Luganese

Plr a Lugano, ha prevalso il 'Divide et impera'

Guido Tognola, presidente dimissionario della sezione si assume la responsabilità della sconfitta elettorale. Verso la nuova conduzione con un gremio misto

Guido Tognola, presidente dimissionario della sezione Plr (Ti-Press)
3 maggio 2021
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Hanno lasciato tracce quei veleni che hanno minato la campagna elettorale del Plr a Lugano. Il partito ha perso le elezioni comunali dello scorso 18 aprile, registrando per la corsa al Municipio, una perdita di 1'450 schede rispetto alle 4'873 ottenute nel 2016. Tracce che sono emerse in alcuni interventi parecchio critici. Ma andiamo con ordine. L'assemblea sezionale convocata online stasera ha optato, con 56 voti, per un traghettamento verso la nuova presidenza da parte di un gremio condiviso di cui fanno parte i due municipali Karin Valenzano Rossi e Roberto Badaracco, i due vice dell'Ufficio presidenziale Luca Cattaneo (che ha condotto la riunione) e Morena Ferrari Gamba, assieme al neo capogruppo in Consiglio comunale Rupen Nacaroglu. Bocciata con 24 voti la proposta che mirava a escludere i due vice dalla conduzione lasciando loro solo le questioni amministrative. La modalità di ricerca del nuovo presidente verrà decisa in un prossimo futuro quando sarà trascorso più tempo e forse si troverà un rimedio per quei veleni.

'Ho fallito ma quel male poco oscuro...'

Il presidente dimissionario Guido Tognola, dopo aver ringraziato tutti i candidati eletti e non eletti ha parlato di una «campagna anomala, dove la possibilità di visibilità mediatica era in gran parte alla base del successo, alcuni hanno voluto giocare con il fuoco rischiando non solo di bruciarsi, ma anche d'inficiare e offuscare irreparabilmente il lavoro di molti altri. Ciononostante, i numeri sono impietosi, il risultato inappellabile». L'ex presidente non ha accampato scuse: «Una battaglia persa della quale mi assumo personalmente e interamente la responsabilità, facendo un passo indietro, pur rivendicando l’impegno profuso nel cercare nella cultura politica, nel declinare e vivere, non solo enunciare, quei valori fondativi del nostro pensiero, i presupposti per un rilancio concreto del partito». Il suo fallimento nasce «nel non avere capito per tempo quella logica del “Divide et impera”. Il male, anche poco oscuro, che da troppo tempo infetta la nostra sezione. Strategia efficace ed efficiente nel distruggere, lo abbiamo visto, non nel creare e ancora meno nel mantenere. Nasce, da un lato, nel cercare una razionalità nell’irrazionalità del perché alcune situazioni si sono create e dall’atro lato il non avere valutato correttamente la portata delle conseguenti costrizioni. Il rifiuto della rimessa del mio mandato durante una Direttiva nel novembre 2019 mi aveva semplicemente illuso».

'Tre anni entusiasmanti'

Tognola lascia dopo «tre anni entusiasmanti, seppure difficili e vissuti dal nostro Ufficio presidenziale (Up) perlopiù in grande solitudine. Tre anni passati a cercare di coinvolgere con passione quella base che tutti vorremmo riconquistare, portandola nuovamente a discutere, non semplicemente avallare, anche progetti fondamentali per il futuro della nostra città, Pse, programma di legislatura 20/24 lo attestano». Senza paura di chiedere scusa ma ringraziando per «l’opportunità di questa splendida avventura, chiedendo umilmente venia per non essere riuscito a realizzare un sogno che altri sicuramente realizzeranno: quello del primato cittadino, non solo in Consiglio comunale e non per un maggior demerito degli altri, con un Plr unito, orgoglioso, che ricopra il ruolo che gli compete in una delle città più belle al mondo: Lugano». Gli ha fatto eco la vicepresidente Morena Ferrari Gamba che ha messo in evidenza come «ogni volta che un presidente arriva alle dimissioni è una sconfitta per tutti. Nel giro di cinque anni, in una legislatura complicata, ci sono state ben due dimissioni. Lugano, abbiamo un problema, su questo non ci piove». La vicepresidente della sezione ha chiesto di voltare pagina: «Da tempo stiamo chiedendo un cambiamento, ma questo non è scontato e non potrà mai avvenire se non c’è il reale impegno da parte di tutti. Un impegno che si indebolisce ogni volta che permettiamo alla discussione e al confronto di diventare così velenoso; così pervaso dal rancore e giudichiamo cattive le persone con cui non siamo d’accordo».

Pessina: 'Si dimetta tutto l'Up'

A proposito di veleni: il presidente onorario della sezione Aldo Pessina, si è detto «stupefatto dagli interventi del presidente e della vice: un autoelogio incredibile nel tentativo di ribaltare le situazioni». Auspicando l'uscita di scena di tutto l'Ufficio presidenziale, ha rimarcato che «i nostri municipali sono stati attaccati da una sezione scollata dal gruppo e la campagna è stata data in mano a un sinistroide che ha abbandonato i candidati a se stessi ostacolando i presidenti dei quartieri». «Provo una grande tristezza nel sentire gli interventi precedenti che denotano poca signorilità. Non mi stupisce ma mi preoccupa per il futuro del mio partito e della mia città», ha affermato Laura Sadis, ex consigliera di Stato, che si è chiesta cosa possano pensare i giovani candidati e come motivare il loro impegno di fronte a queste contrapposizioni sterili che lasciano il tempo che trovano. Le parole di Pessina sono state criticate anche dal delegato Giancarlo Viscardi, che ha evocato quella corrente che non ama il rinnovamento perché legata a vecchi schemi. Numerosi anche gli altri interventi fra i quali quelli dei due municipali. Impossibile citarli tutti, la maggior parte ha però sottolineato la necessità di guardare avanti, per ricostruire lasciandosi finalmente alle spalle il tentativo di alimentare quei veleni dannosi.

 

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