Luganese

Volevano rapinare la Raiffeisen di Monteggio, svelato il piano

Pensarono di sequestrare il cassiere il 9 dicembre 2021. Condannati ed espulsi, il quarto uomo presto alle Criminali. Ordine d’arresto per l’ideatore

Erano armati e determinati
(Ti-Press)
23 giugno 2022
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Talmente incalliti e noti alle autorità giudiziarie che, a loro insaputa, erano sorvegliati dagli inquirenti. Così il colpo è stato "soltanto" tentato e sventato prima che fosse troppo tardi. Ma i presupposti per una rapina armata, con tanto di sequestro del cassiere della banca Raiffeisen di Molinazzo di Monteggio, c’erano tutti. Sono le 6.54 del mattino del 9 dicembre 2021, quando un quartetto di cittadini italiani plurirecidivi a bordo di un’auto rubata in Italia a Seveso entra dal valico di Ponte Cremenaga. Il piano criminale è noto a tutti i componenti, chi armato, chi con il passamontagna e i guanti a portata di mano, chi persino con un taser e i patti prevedevano la spartizione del bottino in parti uguali. Il quartetto aveva pure un’artigianale paletta con la scritta "Ministro della difesa Carabinieri" e un faro blu della polizia che sarebbe servito per inscenare una pattuglia in servizio e garantirsi la fuga. Ma il piano è fallito: gli agenti della polizia cantonale (quelli veri) sono riusciti a scongiurare l’entrata in azione dei pericolosi componenti del quartetto e così ai loro polsi sono scattate le manette.

‘Mi sono fatto 30 anni di galera. Ci sono rimasto dentro’

Oggi, in successione, tre dei quattro rapinatori sono stati processati davanti alla Assise correzionali di Lugano con rito abbreviato dopo la loro confessione avvenuta dopo qualche mese di carcere. Il quarto della banda, il più giovane, 54enne italiano, sarà invece deferito alle Criminali di Lugano prossimamente. Dovrà rispondere non solo della tentata rapina alla Raiffeisen, ma soprattutto del sequestro del portavalori, il 5 luglio 2019, sempre a Molinazzo di Monteggio che avrebbe dovuto fruttare un bottino a sei zeri. E c’è un quinto uomo, l’ideatore e mandante della tentata rapina alla Raiffeisen di Monteggio, nei confronti del quale è stato spiccato un ordine di cattura internazionale.

«Conferma le imputazioni?», ha chiesto il giudice Amos Pagnamenta al primo degli imputati. «Assolutamente sì. Perché? Mi sono fatto 30 anni di galera, sono uscito e mi sono messo a lavorare, poi c’è stato il Covid e ci sono rimasto dentro... Spero di trovare un lavoro, una volta uscito di prigione» - ha dichiarato il 59enne italiano di Cinisello Balsamo. Il giudice ha confermato l’atto d’accusa e la pena proposta dalla procuratrice pubblica, Anna Fumagalli: 21 mesi di carcere e 10 anni di espulsione dalla Svizzera.

Anche il correo, 68enne italiano, si è mostrato ravveduto per quanto compiuto: «Ho sbagliato, mi sono trovato in un momento di fragilità, mi pento di quanto ho fatto. Non ne commetto più di rapine». Per lui la pena è stata di 22 mesi di carcere, di cui 11 mesi posti al beneficio della sospensione condizionale e di 10 anni di espulsione dalla Svizzera.

Infine il 60enne italiano del Varesotto, che quella mattina del 9 dicembre 2021 aveva con sé una delle armi in dote alla banda criminale, è stato condannato alla pena di 22 mesi da espiare e all’espulsione dalla Svizzera per 10 anni. «Se so perché sono qui? Certo che lo so. Tentata rapina aggravata» - ha detto l’imputato con spavalderia. «Ho agito per motivi economici. Una volta fuori dal carcere vorrei aprire una pizzeria al trancio».