Luganese

Lo sparatore di via Beltramina condannato a 9 mesi sospesi

L'uomo, infastidito da asseriti rumori degli inquilini, aveva esploso colpi nel palazzo. È in cura e dovrà seguire norme di condotta per 4 anni

Il palazzo di via Beltramina
(TI-PRESS)
21 maggio 2021
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È approdato alle Correzionali nel pomeriggio il caso dello 'sparatore di via Beltramina'. Il 19 novembre scorso nel palazzo al numero 3 aveva creato il panico. Cinquant'anni, l'uomo, da anni in invalidità psichiatrica, aveva imbracciato il fucile d'ordinanza militare che teneva in casa e fatto esplodere diversi colpi nel giardino comune dello stabile, mirando verso il terreno, ma anche all'interno del suo stesso appartamento al pianterreno, colpendo una parete in cucina e il plafone in salotto. Il motivo? «Era infastidito da asseriti rumori provocati dagli altri inquilini del palazzo, rispettivamente dagli scherni - da lui definiti "ridolini" - di un'anziana coppia che viveva al piano di sopra.» L'insopportazione dell'uomo durava da mesi, almeno dall'estate scorsa. 

Ora è in cura a Ingrado. Norme di condotta per quattro anni 

Dopo i fatti, è in cura da psichiatri e svolge regolari colloqui al centro Ingrado di Cagiallo. «Mi sento più tranquillo e stabile. Sono più rilassato e non più arrabbiato con tutti. Ho trovato un posto di lavoro e dovrei iniziare a breve». All'imputato sono state ordinate norme di condotta per la durata di quattro anni: gli è stato fatto obbligo di proseguire la terapia farmacologica e di sottoporsi al trattamento psichiatrico indicato dal perito. L'uomo, ancora dipendente dall'alcol e dalla marijuana, oggi vive in Malcantone. Una perizia psichiatrica ha stabilito una scemata responsabilità del 50enne di grado grave per quanto attiene agli spari nel palazzo e di grado medio per il suo consumo di marijuana il giorno dei fatti. Il 50enne, difeso dall'avvocatessa Luisa Polli, si è detto in chiaro, che qualora le misure ordinate non funzionassero ritornerebbe in carcere. Il 50enne, reo confesso, processato con rito abbreviato, è stato condannato dal giudice Marco Villa, a 9 mesi di detenzione sospesi con la condizionale per un periodo di prova di quattro anni. Il giudice Marco Villa ha accolto le proposte di pena della pp Pamela Pedretti. 

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