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Losone, i ‘monti poveri’ sognano una funivia

Il Patriziato ha avviato un’analisi a 360 gradi per lo sviluppo (anche) turistico: spicca un possibile investimento milionario per una nuova teleferica

8 gennaio 2025
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Da monti “poveri” del Locarnese a una nuova piccola Cardada. Sogna in grande il Patriziato di Losone, deciso a valorizzare l’area montana che sovrasta il comune adagiato sulla sponda destra della Maggia. Come? Attraverso una funivia adibita al trasporto di persone. «È un’idea che più volte in passato ci è ronzata in testa ma non l’abbiamo mai approfondita concretamente, ora però è arrivato il momento di farlo», ci confessa il presidente dell’ente losonese, Carlo Ambrosini.

Il pretesto è dato dalla richiesta, con tanto di raccolta firme, di diversi proprietari di cascine losonesi di rimettere in funzione la vecchia teleferica per il trasporto di materiale che parte dalla frazione di Arcegno (zona Bedruscio) e arriva tra i Monti Cortone e Scelasco, a circa 900 metri d’altitudine. Un’infrastruttura costruita e gestita dallo stesso Patriziato fino al 2018, anno in cui, dopo aver constatato lo scemato interesse e il poco utilizzo della funivia, era stata dismessa… «In passato veniva utilizzata anche per rifornire il vicino Ostello Zotta (sempre di proprietà del Patriziato, ndr) ma negli anni l’elicottero è divenuto troppo concorrenziale. Una volta chiuso l’ultimo grande utilizzatore dell’impianto, ossia il piccolo ristorante presente a Cortone, ci siamo quindi resi conto che non aveva più senso mantenerlo in funzione. Avremmo dovuto investire almeno 100mila franchi per risistemarlo, senza contare i 20-30mila necessari per manutenzione ordinaria e gestione. Oltretutto la persona che se ne occupava non poteva più farlo, per cui avremmo dovuto trovare un sostituto».

Dal materiale alle persone, Monte Comino l’esempio

Da qui la decisione di chiudere l’impianto, ma non di rinunciare all’autorizzazione cantonale, che potrebbe tornare utile ora, vuoi per ripristinare la teleferica per il materiale, vuoi per tentare effettuare un “upgrade” e ottenere la concessione per un mezzo in grado di trasportare anche persone… «Un po’ come quella del Monte Comino», fa notare Ambrosini riferendosi al piccolo impianto (monofune, semiautomatico, con due cabine della capienza di 4 persone) delle Centovalli che collega Verdasio e il citato monte in meno di sette minuti, costruito nel 1993 utilizzando il tracciato dell’esistente teleferica merci in modo da snellire gli aspetti burocratici legati alla domanda di costruzione e limitare l’impatto ambientale e paesaggistico... «È una delle possibilità, assieme a quella di ripristinare semplicemente la teleferica materiale. O di non fare nulla. Diciamo che se c’era un momento per approfondire la questione, è questo. Abbiamo incaricato un esperto di effettuare uno studio di fattibilità e quando avremo un quadro completo, prenderemo una decisione».

Possibilità che evidentemente prevedono investimenti ben diversi… «Probabilmente dopo sei anni i costi per la rimessa in funzione sono almeno raddoppiati, quindi parliamo di 200mila franchi, mentre la realizzazione e la messa in funzione di un impianto per le persone dovrebbe costare attorno ai 5 milioni».

Golena, paese, collina e montagna in pochi minuti

Per un Patriziato economicamente solido come quello di Losone, tra i più ricchi e influenti del Cantone, più che sull’aspetto economico il discorso si concentra «sugli interessi in gioco». E qui il discorso si allarga… «Vogliamo effettuare un’analisi a 360 gradi che vada oltre alla trentina di cascine sui nostri monti. Un piano che, ragionando con lungimiranza e allargando gli orizzonti, prenda in considerazione più aspetti, compreso in particolare quello dello sviluppo turistico non solo della zona, ma di tutto il nostro comprensorio. Insomma, un masterplan che inglobi tutte le proprietà del Patriziato, che si estendono oltre ai monti e ai boschi sopra Losone anche alla zona golenale con il Golf e il Meriggio, la collina con la riserva forestale Parco di Maia e via dicendo (da notare come strutture quali la Scuderia alle Gerre, il Camping Melezza e l’Albergo Losone sorgono su terreni che lo stesso ente autonomo losonese concede in diritto di superficie o in affitto, ndr). Il tutto sparso su una superficie relativamente limitata e in questo contesto una funivia in grado di portare in pochi minuti le persone anche nei monti sopra Losone potrebbe avere un suo perché».

‘Il potenziale c’è ma serve coraggio’

Ambrosini ricorda ad esempio che dai boschi in questione (tra l’altro a due passi dalla gettonata area del Monte Verità) «è possibile svolgere diverse escursioni, dalla Corona dei Pinci fino al Pizzo Leone, o ancora la traversata fino a Rasa (nelle Centovalli). La zona si presta bene anche per lo sviluppo della pratica della mountain bike (elettriche e no). L’Ostello Zotta (frequentato al momento soprattutto da scolaresche e gruppi, ndr) con i suoi 32 posti letto offre già una possibilità di pernottamento e potrebbe diventare ancora più attrattivo, così come per quel che riguarda la ristorazione potrebbe essere l’occasione per rinnovare e riaprire il grotto a Cortone. Il potenziale sicuramente c’è, ora bisogna avere un po’ di coraggio per valorizzare quelli che sono sempre stati visti come i monti poveri rispetto a Cardada e alla sua funivia. Loro ci sono riusciti, non vedo perché non dovremmo farcela anche noi».