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Tamaro Village: ‘Cantone e Comune risarciscano 1,3 milioni’

Quantificata l’istanza d’indennizzo della Depos City Discount. Intanto, la famiglia Cattaneo ritira la domanda di costruzione dei campi da padel a Rivera

I campi da padel sarebbero dovuti essere temporanei, in attesa della licenza definitiva per il Tamaro Village
6 maggio 2022
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A Rivera non sorgeranno i tre campi da padel previsti accanto allo Splash&Spa. L’istante, la Depos City Discount Sa, ha infatti ritirato la domanda di costruzione inoltrata lo scorso dicembre. «Non solo non è arrivata alcuna licenza edilizia, ma non abbiamo proprio ricevuto neanche alcuna comunicazione ufficiale dal Comune, solo indicazioni orali e comunque incerte» osserva Lorenza Cattaneo Colombo, presidente della società. Il ritiro dell’istanza è dunque solo l’ultimo tassello dell’intricato rapporto andatosi recentemente a creare fra ente locale e famiglia Cattaneo. Dopo che il maggior progetto del Tamaro Village è stato rimandato ai piedi della scala, la società ha infatti formulato un’importante richiesta d’indennizzo rivolta al Comune di Monteceneri e al Cantone: 1,3 milioni di franchi.

Mancati introiti e progetto da rifare

Cattaneo Colombo, sorella del consigliere nazionale Rocco Cattaneo e cognata dell’ex sindaca Anna Celio Cattaneo, ha anticipato a fine marzo di voler intentare una causa civile per risarcimento, ma senza allora quantificare la richiesta. Come mai è così elevata? «A nostro giudizio, il danno è dato sia dai mancati introiti a causa dello slittamento dell’inizio dei lavori e poi anche dal costo di un progetto, che alla fine dell’iter giudiziario sarà vecchio e quindi carta straccia. Ci è costato oltre mezzo milione di franchi». A prima vista potrebbe sembrare curioso che l’indennizzo venga chiesto a Municipio e Consiglio di Stato (Cds), quando entrambi avevano dato il via libera al Tamaro Village. Tuttavia, è proprio a causa di un errore commesso a Monteceneri prima e a Bellinzona poi che il Tribunale cantonale amministrativo (Tram) ha accolto il ricorso di Pro Natura. Gli istanti, pertanto, considerano i due enti pubblici direttamente responsabili del proprio danno.

Il ribaltone al Tram

Il Tamaro Village, ricordiamo, è un progetto che comprende un albergo su quattro piani con 150 posti letto, spazi commerciali e una struttura medica legata allo sport e dovrebbe collegarsi all’acquaparco tramite una passerella di una ventina di metri. Dovrebbe sorgere sul terreno che per una decina d’anni ha ospitato la pista di ghiaccio dell’Hockey Club Ceresio. A mettersi di traverso è stata sin dall’inizio Pro Natura, che nel 2019 si è opposta alla licenza edilizia provvisoria rilasciata dal Comune. Il Cds ha dichiarato irricevibile il ricorso, sostenendo che i termini per opporsi non sarebbero stati rispettati. Il Tram ha però ribaltato tutto: al Municipio è stato rimproverato il fatto di aver notificato la decisione soltanto all’associazione e non al suo legale, rispedendo l’incarto al Cds affinché entri nel merito del ricorso, in quanto è sostanzialmente errato considerarlo irregolare e dunque irricevibile. Da qui al foro civile il passo è quindi breve. «Siamo amareggiati, perché si tratta davvero di un bel progetto e potrebbero approfittarne tutti, perché si inserisce in un comparto rivolto al turismo e al pubblico. Abbiamo chiesto un incontro, ma valutare una conciliazione in questo momento per noi è davvero difficile. Il Cantone ci ha risposto, ma il Comune neanche quello per ora». A proposito di reazioni, le abbiamo sollecitate anche noi sia da parte dell’esecutivo comunale che da parte del Dipartimento del territorio, che ha valutato il dossier a livello cantonale, ma non è stato al momento possibile ottenerne.

Il padel? ‘Costi del materiale raddoppiati’

E se il Tamaro Village, pur rimandato certamente di alcuni anni, non è ancora nel cestino, discorso diverso per i campi da padel. «Le stagioni utili per questo sport all’aperto sono la primavera e l’estate – spiega la presidente – e considerati i tempi necessari per ordinare i materiali di costruzione e quelli per l’edificazione, è chiaro che siamo ormai fuori tempo massimo per quest’anno. Inoltre, nel frattempo i costi per il materiale sono già quasi raddoppiati rispetto a pochi mesi fa. Non vale più la pena costruirli. Ed è un peccato. Ma ci teniamo che si sappia che non è a causa nostra, noi avremmo voluto realizzarli». Come mai, a suo giudizio, il progetto non è andato in porto? «Non lo so. Sarebbe dovuto essere tutto a posto: c’è stata una pubblicazione e non sono pervenute opposizioni. L’impressione è che queste problematiche non tocchino solo noi, è un mal andazzo generale quello che colpisce il Comune di Monteceneri. Abbiamo altri importanti progetti in corso che attendono una risposta, penso ad esempio alle varianti di Piano regolatore relative ai comparti serbatoi e idrocarburi, che sono da ben due anni in attesa che il Comune presenti il piano di indirizzo già allestito alle competenti autorità cantonali per il proseguimento del normale iter pianificatorio».

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