Il medico cantonale ha ordinato il sequenziamento dei test positivi rilevati a Origlio. Merlani: ‘Non sappiamo ancora cos’ha innescato questo focolaio’
I test effettuati alla scuola Steiner di Origlio hanno rilevato 50 persone positive al coronavirus su 200, con un’incidenza, dunque, del 25 per cento. Settimana scorsa l’Ufficio del medico cantonale aveva decretato la quarantena per l’intera sede e dato l’occasione a tutti di testarsi venerdì. Abbiamo chiesto alcune delucidazioni al medico cantonale Giorgio Merlani.
Dottor Merlani, come è stata possibile l’esplosione di casi così ampia?
«Non sappiamo ancora cos’ha innescato questo focolaio. Le ipotesi su cui stiamo lavorando sono due. La prima è che si tratti di una variante, motivo per il quale abbiamo mandato in laboratorio dei test per effettuare il sequenziamento del virus. L’altra ipotesi è legata alla particolarità della situazione. Gli allievi si trovano tutti nello stesso istituto, dalla scuola elementare fino al liceo. Quindi ci sono diverse età, alcune con l’obbligo della mascherina, altre no. Inoltre sono persone che si incontrano anche all’esterno e venendo da varie parti del cantone immagino che i genitori si organizzino per portare a turno i figli a scuola in macchina. Questo fa sicuramente bene al virus e non alla difesa».
Quale altra variante potrebbe essere in gioco?
«Tutte le varianti immaginabili possibili, non è esclusa neanche una nuova. Anche se non mi aspetto proprio che ci sia una variante di Origlio. Però nulla è dato per assodato. Testiamo anche per escludere questa ipotesi».
Riguardo alle regole d’igiene cosa ci può dire? Non è l’unica scuola i cui allievi giungono da varie parti del cantone e si incontrano all’esterno.
Questa rischia di diventare una valutazione politica. Io osservo l’evoluzione del virus, mi sono fatto mandare il piano di protezione dalla scuola, che è conforme e adeguato. Ovviamente non sono fisicamente all’interno dell’istituto con gli occhi e le orecchie. C’è da dire che ogni tanto anche dalle scuole pubbliche ci giungono voci di insegnanti che non indossano sempre la mascherina. Insomma, secondo le mie informazioni la situazione non è così dissimile dal resto e non bisogna per forza pensare che un modello pedagogico ed educativo alternativo sia infarcito di persone che la vedono in modo alternativo anche sul coronavirus.
È successo tutto in pochi giorni.
«I contagi sono avvenuti molto in fretta e parallelamente, per questo motivo abbiamo deciso di fare un secondo test mercoledì a coloro che sono risultati negativi venerdì scorso. Stiamo inoltre spiegando alle famiglie che non hanno dato il consenso ai test, l’importanza di far sottoporre i ragazzi all’esame. Con una prevalenza così alta è sicuro che alcuni di quelli che non si sono fatti testare risultino positivi. Abbiamo pure chiesto alle famiglie di fare molta attenzione alle regole d’igiene e distanziamento, anche a quelle non in quarantena, per evitare che il focolaio si propaghi all’esterno».
Si parla di test salivari per questa scuola. Qual è la differenza col tampone Pcr?
«Il test salivare è un test Pcr, la differenza è che viene fatto su un campione di saliva invece che prelevato da un tampone. Il test salivare permette di unire vari campioni in uno solo, per poi verificare se è positivo l’insieme. In questo caso però, temendo che l’incidenza fosse alta, non abbiamo fatto appunto un ‘pooling’, ma abbiamo testato ogni singolo campione di saliva separatamente e abbiamo fatto bene perché la prevalenza era molto alta».