Il Tribunale federale ha confermato la condanna inflitta ad Alessandro Cipollini dalla Corte di appello e di revisione penale
È stato respinto dal Tribunale federale il ricorso presentato dal legale di Alessandro Cipollini, che è stato condannato a tre anni e dieci mesi di prigione, da dedursi la carcerazione preventiva e di sicurezza sofferta, e al pagamento di 60 aliquote giornaliere di trenta franchi dalla Corte di appello e di revisione penale (Carp). In secondo grado la pena è stata ridotta, rispetto a quella inflitta dalla Corte delle Assise Criminali di Lugano (a 4 anni di reclusione) nel novembre del 2022. L’esecuzione della pena pecuniaria è stata sospesa condizionalmente per un periodo di prova di quattro anni.
I giudici di Mon Répos hanno rilevato come il ricorrente abbia esposto “una serie di considerazioni relative a suo nonno materno, rimproverando alla Corte cantonale di non avere accertato il ruolo da questi svolto al servizio dello Stato Vaticano in ambito finanziario, né il suo patrimonio e il nominativo degli eredi”. Alessandro Cipollini ha contestato, invano, inoltre “la carenza di accertamenti relativi a un ‘testamento segreto’ del 21 giugno 2023, che avrebbe lasciato Giuseppe Cadario (1920-2014), suo nonno, già Cavaliere della Repubblica, che aveva legami stretti con lo Stato del Vaticano, ma non sarebbe mai stato pubblicato”, come si legge nella sentenza pubblicata dal Tf.
È stato dunque confermato, nella sostanza, l’impianto accusatorio, secondo il quale Cipollini ha inventato storie basandole su qualche elemento reale e le ha raccontate con una tale arguzia da riuscire a convincere tanti, facendo credere che esistevano i documenti originali, sebbene mostrasse soltanto fotocopie. Dell’esistenza del testamento, con tanto di lascito miliardario in suo favore, è riuscito a convincere tanti interlocutori di spicco, costruendo un castello di bugie attraverso la strategia classica del truffatore, quella di persuadere ogni personaggio coinvolto a confermare il suo racconto.