Nella risposta a un’interrogazione della Sinistra Unita, le prospettive di Locarno su una tematica che tocca anche Cantone e Confederazione
“Il Municipio conferma una forte attenzione al tema, che coinvolge politiche legate alla sicurezza, alla socialità, alla pianificazione e all’utilizzo dei terreni pubblici, e non esclude in futuro di rilanciare una politica fondiaria attiva con l’intento di favorire un’opportuna differenziazione abitativa che favorisca una società inclusiva, solida e diversificata”. Sono le conclusioni della elaborata risposta della Città all'altrettanto elaborata interrogazione della Sinistra Unita riguardo al tema della politica degli alloggi.
Sostanzialmente, la Sinistra Unita chiedeva se, e fino a che punto, Locarno si impegni o intenda impegnarsi per “una politica degli alloggi sostenibile e di qualità per tutti”. Nella sua risposta il Municipio chiarisce che “in passato la Città aveva un ruolo attivo, seppur minore, nell’offerta di alloggi a pigione sostenibile, in primis grazie alla realizzazione delle cosiddette ‘Case popolari’, con un concetto innovativo e fortemente mirato alle famiglie, ma anche con la costruzione delle case della Cassa pensione comunale e del Mutuo Soccorso Maschile, grazie alla concessione di un diritto di superficie, tramutato nel frattempo in vendita del fondo. Nel periodo successivo invece questo impulso sociale è venuto a mancare, anche se nella pianificazione degli anni 90 vi è un riferimento esplicito nel comparto detto ‘dell’Isolino’, rispettivamente una volontà di edificazione di alloggi di pubblica utilità nel fondo comunale adiacente all’Istituto per anziani San Carlo: questi potenziali sono tuttavia rimasti totalmente inespressi nei successivi 30 anni. Sempre in quel periodo si sono inserite delle limitazioni comunali alla costruzione di residenze secondarie: oltre a favorire la residenza primaria, questa disposizione fa sì che ad oggi Locarno sia uno dei pochi Comuni del Locarnese ad avere una percentuale inferiore al 20% stabilito dalla relativa legge federale”.
Poi però nella legislatura 2016-21 era stato commissionato uno studio, che servirà per “avviare un discorso concreto e approfondito su questo argomento, ma più in generale per indirizzare la politica pianificatoria e socio-economica della Città nei prossimi anni”.
Peraltro, il Comune rileva che “la politica dell’alloggio è frutto di una strategia che coinvolge anche Confederazione e Cantone: la prima attraverso la Legge federale che promuove la costruzione d’abitazioni e l’accesso alla loro proprietà (Lcap) e il secondo grazie alla Legge sull’abitazione e al Piano cantonale sull’alloggio”. E aggiunge che al momento risulta che solo Lugano, fra le città ticinesi, “abbia sviluppato una specifica politica dell’alloggio, puntando ovviamente molto sul proprio parco immobiliare e sui numerosi terreni che può offrire in diritto di superficie, in particolari a enti di utilità pubblica, quali le cooperative”. Riferendosi poi alla votazione federale sull'iniziativa popolare “Più abitazioni a prezzi accessibili” del 2020, bocciata dal popolo con il 57% di no, “un fattore importante nel voto non era tanto determinato dall’ammontare dei canoni di locazione, quanto piuttosto dal reddito del quale dispongono i cittadini. Non deve quindi sorprendere che a Locarno l’iniziativa sia stata approvata, mentre negli altri 3 centri del Cantone i contrari erano la maggioranza. Si tratta di un chiaro segnale di una situazione di disagio, segnatamente per ciò che concerne le fasce meno abbienti della popolazione”.
Locarno, in particolare (come risulta da un'analisi della Commissione municipale economia), “presenta una popolazione con più donne, stranieri, anziani e divorziati rispetto alla media cantonale, e il suo gettito fiscale (relativo alle persone fisiche, imposta cantonale) è più contenuto rispetto sia alla media cantonale, sia a quello delle altre Città del Ticino (ad eccezione di Chiasso). Se consideriamo l’indicatore gettito fiscale pro capite, Locarno presenta valori più bassi sia rispetto alle altre Città (Locarno 3’169,66 franchi per persona nel 2019, Bellinzona 2’861,99, Lugano 6’303,60, Mendrisio 4’467,15 e Chiasso 5’454,27), sia rispetto ai Comuni della regione (ad eccezione di Losone). Dati che lasciano intendere come già ora Locarno sia un luogo che presenta una certa accessibilità a una determinata tipologia di alloggi”.
Rispondendo alle domande puntuali della Sinistra Unita, il Municipio rileva innanzitutto di non avere al momento nel contesto un ruolo preciso (e alcun Dicastero dedicato), ma il tema “è comunque seguito congiuntamente da polizia comunale, servizi sociali e pianificazione del territorio. A livello prospettico, un ruolo lo avrà senza dubbio il Programma di azione comunale (PAC), che non a caso ha fortemente voluto il coinvolgimento – sia nel Collegio di esperti che nei gruppi interdisciplinari – di profili con competenze socio-economiche”. Quanto alle intenzioni del Comune rispetto ai molti alloggi vuoti a confronto con la continua crescita di nuove costruzioni, Locarno nota che il fenomeno è ticinese più che svizzero e sottolinea di non avere praticamente margine d'azione; tuttavia, “a livello pianificatorio, si attendono invece le risultanze dell’esame di plausibilità del Cantone sul compendio sullo stato di urbanizzazione della Città e soprattutto dei lavori del Programma di azione comunale (Pac)”.
Veniva poi posto il quesito sull'esistenza di altri terreni edificabili pubblici e sulle intenzioni della Città di “farsi promotrice (diretta o indiretta) anche in questi terreni di alloggi di qualità e a prezzi moderati e/o di contenuti di pubblica utilità”. La risposta è che “la Città dispone di numerosi terreni, ma relativamente pochi sono a vocazione residenziale, essendo la maggior parte di essi destinata a impianti o edifici pubblici, quali scuole, stabili amministrativi e di servizio, come pure di parchi giochi o altre infrastrutture”. Peraltro, c'è un terreno comunale situato a fianco di Casa San Carlo: “Il Municipio valuterà sicuramente a fondo le opportunità di impiego di questo e di alcuni altri fondi per questo scopo, o per altri di natura sociale”.