Luganese

Nuovo blitz della Guardia di Finanza a Campione d'Italia

Gli investigatori – accompagnati da un ispettore del Ministero economia e finanze – hanno rilevato una copiosa documentazione dagli uffici del Comune

Ti-Press
11 settembre 2018
|

Nuovo blitz stamane a Campione d'Italia, dove sono arrivati le fiamme gialle del Nucleo economico e finanziario di Como, gli uomini della polizia giudiziaria della Procura lariana e un ispettore del Mef (Ministero economia e finanze). Era presente anche Nicola Piacente, capo della Procura di Como, che coordina l'indagine del pm Pasquale Addesso, sostituto procuratore titolare delle inchieste penali, scaturite da un esposto del sindaco Roberto Salmoiraghi. Gli investigatori si sono recati negli uffici del Comune per acquisire una copiosa documentazione. La presenza di un ispettore del Mef rappresenta una importante novità, conseguenza degli sviluppi delle due inchieste penali che alla luce del fallimento della casa da gioco sono state raggruppate in un unico fascicolo a carico di nove indagati. Non si esclude che il numero possa aumentare.

S'ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta

Il fallimento del Casinò ha notevolmente aggravato la posizione degli indagati: l'accusa contesta il reato di bancarotta fraudolenta. I primi ad essere iscritti, lo scorso 30 novembre, sul libro degli indagati sono stati i cinque componenti del precedente consiglio di amministrazione del Casinò, fra cui Carlo Pagan amministratore delegato, nonché direttore generale, Gianpaolo Zarcone, ex segretario generale del Comune. Nel giugno scorso i primi sviluppi del secondo filone d'indagine con gli avvisi di garanzia nei confronti del sindaco Roberto Salmoiraghi e dell'amministratore unico del Casinò Marco Ambrosini e di due funzionari della Banca Popolare di Sondrio, filiale di Campione d'Italia. Inizialmente il reato contestato nell'ambito del secondo filone era bancarotta preferenziale a causa dell'uso scorretto – per l'accusa – di 3 milioni di euro presi in prestito dalla banca per investirli in Villa Mimosa che sarebbe dovuta diventare il casinò dei cinesi. Soldi finiti nella voragine della società. Nei confronti di Salmoiraghi e Ambrosini anche l'accusa di bancarotta fraudolenta per 2'445 franchi pagati dalla casa da gioco per cene che il sindaco aveva consumato in due hotel a cinque stelle di Lugano. Soldi che il sindaco di Campione dovrebbe aver rimborsato.