laR+ Elezioni comunali '24

Schede triturate ad Ascona, in udienza dal Tram tre testimoni

Mercoledì 25 settembre verranno sentiti a Lugano il vicesegretario comunale e due membri dell'Ufficio elettorale

Gilardi e Checchi, nemici-amici in corsa per la poltrona più ambita
(Ti-Press)
17 settembre 2024
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Data importante, mercoledì 25 settembre, nell’ambito dell’intricata e finora inspiegabile vicenda delle schede per le elezioni comunali ad Ascona finite dentro un tritacarte. Quel giorno verranno infatti sentiti dal Tribunale cantonale amministrativo il vicesegretario comunale di Ascona e due membri dell’Ufficio elettorale. L’udienza sarà pubblica e avrà inizio alle 9.15.

Va premesso che un’audizione rappresenta un caso piuttosto raro, nel contesto dei procedimenti inoltrati e poi condotti dal Tribunale cantonale amministrativo. Il fatto che sia stata convocata in relazione ai fatti di Ascona è probabilmente un sintomo della necessità di esplorare tutti gli anfratti possibili per risalire alla verità dei fatti. Verità che potrebbe portare fin all’annullamento e alla ripetizione delle elezioni comunali di Ascona. In questo senso, sarà molto interessante ascoltare dalla loro viva voce le giustificazioni addotte da vicesegretario e membri dell’Ufficio elettorale a margine della distruzione delle schede per l’elezione del Municipio.

Colpi di scena e interrogativi

Questo fondamentale step procedurale sopraggiunge dunque a 5 mesi e mezzo dai fatti e potrebbe consentire di fare chiarezza sui motivi e le modalità di un’azione che, all’apice di una campagna non priva di colpi di scena, aveva sollevato un polverone non solo in Borgo, ma in tutto il Cantone. Colpi di scena ma anche interrogativi, nati proprio attorno al nocciolo della questione; se, cioè, le schede finite nel tritacarte avrebbero potuto influire sull’esito del voto popolare e in particolare sulla designazione dei seggi in Municipio e sull’elezione del sindaco.

Proprio per questi motivi la questione aveva avuto uno strascico giuridico con la presentazione di tre ricorsi, tutti indirizzati al Tribunale cantonale amministrativo: due ad opera di tre cittadini di Ascona rappresentati dall’avvocato Gianluca Padlina, e un terzo da un altro singolo privato. In prima istanza Padlina aveva deciso di adire le vie legali dopo una segnalazione urgente indirizzata all’Ufficio cantonale di accertamento “per presunte irregolarità nella procedura di elezione del Municipio”. In particolare, aveva chiesto che venisse dato l’ordine di conservare in un luogo sicuro tutto il materiale di voto riguardante le elezioni dell’esecutivo e anche del Consiglio comunale; contestualmente, in via principale Padlina auspicava l’annullamento dell’esito della votazione per l’elezione del Municipio, e in via subordinata che venisse accertata l’irregolarità della procedura preparatoria della votazione. Lo stesso avvocato Padlina aveva poi inoltrato, sempre al Tram, un secondo ricorso, ma inerente specificamente a quanto avvenuto venerdì 12 aprile, quando in occasione degli atti preparatori dello spoglio – il legale lo aveva appreso dalla stampa – nel tritacarte sarebbe finita oltre una decina di schede.

Va anche ricordato che inizialmente il Tribunale cantonale amministrativo si era dichiarato non competente riguardo al ricorso inerente agli atti preparatori, e aveva girato d’ufficio l’incarto al Tribunale federale. Questi aveva però statuito che era proprio al Tram che spettava il giudizio.

Ad Ascona, si ricorderà, tutta la campagna elettorale si era giocata sul filo dell’incertezza riguardo alla figura del sindaco (o della sindaca) che sarebbe stato chiamato a sostituire l’esponente del Plr Luca Pissoglio dopo la sua decisione di non ricandidarsi. La sfida era sostanzialmente a tre: da una parte due profili liberali radicali forti come Giorgio Gilardi e Michela Ris, e dall’altra lo storico esponente del Centro, nonché vicesindaco in carica, Maurizio Checchi, che mai come in quel frangente, dopo il ritiro di Pissoglio poteva sperare di operare il grande salto.

Dalle urne era uscita una vittoria del Plr, che aveva piazzato la maggioranza relativa (3 municipali su 7) con Gilardi al primo posto e sindaco in pectore (1’459 voti personali); Michela Ris al secondo (1’413 voti); e Stefano Steiger al terzo (1’280 voti). Fra Ris e Steiger si era però distinto proprio Checchi, con i suoi 1’321 voti personali. Ciò lo aveva spinto a tentare la via del ballottaggio (al quale aveva invece rinunciato Ris, poi promossa vicesindaca), ma sulla strada dello scontro diretto era appunto caduto il masso delle possibili irregolarità, tuttora sub judice. Poi, come sappiamo, il 12 maggio la sfida era stata vinta da Gilardi, che nel testa a testa con Checchi aveva ottenuto 1’096 voti contro i 994 del suo avversario.

Il precedente di Paradiso

Un precedente importante in materia di elezioni comunali era avvenuto a Paradiso nel 2016, quando lo stesso Tribunale amministrativo, adito dalla Lega dei Ticinesi, aveva ordinato la ripetizione del voto. Allora la fattispecie era comunque sensibilmente diversa. Il voto era stato annullato a causa di una irregolarità nel trattamento delle schede, nel senso che non erano stati ufficialmente convocati i delegati dei partiti per l’apertura delle buste giunte per corrispondenza.