Il Tribunale di Como concede alla sala da gioco due settimane per produrre nuovi documenti
Quindici giorni per integrare l'istanza di concordato presentata dalla Casinò Campione d'Italia Spa in occasione dell'udienza dello scorso 18 dicembre per la dichiarazione di fallimento della casa da gioco dell'enclave, così come chiesto dalla Procura lariana. È quanto ha deciso dal Tribunale fallimentare di Como. La Casinò Campione d'Italia ha dunque due settimane produrre nuovi documenti.
Gli stessi giudici hanno fissato per il 1° febbraio l'udienza per l'audizione dell'amministratore delegato del Casinò, Marco Ambrosini. Una corsa contro il tempo, ma per quanto è dato sapere la società di gestione del Casinò già disporrebbe di un pianto industriale e di un piano di rientro del debito della casa da gioco. Un piano industriale che fa leva anche sulla disponibilità di gruppi internazionali, presenti anche in Ticino, che operano nel settore del gioco d'azzardo e delle scommesse, che sarebbero pronti a partecipare alla gestione del casinò dell'enclave, attraverso una iniezione di capitali di cui il Comune non dispone. Il Tribunale fallimentare ha respinto la richiesta di sequestro dei beni della Casinò Campione d'Italia (una mezza dozzina di euro) reiterato lo scorso 18 dicembre dalla Procura di Como. Una decisione che sembra confermare la disponibilità del giudice fallimentare a concedere alla Casinò Campione d'Italia di percorrere la strada del concordato preventivo e quindi evitare il fallimento delle casa da gioco. Lo conferma il fatto che i giudici, nel motivare la loro decisione, parlano della ''nomina di due commissari'' da affiancare all'amministratore delegato.