Luganese

Cardiocentro, Falò e i conti in tasca ai Moccetti

Un'inchiesta della Rsi ripercorre la vertenza con l'Eoc partendo dalla convenzione fino all'iniziativa popolare

12 aprile 2019
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“Pensare di comprarmi offrendo a mio figlio 5 anni in più da direttore è un piatto di lenticchie avvelenato. Erano le lenticchie di Esaù che ho rifiutato e la mia storia personale professionale mi impone di rifiutare”, parole di Tiziano Moccetti, primario di Cardiologia e direttore del Cardiocentro. La replica di Paolo Sanvido, presidente del CdA dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc): “Se tu dici che garantire a qualcuno un posto di lavoro fisso, per 5 anni, con degli stipendi fuori regola da quelli dell’Eoc, lo chiami un piatto di lenticchie, io lo trovo un insulto per tanti ticinesi in disoccupazione”.

Il botta e risposta s’innesca nella diatriba in vista della fine del 2020 e dello scioglimento della fondazione Cardiocentro e dell’ospedale del cuore che, con il suo patrimonio, dovrà confluire all’Eoc come prevede la convenzione siglata 25 anni fa. Il passaggio dovrà essere di competenza di tutto il Consiglio di Stato, come chiesto da Manuele Bertoli (cfr. a pag. 3). La trasmissione Falò ieri sera ha ripercorso la vertenza, dalla convenzione all’iniziativa Grazie Cardiocentro. E ha snocciolato i guadagni della famiglia Moccetti basati sulla media degli stipendi annuali del periodo 2012-2018 forniti dal Cardiocentro: il professore, primario di cardiologia ed ex direttore sanitario ha un salario di 745mila franchi, più i proventi dell’attività indipendente. Poi c’è il figlio Marco, medico e caposervizio: 268mila franchi. L’altro figlio, Dante, direttore amministrativo, ha invece un salario di 357mila franchi. Salari fuori scala e nettamente al di sopra di quelli percepiti dai direttori degli ospedali ticinesi. Fanno discutere pure i mandati professionali attribuiti a membri del Consiglio di fondazione: al presidente Giorgio Giudici sono andati 70mila franchi per prestazioni del suo studio di architettura, lo studio legale di cui è co-titolare Giovanni Jelmini ha fatturato 150mila franchi. Durante la trasmissione Jelmini e Tiziano Moccetti hanno ribadito che la famiglia sarà fuori gioco dal 2021. Il Cardiocentro è una fondazione privata ed è finanziato anche con i soldi dei cittadini: il 55% dal Cantone e il 45% dalle assicurazioni. Ogni anno il Cantone versa alla clinica circa 28 milioni, le casse malati 22. E i conti del Cardio, stando ai dati dell’Ufficio federale della sanità, da dieci anni registrano perdite costanti, per un totale di 35 milioni di franchi nel decennio 2008-2017.