Luganese

Aeroporto, c’è chi dice no

Ppd e Plr garantiranno un appoggio ‘critico’ al messaggio del Municipio. Il Ps cantonale sosterrà il referendum contro il credito votato in Gran Consiglio

Riunione vivace quella del gruppo Ppd di questa sera. Tema in discussione, il messaggio sull’aeroporto, in vista della seduta del 25 novembre. Mentre a Bellinzona il comitato cantonale del Ps ha deciso di sostenere il referendum, la sezione di Lugano del Ppd convive con una voce fuori dal coro, quella di Sara Beretta Piccoli che, come nella seduta di Gran Consiglio di lunedì e come ha sempre fatto anche in Consiglio comunale, non ha mai approvato crediti a favore dello scalo. E dunque si asterrà anche sul messaggio ritoccato al ribasso dal Municipio di Lugano. Un messaggio che sarà però sostenuto dal gruppo. Cominciamo da Beretta Piccoli: «L’aeroporto è come un malato terminale senza attività cerebrale che sopravvive grazie alle macchine. Non esiste che si voglia continuare a iniettarci soldi pubblici. Non sono d’accordo nemmeno con la proposta del Municipio di sostegno a Lugano Airport Sa (Lasa) fino al termine del 2020 per fare la transizione con i privati. Abbiamo già investito quasi 40 milioni di franchi in una società che, se non fosse pubblica, avrebbe già dovuto fallire. Non ha senso mettere altri soldi peraltro solo per coprire ancora delle perdite». Sara Beretta Piccoli, come consigliera comunale, si era già espressa contro i crediti per la costruzione dei due hangar: «Prima di votare a favore di un messaggio del genere vorrei conoscere chi sono i privati disposti a partecipare nella gestione dello scalo e sapere quanto e come sarebbero disposti a investire. Invece, nel messaggio non si dice nulla. Le uniche certezze sono i debiti milionari di Lasa e che lo scalo è senza voli di linea e non è concorrenziale con gli altri mezzi di trasporto. Senza contare la contraddizione del Cantone che finanzia il collegamento fra il Ticino e l’hub alla Malpensa». D’altro canto, il capogruppo Michel Tricarico non condivide questa posizione.

Obiezioni e richieste

Anzitutto, Tricarico si rallegra che «le riserve espresse al Municipio nell’incontro con i capigruppo hanno permesso di modificare il messaggio nel senso di dare la priorità al passaggio di Lasa ai privati e alla conversione verso l’aviazione generale, situazione di fatto oggi all’aeroporto». Per cui, quello del Ppd sarà un appoggio critico perché «siamo consapevoli che non si può far fallire Lasa e altrettanto che lo scalo debba rimanere ma non possiamo più concedere cambiali in bianco per coprire voragini. Però, c’è il senso di responsabilità nei confronti della regione: l’aeroporto garantisce posti di lavoro, un indotto economico e per il futuro rappresenta un’opportunità». Il Ppd chiederà inoltre spiegazioni al Municipio «in merito alla quota parte di 780’000 franchi che spetta alla Città per coprire le perdite di Lasa nel 2020, cifra calcolata in base al messaggio di maggio quando i voli di linea su Zurigo erano ancora attivi». E, aggiunge il capogruppo Ppd, «chiederemo una tabella di marcia per raggiungere gli obiettivi e la nomina di un capoprogetto che la coordini».
Ha una posizione critica anche il gruppo del Plr in Consiglio comunale, ma nella riunione di stasera è emerso un chiaro sostegno all’aeroporto perché la struttura è ritenuta importante, ha spiegato la capogruppo Karin Valenzano Rossi. Un sostegno la cui forma verrà definita prossimamente anche alla luce di quanto verrà discusso in Commissione della gestione. 
Il comitato cantonale del Ps riunito stasera alla Casa del popolo di Bellinzona ha assicurato il sostegno al referendum con 30 sì, un no e un’astensione. «È inaccettabile che si faccia un uso di questo tipo di soldi pubblici», ha detto la granconsigliera e capogruppo a Lugano Simona Buri. «Nell’aeroporto son stati messi 40 milioni, e negli ultimi anni non è cambiata la situazione: per noi era inaccettabile un altro spreco. Potevamo come Ps bocciare il messaggio a livello cantonale e comunale e basta, ma questo non avrebbe preso a carico i cinquanta dipendenti. Non ci siamo sentiti di voltar loro le spalle». Ma sarà comunque referendum: «Per un uso efficace dei soldi pubblici, per uno stop all’inquinamento dei voli regionali, per una transizione ordinata dell’aeroporto e soprattutto per dare alternative al personale considerato in esubero».