Agli uffici già presenti in Città si affiancherà dal 2025 all'interno del Palexpo un'aula per i dibattimenti. Soluzione provvisoria, in attesa di Lugano
Il Palexpo Fevi ospiterà i dibattimenti della Corte di appello e revisione penale (Carp). Agli uffici, che già attualmente si trovano a Locarno e che si affacciano su Piazza Grande, si affiancherà dunque dal 2025 anche uno spazio, un’aula per i processi, che verrà appunto ricavata all’interno del palazzetto vista l’inagibilità della sede precedente, nel Palazzo del Pretorio. È quanto emerso stamane dall’audizione, davanti alla commissione della Gestione del Gran Consiglio, del capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, della direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti, del comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi e del responsabile della Sezione della logistica (Dipartimento finanze ed economia) Giovanni Realini sulla logistica della Giustizia. Una soluzione provvisoria, in attesa del trasferimento della Carp a Lugano secondo la nuova recente pianificazione (la magistratura suddivisa in quattro blocchi).
Nel rendiconto 2023 della Corte di appello e revisione penale, la presidente Giovanna Roggero-Will è piuttosto chiara a proposito dell’attuale precaria situazione logistica. “Dopo essere stata, per più di tre anni, lasciata a celebrare dibattimenti in uno stabile da cui tutti gli altri occupanti erano stati fatti evacuare (ovvero il palazzo del Pretorio, ndr) e che, perciò, in breve ha assunto le caratteristiche tipiche degli edifici abbandonati, da settembre 2023, la Carp – scrive la giudice – ha dovuto affrontare mesi di nomadismo dibattimentale con conseguenti considerevoli perdite di tempo prezioso”.
Quanto al bilancio dell’attività svolta dalla Carp lo scorso anno, “il numero di entrate nell’anno, 353, è in linea con il trend manifestatosi a partire dal 2019, anno a partire dal quale gli incarti aperti non sono più scesi significativamente sotto questa soglia (con il picco di 375 del 2020) – annota la presidente –. Lo stesso vale per le pendenze: se fino al 2016 esse erano rimaste quasi sempre al di sotto del centinaio, nel 2019 hanno iniziato a superare le 200 unità fino a raggiungere, a fine 2023, quota 274”. Questo aumento, osserva la giudice, “è avvenuto nonostante la Carp sia riuscita a chiudere, nell’anno appena trascorso, 342 incarti (16 in più di quelli chiusi nel 2022), con grandi sforzi e grazie anche al costante coinvolgimento dei giudici supplenti”. L’incremento delle pendenze è da ricondurre a “molteplici” fattori.
“Innanzitutto l’insufficiente dotazione di personale, rimasto praticamente invariato dall’entrata in funzione della Carp nonostante le entrate siano più che raddoppiate – spiega Roggero-Will –. A questa circostanza si aggiunge il progressivo aumento delle esigenze di motivazione, una definizione giurisprudenziale di criteri più restrittivi per la trattazione degli appelli in procedura scritta, un aumento delle istanze riguardanti la carcerazione di imputati detenuti e una massiccia presenza di casi riguardanti reati finanziari. Casi che, oltre a richiedere molto tempo per la loro definizione – essendo complicati, spesso indiziari, con vari imputati e sempre molto controversi – esigono un’attenzione particolare anche per la gestione nel corso della procedura delle misure coercitive (in particolare, i sequestri)”.
Insomma contesto non facile, considerata anche la precaria situazione logistica. “Con un simile contesto – avverte la presidente della Corte – il potenziamento delle risorse attribuite alla Carp è imprescindibile se si vuole evitare la cronicizzazione di una situazione di sofferenza”.