Al grido di ‘No al degrado del territorio’, un’altra voce si leva contro il controverso progetto PoLuMe: quella del Partito comunista
Un’altra voce si leva contro il PoLuMe, il progetto di potenziamento dell’autostrada A2 tra Lugano e Mendrisio. Si tratta del Partito comunista, che ha divulgato una nota intitolata ‘No al degrado del territorio’.
"Il traffico motorizzato – si legge – rappresenta un problema ormai strutturale del nostro territorio ed è corresponsabile del degrado ambientale. Diminuirlo è quindi una scelta strategica per favorire la vivibilità del cantone. Pensare tuttavia che ampliando la capacità delle autostrade, allargando il Ponte diga di Melide, costruendo nuove gallerie a Gentilino, tra Melide e Grancia e tra Bissone e Maroggia, nonché creando due nuovi semisvincoli a Grancia e Melano, si potranno evitare code e ingorghi all’entrata dei perimetri urbani è semplicemente un’illusione, peraltro molto costosa. Ecco perché il partito comunista è contrario al progetto PoLuMe che porterà ad avere cinque corsie autostradali attive nelle ore di punta in una regione già molto colpita dal traffico indotto".
La nota ricorda poi il costo stimato dell’opera. "A tutto vantaggio dell’attrattività non solo turistica ma anche residenziale della regione e della lotta all’inquinamento e, quindi, della salute pubblica messa in pericolo dal regolare superamento dei limiti di legge delle polveri fini, occorre evitare che due miliardi di franchi, di cui 84 milioni messi a disposizione dal Cantone, siano spesi in questo progetto. Questi soldi della collettività servirebbero semmai per ulteriori investimenti a favore del diritto alla mobilità pubblica, rendendo la stessa più capillare, attrattiva dal punto di vista della funzionalità e finanziariamente accessibile. Il PoLuMe va esattamente nella direzione opposta poiché inciterà all’uso dell’automezzo privato". Il Pc conclude, sostenendo che "non è saggio tirare dritto" e invitando "seriamente la Confederazione ad ascoltare le forti preoccupazioni della popolazione e ritornare sui suoi passi", ricordando fra l’altro la contrarietà dei Consigli comunali di Balerna, Melano (oggi parte di Val Mara), Mendrisio e Riva San Vitale.