In vista dell'udienza del Tribunale di Como, il Consiglio comunale approva l'ordinanza che stabilisce gli indirizzi per l’assemblea dei soci
«Il fallimento del Casinò non porterebbe a niente: per cui lo dobbiamo evitare, per dare un futuro a questa comunità» ribadisce Roberto Canesi, sindaco di Campione d'Italia, nell'introdurre la seduta del Consiglio Comunale in vista dell'udienza del Tribunale civile di Como, chiamato a discutere la rinnovata istanza di fallimento della Casinò Campione d'Italia, la società di gestione della casa da gioco, presentata dalla Procura lariana. Con una ordinanza approvata all'unanimità, il Consiglio comunale ha fissato gli ''indirizzi cui l’assemblea dei soci del Casinò dovrà attenersi, al fine di poter depositare memorie scritte entro domani, 17 dicembre'' al tribunale di Como, che esaminerà la nuova istanza di fallimento. Innanzitutto, il Consiglio comunale, con l'ordinanza ha dato spessore e valenza giuridica ''all'organo amministrativo (Marco Ambrosini, amministratore delegato) e ai componenti del collegio sindacale della società, attualmente in regime di proroga''.
Organo amministrativo che prima ancora del pronunciamento, risalente allo scorso 3 dicembre, della Corte di Cassazione che ha innescato il nuovo procedimento davanti ai giudici di Como, dal sindaco Canesi aveva ricevuto l'incarico di individuare le opportune condizioni per il più celere possibile riavvio dell’attività della società partecipata a tutela degli interessi comunali e dell’occupazione locale. In questa ottica, si colloca l'indirizzo che impegna Marco Ambrosini a proporre ai giudici fallimentari in primis di valutare la precedente richiesta di procedura di concordato preventivo tuttora in essere. Se questa richiesta non dovesse essere accolta, l'amministratore delegato provvederà a presentare una nuova domanda di concordato preventivo. Per convincere i giudici fallimentari a concedere alla Casinò Campione d'Italia di percorrere, attraverso il concordato preventivo, la strada della riapertura della casa da gioco, chiusa dal 28 luglio 2018, con conseguenze che hanno devastato l'intera comunità campionese, Marco Ambrosini non si presenta a mani vuote. Ma con una bozza di piano industriale e economico, che prevede anche una simulazione di rientro dei debiti sulla cui entità (175 milioni di euro) gioca la Procura lariana. Un piano che fa leva anche sulla disponibilità (non verbale, ma scritta) di una mezza dozzina di gruppi internazionali del gioco d'azzardo che hanno manifestato interesse per la casa da gioco dell'enclave.
Roma e Berna, a livello di Ministeri degli Esteri, hanno trovato un accordo che sarà firmato domani venerdì 18 dicembre, su un problema molto avvertito dai campionesi. Quello delle targhe svizzere. Autovetture, moto e furgoni dei residenti nell'enclave sono targate Ticino. Con l'entrata nello spazio doganale europeo di Campione d'Italia i cittadini dell'enclave dal prossimo gennaio avrebbero dovuto stargare i loro mezzi e rinnovare l'immatricolazione in Italia, con costi non indifferenti. L'accordo prevede che per due anni i campionesi potranno continuare a circolare con i loro mezzi targati Ticino. I leasing andranno a scadenza. Nei prossimi due anni Roma busserà a Bruxelles per trovare una soluzione meno complicata e costosa per tutti i problemi sorti a Campione d'Italia a seguito dell'inclusione dell'enclave nello spazio doganale europeo.