Il Consiglio di Stato rigetta le tesi dell’associazione, che vede nel progetto un grande generatore di traffico. Gli istanti: ‘Ricorso pretestuoso’
Con la costruzione del Tamaro Village non si creerà un grande generatore di traffico. Questo almeno secondo il Consiglio di Stato (CdS), che ha respinto il ricorso inoltrato da Pro Natura Ticino nel 2019 contro la decisione del Municipio di Monteceneri di concedere la licenza edilizia preliminare alla Depos City Discount Sa. La società, riconducibile alla famiglia Cattaneo, intende infatti costruire nei pressi dello Splash&Spa un complesso multifunzionale dotato, fra l’altro, di un hotel con 150 posti letto. L’ok governativo non si traduce tuttavia in un semaforo verde definitivo: l’associazione ambientalista ha anticipato alla ‘Regione’ di aver ricorso al Tribunale cantonale amministrativo (Tram).
«Il nostro ricorso è stato respinto, sostanzialmente con un argomento principale – osserva l’avvocato Daniel Ponti, presidente di Pro Natura Ticino –, ossia che bisognerebbe valutare questa nuova edificazione separatamente dallo Splash&Spa e dagli impianti di risalita (la vicina telecabina della Monte Tamaro Sa, ndr). Ma per noi questo è sbagliato». Due i punti principali contestati dall’associazione: il numero di parcheggi e la natura o meno del progetto quale grande generatore di traffico. I posteggi pianificati dagli istanti per il Tamaro Village sono 192. «Questi vanno ad aggiungersi ai 300 già realizzati per lo Splash&Spa, per un totale di 492. Considerati i parcheggi già esistenti e quelli ‘selvaggi’ non conteggiati, il limite legale di 500 posteggi viene ampiamente superato. Questo conteggio ci pare artificioso e volto a evitare l’allestimento di un esame d’impatto ambientale, necessario quando si superano i 500 posteggi, come previsto dall’Ordinanza federale concernente l’esame dell’impatto sull’ambiente».
E poi, strettamente legata, c’è la questione del traffico veicolare. «Secondo la perizia commissionata dagli istanti sono da prevedersi 933 movimenti veicolari al giorno, quando la soglia per essere considerati effettivamente grandi generatori di traffico è posta a 1’000 – contesta Ponti –. Anche in questo caso, però, non vengono considerati i movimenti veicolari già esistenti a causa delle strutture attuali, alle quali il nuovo centro sarà collegato da una passerella. Si tratterà a tutti gli effetti di un complesso unico, con edifici integrati fra loro. Pertanto il progetto avrebbe dovuto essere pianificato come grande generatore di traffico sin dall’inizio».
In effetti, la sentenza distingue fra parcheggi e traffico veicolare e considera i primi globalmente assieme ad acquaparco e telecabina, separatamente invece per quanto riguarda il secondo argomento. Riguardo ai parcheggi, il CdS ricorda che a suo tempo, con norme differenti, lo Splash&Spa era già stato sottoposto all’approvazione di un esame di impatto ambientale e – soprattutto – che al momento della domanda di costruzione ordinaria occorrerà nuovamente valutare l’aspetto dei parcheggi "e in caso di superamento della soglia dei 500 stalli, andrà presentato anche il Ria (Rapporto di impatto ambientale, ndr)". Oltre a sottolineare che "qualsiasi variante del numero di parcheggi andrà adeguatamente esaminata in seno alla domanda di costruzione definitiva", il CdS ritiene che la nuova costruzione vada considerata singolarmente per quanto riguarda il traffico veicolare. Questo perché secondo le norme andrebbero considerate congiuntamente "unicamente costruzioni commerciali che si differenziano da quelle per lo svago intensivo dai centri turistici attrezzati, come lo sono le altre due infrastrutture già esistenti".
La sentenza è del 13 settembre. Il termine di ricorso è scaduto il 24 ottobre. Che cosa ha intenzione di fare Pro Natura Ticino? «Abbiamo deciso di impugnarla – svela il presidente –. Abbiamo presentato ricorso al Tram, perché crediamo nei nostri argomenti, pertanto ci sembra corretto andare almeno fino alla massima istanza cantonale. Se poi i giudici confermeranno che edificazioni di questo tipo vanno trattate a compartimenti stagni, ne prenderemo atto. Si creerebbe tuttavia un precedente per una tattica edilizia che in futuro potrebbe essere adottata anche da altri imprenditori». Una tattica che, secondo l’associazione, prevederebbe di procedere con un’edificazione a tappe e fissare determinati aspetti già nella licenza edilizia preliminare, affinché non possano poi più essere rimessi in discussione con la procedura successiva. In effetti la domanda sorge spontanea: perché Pro Natura Ticino non attende a questo punto la domanda di costruzione definitiva per opporsi? «Perché non potremmo farlo su questi aspetti, che – qualora la sentenza del CdS crescesse in giudicato – verrebbero dati per acquisiti. Nella domanda di costruzione potremo contestare aspetti quali le distanze, le altezze, le volumetrie, l’inserimento paesaggistico ecc. A noi però interessano maggiormente gli aspetti ambientali legati all’inquinamento che questa struttura andrebbe a generare con il traffico veicolare. Per questo ci stiamo attivando già adesso».
«Della sentenza siamo naturalmente molto contenti, del nuovo ricorso evidentemente no – replica Lorenza Cattaneo Colombo, presidente della Depos City Discount Sa –. È difficile esprimersi perché non sappiamo ancora quali argomentazioni porteranno al Tram, ma il ricorso ci sembra pretestuoso, secondo noi non ha basi solide. Siamo tranquilli. Anche perché riscontriamo un calo del traffico veicolare. Lo stiamo vedendo anche come Monte Tamaro Sa: l’utilizzo del mezzo pubblico, come il treno, è sempre più importante. Questa almeno ci sembra la tendenza. Poi va comunque ricordata la posizione del terreno, siamo a 200 metri dall’entrata autostradale verso Nord e a 600 metri da quella verso Sud. Bisogna contestualizzare, il traffico che potrebbe andare a generare verrebbe smaltito in pochi metri. Però sì, si tratta di un nuovo ricorso, che inevitabilmente allungherà ulteriormente le tempistiche. E questo si ripercuoterà ulteriormente sul progetto, che sarà in gran parte da rivedere».
La sentenza è stata accolta favorevolmente anche dal Comune. «La risoluzione del CdS – ci dice il sindaco di Monteceneri Pietro Solcà –, conferma il fondamento della decisione del Municipio. Il CdS non ha tuttavia assegnato le ripetibili al Comune, ritenendo che la pratica non fosse particolarmente complessa, quand’è proprio vero il contrario. Il Municipio è in ogni caso chiaramente contento della decisione. La realizzazione di questo progetto porterà sicuramente un valore aggiunto all’offerta turistica, non solo per i nostri comune e regione ma per tutto il cantone». Una realizzazione che però, visto il ricorso al Tram, è tuttora in forse.
Pro Natura Ticino è infatti da circa cinque anni che si oppone all’iniziativa, progettata dall’architetto Christian Rivola e dall’ingegner Sergio Tami, fin da quando nel 2017 è stata pubblicata la domanda di costruzione preliminare. Il progetto, ricordiamo, oltre all’albergo prevede spazi commerciali e una struttura medica legata allo sport e dovrebbe collegarsi all’adiacente acquaparco tramite una passerella di una ventina di metri. L’opposizione alla relativa licenza è del 2019 e ha avuto un iter travagliato. Il Municipio ha notificato infatti la decisione solamente all’associazione e non al suo patrocinatore che, una volta che ne è venuto a conoscenza, ha chiesto al Comune e al CdS la restituzione del termine di ricorso, ossia la possibilità di opporsi dal momento effettivo dell’informazione. Opportunità negata, così come il ricorso inoltrato conseguentemente al CdS, ritenuto irricevibile in quanto tardivo dato che il governo dava per buona la prima notifica di Monteceneri. Ribalta tutto il Tram lo scorso marzo, quando accogliendo il ricorso di Pro Natura su questi aspetti formali bacchetta Municipio e in particolare CdS, rispedendo l’incarto a quest’ultimo affinché si esprima nel merito dell’opposizione.
Una storia già lunga che si è inevitabilmente allungata e che ha gettato benzina sul fuoco nei rapporti tra gli istanti e le autorità cantonali e comunali. La Depos City Discount ha infatti intentato delle pretese civili nei confronti di Comune e Cantone chiedendo un importante indennizzo per i ritardi subiti a causa degli errori procedurali evidenziati dal Tram: 1,3 milioni di franchi. E mentre il Municipio ha respinto le pretese sostenendo di non avere responsabilità nei ritardi accumulati, Cattaneo Colombo sottolinea: «Finché non ci sarà una decisione nel merito definitiva, la pretesa rimane in sospeso e non la ritiriamo. Anzi, questa prima sentenza nel merito a nostro favore non fa che rafforzare la nostra posizione: significa che stiamo davvero perdendo tempo».
E sebbene la vertenza resti dunque pendente, i rapporti fra gli istanti e il Comune sembrerebbero essere meno tesi rispetto ad alcuni mesi fa. «Sì, in effetti vediamo che questo nuovo Municipio si sta muovendo in una direzione positiva, per il territorio e per i cittadini in generale. E anche nei nostri confronti». Il riferimento è alle varianti di Piano regolatore relative ai comparti serbatoi e idrocarburi. «Per due anni siamo rimasti in attesa che il Comune presentasse il Piano di indirizzo. Su questo dossier sono stati compiuti passi avanti e l’incarto si trova ora al Dipartimento del territorio. Bisogna dar atto al Municipio, in particolare al sindaco e al capodicastero Pianificazione del territorio Marzio Cattani, che ha saputo dar nuovo slancio ai progetti e che sta lavorando bene».