Manifestatosi sin dalle prime ore sotto svariate forme, il sostegno per chi è stato colpito continua e passa anche dai milioni necessari per ricostruire
“Ciao, volete venire alla nostra bancarella? Vendiamo un po’ di cose: giocattoli, libri, oggetti vari e altro ancora. Il ricavato lo useremo per aiutare la Vallemaggia”.
La spontaneità un po’ naïf ma tanto pura di un gruppo di ragazzini di Losone è emblematica del moto di solidarietà ed empatia generato dai drammatici eventi che hanno colpito l’Alta Vallemaggia, trasformata, sfigurata, lacerata dalle inondazioni, dalle frane e dagli smottamenti causati dalle intensissime precipitazioni cadute tra sabato e domenica. Una solidarietà che si è innanzitutto materializzata tra coloro che della furia della natura sono rimasti vittime, chi sfiorato da una frana assassina, chi bloccato in un capannone da festa campestre al freddo e al buio, chi ritrovatosi con la casa inondata, i propri beni perduti, il lavoro rovinato. Completamente isolati dal resto del mondo, si sono fatti forza, sostenuti a vicenda, ognuno a suo modo, ognuno nelle proprie possibilità. E passato il peggio, chi è rimasto ha subito iniziato a ripulire, sgomberare, ripristinare. In attesa di un aiuto concreto dalla “civiltà”, quella da Visletto in giù.
Una, due, cento, mille mani tese allungate sin dalle prime ore di domenica da soccorritori, autorità e istituzioni – comunali, cantonali, federali –, ma anche da tante persone “comuni”, arrivate da vicino e da lontano semplicemente per dare una mano. Non sugli elicotteri, ma attraversando quella benedetta passerella ciclopedonale rimasta in piedi per miracolo. Una voglia di aiutare talmente grande che è in un certo senso stato necessario frenare, lasciando giustamente spazio ai professionisti, a maggior ragione visto il contesto complicato tanto a livello logistico quanto di risorse a disposizione sul posto.
Ma la solidarietà non si ferma, non si può fermare quando ne va del futuro di una regione intera, completamente da ricostruire. E per farlo la buona volontà purtroppo non basta, servono soldi. Tanti, milioni. Ed è (anche) lì che sta proseguendo lo slancio solidale nei confronti di Cevio (quindi Bavona compresa) e Lavizzara. Anche in questo caso, ognuno aiuta come deve, come può. Dagli aiuti federali promessi dalla presidente Viola Amherd fino ai bambini di Losone. In mezzo, tanto altro e tanto ancora arriverà. La catena della solidarietà (www.catena-della-solidarieta.ch) ha lanciato un appello alle donazioni per sostenere le vittime del maltempo che oltre al Ticino ha colpito anche Vallese e Grigioni, Cantoni per i quali (in particolare per i Comuni toccati) il Patronato svizzero per le regioni di montagna verserà in totale 3 milioni di franchi di aiuti d'emergenza.
Nel nostro cantone, BancaStato ha contribuito con 200mila franchi alla raccolta fondi (nel frattempo arrivata quasi a quota 240mila) lanciata dall’Associazione dei Comuni della Vallemaggia (Ascovam) sulla piattaforma di crowdfunding progettiamo.ch. Un’azione intrapresa anche dalle Banche Raiffeisen Ticino e Moesano, che spiegano come ai 100mila franchi garantiti dalla filiale Losone-Pedemonte-Vallemaggia e agli oltre 200mila promessi dalle altre banche Raiffeisen della federazione, si sommeranno le donazioni private tramite la piattaforma Eroi locali, che verrà attivata nei prossimi giorni. Inoltre, “la locale Banca Raiffeisen Losone-Pedemonte-Vallemaggia metterà a disposizione un contingente di crediti ipotecari per i privati e un contingente di prestiti agli enti pubblici destinati alla ricostruzione, a condizioni agevolate”.
A muoversi è anche l'Organizzazione Turistica Lago Maggiore e Valli (Otlmv), che oltre a esprimere “la più profonda solidarietà e vicinanza alle popolazioni dell'alta Vallemaggia”, un territorio “di una bellezza ineguagliabile e di un valore culturale e paesaggistico unico” che rappresenta un “fondamentale tassello anche dal punto di vista turistico”, ha deciso di stanziare un contributo straordinario di 50mila franchi. Una somma “destinata, una volta superata l'emergenza, al ripristino e alla ricostruzione delle infrastrutture di interesse turistico, secondo le necessità che emergeranno nelle prossime settimane e in accordo con le autorità locali”.
L’Associazione per l’agricoltura biologica della Svizzera italiana dal canto suo ha aperto una raccolta fondi (alla quale contribuirà con un importo iniziale) a sostegno dei produttori biologici dell’Alta Vallemaggia, specificando in particolare che “in Val Lavizzara e Valle Bavona risiedono circa una decina di aziende agricole biologiche, alcune delle quali hanno subito ingenti danni alle strutture e perso gran parte dei pascoli”.
Un “contributo finanziario simbolico” di 1’500 franchi ciascuno verrà inoltre versato dall’Associazione Ticinese Terza Età (Atte) ai Comuni di Cevio, Lavizzara e Lostallo (Mesolcina).
Proveranno a sostenere finanziariamente l’Alta Vallemaggia anche i membri della Vasco Jam, naturalmente a modo loro. La band dell’ex sindaco di Locarno Alain Scherrer ha infatti lanciato l’idea di un concerto, con altri gruppi ticinesi, per raccogliere fondi… «Ci siamo detti che ponti, muri e strade non siamo in grado di costruirli, ma che possiamo mettere a disposizione la nostra notorietà musicale per suonare a un evento totalmente benefico per aiutare i nostri amici della Vallemaggia – ci spiega Roberto Baccalà, batterista nonché manager del complesso –. La macchina organizzativa si è appena messa in moto e bisogna pensare a moltissime cose, a partire dalla data, la location e tutta l’infrastruttura necessaria, il personale tecnico e volontario ed evidentemente le altre band. Ma sono fiducioso, ho già ricevuto molti messaggi di disponibilità su più fronti, compresi diversi enti e società della Vallemaggia, dove vorremmo che si svolgesse l’evento. In questo senso l’Associazione calcio Vallemaggia si è già detta disponibile a ospitarci al campo dei Ronchini. È davvero bello vedere tutta questa solidarietà».