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Seconde case e Airbnb: ‘Bisogna ascoltare il voto popolare’

Al Municipio cittadino un’interrogazione della Sinistra Unita, preoccupata dalle conseguenze sulla disponibilità di alloggi e sulla coesione sociale

Al gran ballo degli alloggi
(Ti-Press)
2 gennaio 2025
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“Comprendere meglio l’attuale situazione delle abitazioni secondarie, il fenomeno degli affittacamere e il loro impatto sul mercato delle abitazioni primarie” a Locarno. Perché “un serio approfondimento di questa tematica da parte dell’esecutivo e del legislativo è un dovere verso la cittadinanza locarnese, che tramite la bocciatura degli oggetti concernenti il diritto locativo alle recenti votazioni federali, ha espresso una chiara preoccupazione rispetto al tema dell’alloggio”.

È la riflessione che apre l’interrogazione presentata sul tema dalla Sinistra Unita con Francesco Albi (primo firmatario), Lorenza Bardelli-Brughelli, Rosanna Camponovo-Canetti, Gianfranco Cavalli, Nadia Mondini, Stelio Mondini, Gionata Genazzi e Spase Zlatanov. L’interrogazione è intitolata “Abitazioni secondarie e affittacamere tipo Airbnb: Locarno quo vadis?”. E quanto il tema sia d’attualità è dimostrato dai numeri facilmente ottenibili sul sito Airbnb, che solo a Locarno ne propone circa 300 (e un migliaio nella regione, valli comprese).

Appartamenti e affitti a rischio

“In alcune delle destinazioni più frequentate d’Europa le amministrazioni comunali si sono già viste costrette – o stanno accelerando – a introdurre regolamentazioni e misure per arginare la progressiva perdita di residenti causata dalla diffusione delle piattaforme di prenotazione online che permettono l’affitto di breve durata di abitazioni di vacanze”, viene premesso nell’interrogazione. E “tra le principali conseguenze negative di questo fenomeno si annoverano le stesse prodotte dall’incremento delle residenze secondarie: l’aumento degli affitti, la riduzione di abitazioni disponibili per i residenti e la conseguente difficoltà nel trovare alloggi, lo spopolamento dei quartieri dei centri (soprattutto storici), il peggioramento della qualità della vita, la perdita di coesione sociale, la concorrenza alle strutture alberghiere eccetera”.

La sinistra ricorda che nel marzo del 2012 il popolo svizzero aveva approvato l’iniziativa per limitare la costruzione di abitazioni secondarie, diventata legge (la LaSec con la relativa ordinanza d’applicazione) nel 2016. In sostanza la quota di residenze secondarie rispetto al totale delle unità abitative e della superficie lorda per piano utilizzata a scopo abitativo di un comune non può eccedere il 20 per cento.

Prima pionieri, dopo invece...

Il fenomeno di trasformazione di abitazioni primarie in spazi destinati a soggiorni turistici di breve durata esiste anche a Locarno, considera la Sinistra Unita, che riconosce poi alla Città “un ruolo pionieristico a livello cantonale nella regolamentazione delle residenze secondarie e nella tutela dell’agglomerato urbano come luogo di abitazione e vita sociale”. Il riferimento è alla risoluzione del Consiglio comunale (30 novembre 1987) riguardante l’adozione dell’articolo 30bis delle Norme di attuazione del Piano regolatore (Pr) che introduceva “limiti specifici per le residenze secondarie nelle aree destinate a uso abitativo”. Un passo avanti mitigato però nel 2002, con la proposta municipale di “forte allentamento della norma, alzando le percentuali delle abitazioni secondarie, proponendo aumenti fino al 50 per cento”. In particolare veniva approvata la variante di Pr proposta dall’esecutivo con modifiche a favore degli alloggi di vacanza in Città Vecchia, ai Monti nella zona lago e nelle zone ad alta densità edificatoria delle torri e di via Respini. L’allentamento ha raddoppiato la superficie utile lorda potenzialmente destinata all’uso secondario (da circa 250mila a 500mila metri quadrati) “e consentito al mercato di orientarsi verso i bisogni dei turisti anziché degli abitanti”.

Dati alla mano

Ora, sulla base della Legge federale sulle abitazioni secondarie (e relative criticità), la Sinistra Unita pone al Municipio una serie di domande. Per quanto riguarda il monitoraggio dell’evoluzione delle abitazioni a Locarno, viene chiesto che i dati dello studio “Dinamiche demografiche a Locarno”, e in particolare quelli sulle “abitazioni primarie e secondarie, totali e vuote, per quartiere”, nonché quelli sulle “abitazioni primarie vuote, per tipologia dei locali, ed età di costruzione per quartiere”, “vengano aggiornati a oggi (e che in futuro questi dati vengano pubblicati regolarmente a scadenza annuale)”. La Sinistra Unita auspica anche che “vengano forniti tutti i dati trasmessi alla Confederazione nell’ambito della procedura di verifica richiesta dalla Legge (tabella con la tipologia di alloggi ecc.) dal 2016 ad oggi” e si interroga se “le abitazioni affittate per scopi turistici (superiore ai 90 giorni) siano incluse o meno nelle residenze secondarie”.

Quote e misure

Per quanto riguarda le abitazioni secondarie, poi, al Municipio viene chiesto di spiegare l’evoluzione della quota dal 15,2 per cento nel 2018 all’attuale 19,8, cosa preveda per il futuro (“in particolare in relazione alla quantità di alloggi vuoti che dopo due anni dovrebbero essere contabilizzati come residenze secondarie”) e quali ulteriori misure intenda adottare il Municipio per arginare l’aumento della quota di residenze secondarie. Inoltre, in merito alle abitazioni affittate per scopi turistici, la richiesta è di avere dei dati sugli appartamenti trasformati in affittacamere e locati a scopo turistico per più di 90 giorni negli ultimi anni “e se questi erano primari o secondari”; e sul numero degli appartamenti affittati per meno di 90 giorni e se sono primari o secondari. Al Municipio viene anche chiesto come consideri questi alloggi dal profilo amministrativo e se “le residenze locate a scopo turistico per un periodo complessivo superiore ai 90 giorni” siano o meno considerate residenze secondarie. Infine, viene chiesto di “identificare eventuali abusi relativi ad attività non conformi o non notificate (affitti superiori ai 90 giorni eccetera)”.