell'Ospedale civico ci impegnerà parecchio nei prossimi anni. Per l'Ospedale italiano ci sarà invece un focus nella specializzazione e nella medicina moderna, in più possibile integrata alla città di Lugano». Nel documento del Municipio, come detto, sono indicati anche alcuni contenuti clinici, che nel frattempo sono cambiati, perché basati su previsioni risalenti a oltre cinque anni fa e oramai datate. Il fatto di essere accanto all'Usi e al Campus Est, rende il nosocomio strategico. Nosocomio che resterà orientato verso la chirurgia e la medicina ambulatoriale e di corta degenza, in funzione complementare all’Ospedale civico.
Nel messaggio dell'esecutivo cittadino, per rispondere alle esigenze di crescita dell'Ospedale italiano, si parla di una superficie utile lorda (Sul) di 6'000 metri quadrati in aggiunta a quella odierna. Lo studio di fattibilità, che ha identificato tre possibili fasi, prevede nella prima tappa l'edificazione del nuovo edificio. È pure programmato l'innalzamento e la parificazione delle strutture all’attuale l’altezza massima di 22,70 metri, che verrà mantenuta ed estesa a tutto il comparto. Sarà così possibile una sopraelevazione di 6.45 metri oltre gli attuali 16.25 dell'autosilo. I futuri due piani supplementari verranno destinati a scopi da definire. Per assicurare un intervento articolato sull’altezza, in modo da non eccedere in volumetria rispetto alla tipologia insediativa del contesto urbano, la Sul aggiuntiva concessa è limitata a un massimo di 2'000 metri quadrati.
La proposta di progetto dell’Eoc, secondo il Municipio di Lugano e il Dipartimento del territorio, che ha già preavvisato favorevolmente il progetto, si inserisce correttamente nel tessuto edilizio, "rafforzando il fronte strada su via Capelli, riqualificando e ordinando l’edificato su via Speranza, mantenendo lo spazio libero e verde centrale, attraverso un equilibrato dimensionamento dei parametri edilizi in relazione alle zone di Piano regolatore limitrofe", si legge nel documento. A livello pianificatorio, il Municipio con la proposta di variante di Pr, intende armonizzare i contenuti delle sezioni di Viganello e di Lugano-Castagnola, sotto forma di zona Ap-Ep destinata all’Eoc, adattando i parametri edificatori in modo da permettere gli ampliamenti, compreso lo stralcio della zona R7.
Tra le altre motivazioni alla base dell'ampliamento dell’Ospedale Italiano, emerge la necessità di allineare i contenuti dell’intero comparto in modo da favorire la realizzazione di attività connesse alla destinazione ospedaliera, quali laboratori, archivi, uffici, spazi di formazione, alloggi per il personale sanitario di turno e per i parenti di persone degenti affette da gravi patologie. Queste esigenze si sono accentuate nel solco dell’emergenza pandemica, che ha costretto i fornitori di prestazioni sanitarie a nuovi modelli di occupazione.