Fissata l'udienza preliminare. Fra gli imputati, gli ex sindaci e amministratori comunali
E' stata fissata per il 24 febbraio l'udienza preliminare per le accuse mosse dalla Procura a 18 imputati, nell'ambito dell'inchiesta penale per il maxi crac del Casinò di Campione d'Italia, sul quale sono chinati anche i giudici del Tribunale fallimentari di Como, chiamati a decidere sull'ammissione alla procedura concordataria della società di gestione della casa da gioco. Fra gli imputati chiamati a comparire davanti al giudice delle udienze preliminari Andrea Giudici ci sono gli ultimi due sindaci, Marita Piccaluga e Roberto Salmoiraghi, e i loro vice Florio Bernasconi e Alfio Balsamo. Oltre ai quattro ex amministratori comunali, anche l'ex amministratore delegato, i componenti del consiglio di amministrazione e i componenti del collegio sindacale della Casinò di Campione d'Italia.
Il processo scaturisce da un esposto presentato tre anni fa da Salmoiraghi e Balsamo, nel periodo in cui in Consiglio comunale erano seduti sui banchi della minoranza. Ora i due si ritrovano sul banco degli imputati, assieme a coloro ai quali avevano dichiarato guerra. Un esposto-boomerang per i due che è valso a far emergere una situazione insostenibile che nessuno ha mai chiarito come sarebbe stato possibile sanare. Al centro dell'inchiesta la voragine di debiti del Casinò e del Comune: il primo chiuso nel luglio 2018 con conseguente licenziamento di tutti i 480 dipendenti, il secondo in dissesto finanziario, con drastica riduzione del personale passato a 100 a 17 lavoratori. Debiti per oltre 200 milioni di euro. Oltre ai quattro amministratori locali, fra gli imputati troviamo anche l'ex amministratore delegato Carlo Pagan, componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale della casa da gioco e gli ex revisori di conti del Comune. I reati contestati a vario titolo sono falso in bilancio e abuso d'ufficio. L'ex comandante dei vigili urbani Maurizio Tumbiolo e l'ex capo dell'area comunale economico finanziario Emanuela Radice sono accusati di corruzione. Stando all'accusa la Radice per beneficiare dei vantaggi fiscali (meno tasse) riconosciuti ai campionesi aveva fatto figurare di risiedere a Campione d'Italia in un appartamento di Tumbiolo, quando in realtà non avrebbe mai smesso di vivere a Cornaredo. In cambio la dirigente comunale avrebbe archiviato un procedimento disciplinare avviato nei confronti di Tumbiolo. Per l'accusa un classico caso di 'do ut es'.