Luganese

Pagan e Salmoiraghi, ex 'nemici' sotto inchiesta

Campione d'Italia, si delineano i contorni dell'inchiesta della Procura di Como dopo le perquisizioni e i sequestri dei giorni scorsi.

Ti-Press
17 giugno 2018
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Chi mai avrebbe immaginato che Carlo Pagan e Roberto Salmoiraghi, per anni duellanti sino all'ultima stoccata, un giorno potrebbero ritrovarsi seduti sullo stesso banco degli imputati. Eppure l'inimmaginabile si sta profilando, anche se per ora sono solo, assieme ad altre sette persone, iscritte sul libro degli indagati. I loro nominativi figurano infatti nello stesso fascicolo giudiziario. Ciò che li differenzia è il reato contestato dal pm Pasquale Addesso, titolare di una sterminata inchiesta scaturita da un esposto depositato la scorsa estate in Procura dell'attuale sindaco, nel periodo in cui assieme a Alfio Balsamo (vicesindaco) era sui banchi della minoranza.

La storia è nota: Salmoiraghi e Balsamo segnalavano il mancato trasferimento di risorse dal Casinò a Comune. Questo il motivo per cui sono indagati per peculato Pagan, ex amministratore delegato (accusato anche di falso in bilancio) e gli altri quattro componenti del precedente Cda della casa da gioco. Da qui il blitz del 28 novembre 2017 al Casinò e al Comune, dal quale è scaturita l'istanza di fallimento della Casinò Campione Spa, avanzata  lo scorso 15 gennaio dal pm Pasquale Addesso e controfirmata dal procuratore capo Nicola Piacente.

All'inizio della scorsa settimana il nuovo blitz delle fiamme gialle del Nucleo economico-finanziario della Guardia di finanza di Como tonnate negli uffici del Casinò e del Comune. Perquisita anche la filiale campionese della Banca Popolare di Sondrio. Contestualmente i finanzieri hanno notificato l'avviso di garanzia a Salmoiraghi, Marco Ambrosini (amministratore unico del Casinò dall'estate scorsa) e due dipendenti della banca valtellinese per bancarotta preferenziale e solo per i primi due anche per bancarotta fraudolenta per distrazione.

Quando già si sapeva dell'istanza di fallimento ci sono stati trasferimenti (9 milioni di euro) dal Casinò al Comune e alla Banca. Condotta che per l'accusa configura il reato di bancarotta preferenziale. Quella ''per distrazione'' (2.445 franchi, una miseria se rapportata alle decine di milioni di euro che ballano) è dovuta al pagamento di cene che, per l'accusa, Salmoiraghi ha consumato all'hotel 5 stelle Swiss Diamond di Vico Morcote. Sviluppi che, confermati a ''La Regione'', sono scaturiti dalle dichiarazioni rese lo scorso marzo dal consulente per il controllo di gestione della Casinò Campione d'Italia e dall'esposto dello scorso aprile del Responsabile della corruzione e Trasparenza della casa da gioco. Atti acquisiti al fascicolo d'inchiesta.

A questo punto l'attenzione si sposta sul futuro di Casinò e Comune. Dire chi dei due sta peggio non è facile. Sulla casa da gioco pende la richiesta di fallimento. Per quanto è dato sapere sarebbe problematica la stesura del piano di rientro dai debiti da consegnare entro il 17 settembre prossimo, giorno in cui il Tribunale fallimentare farà conoscere la sua decisione. Il Comune, in dissesto finanziario, attende la nomina del commissario governativo. La posizione di sindaco e amministratore unico, entrambi indagati, non è un bel biglietto da visita.