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Monteceneri, il neosindaco: ‘Dimensione sociale importante’

I primi cento giorni di Pietro Solcà (Plr), eletto alla guida di uno dei più grossi comuni ticinesi. Fra politica e progetti: sospesi e in arrivo

Pietro Solcà, neosindaco di Monteceneri (Ti-Press)
23 agosto 2021
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«È la mia prima intervista» premette Pietro Solcà. Ma il 54enne, docente di scuola elementare e padre di due figlie di 20 e 22 anni, se l'è cavata benissimo. Lo incontriamo alla casa comunale di Monteceneri ai primi di agosto per tracciare un bilancio dei primi cento giorni di legislatura del neoeletto sindaco di uno dei più grossi comuni ticinesi, con i suoi 4'500 abitanti il quinto per abitanti del Luganese.

Neoeletto, ma non neofita.

Giusto. Ho fatto due legislature in Consiglio comunale nell'ex Comune di Rivera. Ma sono passati circa trent'anni da allora. Nel frattempo, ho coltivato altri interessi, poi la famiglia, il lavoro. Sono però sempre rimasto legato alla vita del paese. Ho fatto parte di diverse società locali. L'interesse per la cosa pubblica è sempre rimasto: con amici e parenti si discute di quel che va e che non va.

D'altra parte, la politica è una passione di famiglia...

Esatto (ride, ndr). Mio papà è stato municipale per sei legislature, ricoprendo anche la carica di vicesindaco, mentre mio cugino è Emilio Filippini: il sindaco che ha traghettato il Comune di Rivera nell'aggregazione montecenerina.

Cosa l'ha spinta a ributtarsi in politica?

Ho accettato volentieri perché ho molto a cuore le sorti del comune. Essendo un comune di medie dimensioni, la gestione della cosa pubblica deve diventare la più professionale possibile. E poi vorrei sviluppare ulteriormente le collaborazioni con i comuni vicini. C'è anche il fronte interno: dall'aggregazione sono passati oltre dieci anni, ma le divisioni ci sono ancora. Bisognerà cercare di lavorare molto sui campanilismi che non hanno senso di esistere e poi su altre divisioni: partitiche e personali.

 

La scorsa legislatura, in particolare, si è caratterizzata purtroppo per confronti accesi. 

Vero. È mancata un po' la volontà di remare tutti nella stessa direzione. Con le elezioni c'è stato però un ricambio molto forte (cinque municipali su sette sono nuovi, ndr), ora si guarda avanti. Le dinamiche sono completamente cambiate e i presupposti sono buoni. Sono soddisfatto di come sono andati i primi cento giorni. Chiaramente il confronto c'è sempre stato, ci deve essere ed è fondamentale che ci sia. Ma deve restare nel rispetto di ciascuno e quando si prende una decisione si deve restare collegiali il più possibile per portare il tema a termine. Da docente, cerco di instaurare il clima più favorevole possibile, di mediare.

Ecco, dalla sua professione cosa porta in Municipio?

Al giorno d'oggi ci si riferisce spesso alle questioni finanziarie ed è fondamentale che i conti tornino. Ma aldilà di questo, ci sono varie dimensioni da curare. Vorrei essere molto attento agli aspetti umani. Al rapporto diretto con le persone, che purtroppo scompare sempre più. Trovo che, considerata anche la particolare situazione, sia importante dedicarsi e occuparsi della dimensione sociale e relazionale. Occorre stare vicino alla gente, ascoltarla e sostenerla. Le fragilità e insicurezze sono aspetti reali e non da sottovalutare. Compito dei politici è anche entrare in empatia con chi ha bisogno.

La collaborazione è importante, anche perché di temi aperti ce ne sono parecchi. L'edilizia scolastica ad esempio ha fatto discutere.

Il Comune non è particolarmente ricco. Pertanto, dobbiamo fare attenzione con gli investimenti, concentrandoci sulle priorità. A breve termine non credo che possiamo lanciarci in progetti smisurati. Ora, 18-20 milioni per un centro scolastico unico (a Camignolo, ndr) non possiamo permetterceli. Le infrastrutture ce le abbiamo (cinque sedi in totale, ndr). È vero che sono un po' vetuste e andrebbero ristrutturate, ma si tratterebbe di un investimento molto minore. Secondo le previsioni, nei prossimi cinque anni ci servirebbero al massimo due-tre aule in più e una palestra. Un'esigenza quindi c'è, ma è contenuta e potrebbe essere colmata sfruttando il sedime che già abbiamo a Bironico dove c'è l'attuale sede scolastica.

E legato a questo tema, c'è quello del pozzo...

Sì. Erano già stati fatti tutti gli studi per realizzarlo a Bironico (zona Mercurin) ed era pure già stato inserito nel piano cantonale di approvvigionamento idrico. Poi, per motivi politici, si è optato per un altro sedime a Camignolo dove adesso si stanno facendo sondaggi e rilevamenti, per verificare che ci sia acqua a sufficienza. Di un pozzo, in prospettiva futura, abbiamo in tutti i casi bisogno. Certamente una decisione andrà presa durante la legislatura.

Pav, svincolo dell'A2, nuova fermata Tilo: a che punto siamo?

Il Progetto Alto Vedeggio (Pav, la copertura dell'A2, ndr) è da portare avanti con convinzione perché migliorerebbe la qualità di vita. L'obiettivo è far sì che entri nel Piano direttore cantonale. I prossimi mesi saranno importanti. Riguardo alla nuova Stazione Ffs per i treni regionali Tilo (che dovrebbe sorgere fra Bironico e Camignolo, ndr), è già stata inserita nel Piano regolatore comunale. Sia la fermata, sia lo svincolo autostradale a Sigirino, dovrebbero vedere la luce nel 2027. Per la nostra valle sono davvero due grossi progetti: una volta realizzati, il traffico sulla Cantonale dovrebbe diminuire di oltre il 50%. Inoltre, per sgravare un po' l'abitato di Rivera, vorremmo far spostare l'attuale Stazione Ffs un centinaio di metri a nord.

Altri progetti che le piacerebbe portare avanti durante questa breve legislatura?

Sicuramente il rifacimento del centro sportivo Quadrifoglio. Una votazione popolare aveva affossato un investimento iniziale, giudicato troppo oneroso, per ristrutturarlo. Ma non è più a norma in molti aspetti, va rifatto integralmente, e l'esigenza c'è. L'idea è di procedere a tappe, faremo un messaggio già quest'anno. Il fatto che siano stati smontati gli adiacenti silos della City Carburoil apre una vasta gamma di possibilità per espandere gli spazi ricreativo-sportivi. Si potrebbe pensare a una sala multiuso e, perché no, a una piscina. Un bel modello è l'Arena sportiva di Capriasca, che funziona bene ed è un punto di riferimento per tutta la zona. Poi c'è il progetto Casa dei Landfogti. Siamo vicini alla creazione della fondazione. Vorremmo che diventasse un centro di respiro regionale culturale e anche associativo. Inoltre, e non da ultimo, c'è il rifacimento della Casa Madonna delle Nevi di Nante, che d'inverno è impraticabile. Crediamo abbia un potenziale enorme. Nell'area c'è una forte richiesta e abbiamo già avviato discorsi preliminari con la Valbianca. L'investimento da fare è attorno ai due milioni, per ristrutturarla e ampliarla portandola a una capienza di 70 persone circa. Faremo un messaggio a breve; è un progetto che da solo copre le spese di gestione.