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Il Verbano è un tappeto di legname e detriti

Dopo l'alluvione nel Moesano, la catastrofe in Vallemaggia: nel bacino lacustre tonnellate di materiale che gli operatori del Consorzio stanno recuperando

In sintesi:
  • Ci vorrà una settimana di lavoro per ripristinare la normalità lungo le rive e in zona delta
  • Le squadre di addetti, spalleggiate da ditte private, si alternano da mattina a sera nel lavoro di pulizia 
3 luglio 2024
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Tonnellate di legname (e, in misura minore, di altri materiali come plastiche e rifiuti di vario genere) galleggiante lungo le rive del Verbano, in zona foce della Maggia e del Ticino, come pure dinnanzi ai porti comunali. Di che imporre lo ‘stop’, da subito, per motivi di sicurezza, del servizio di navigazione. Da oggi e fino a nuovo avviso, saranno attivi unicamente i battelli sulla tratta Ascona - Isole di Brissago - Porto Ronco - Brissago.

Due eventi ravvicinati

Per il Consorzio pulizia delle rive e dello specchio d’acqua del lago Verbano sono, queste, giornate di intenso lavoro. Occorre liberare il più in fretta possibile una trentina di chilometri di rive e le forze a disposizione sono state tutte mobilitate. Come ci spiega un responsabile dell’ente, si tratta di un lavoro enorme, perché nel Lago Maggiore ci si è trovati a dover affrontare una duplice emergenza ravvicinata: dapprima le conseguenze dell’alluvione in Mesolcina, con tonnellate di materiale riversato dal fiume Ticino nel Verbano; in seguito, cronaca di questi giorni, la catastrofe dell’alta Vallemaggia. «Nel Verbano è finito l’impossibile! In oltre trent’anni di servizio non ho mai visto nulla di simile. Ci vorrà almeno una settimana di pulizia per liberare il lago dai detriti». A complicare il tutto concorrono anche i venti, che spostano masse di materiale galleggiante lungo le rive, incastrandolo pure fra i diversi porti presenti invece di ‘disperderlo’, come solitamente avviene, in tutto il bacino (un caso analogo, a onor del vero, era già successo nel 2020).
Con turni dalle 6 di mattina alle 20 di sera, operai e chiatta raccolgono tutto quanto riescono (carichi di circa 10-15 tonnellate a rotazione) e lo portano a riva, dove il legname viene poi caricato sui camion e portato nei centri di compostaggio. Gli altri detriti prendono invece la strada dell’inceneritore.

L’aiuto di ditte private e dei ‘colleghi’ del Ceresio

A dar man forte agli ‘spazzini’ del lago sono intervenute, per fortuna, anche alcune ditte specializzate private grazie alle quali è possibile accelerare gli interventi. Inoltre ha offerto la sua preziosa collaborazione anche il Consorzio pulizia delle rive e dello specchio d’acqua del lago Ceresio, il quale ha messo a disposizione due uomini. Insomma tutte le forze disponibili sono state mobilitate in questi giorni, ma è chiaro che anche i Comuni rivieraschi sono chiamati a far la loro parte, liberando laddove possibile le proprie rive e i porti grazie al lavoro degli operai comunali. Le spese di smaltimento sono in ogni caso prese a carico dal Consorzio.

Le aree più sensibili per il turismo

La situazione è particolarmente critica in zona Debarcadero a Locarno, ma non solo. Ci sono da liberare al più presto anche le aree più sensibili come le rive degli stabilimenti balneari (Lido di Locarno e Tenero ad esempio) visto che siamo in piena stagione turistica e pure le passeggiate a lago (Rivapiana).«Ci stiamo impegnando con tutti i mezzi – conclude il nostro interlocutore –. Il nostro Consorzio è calibrato per affrontare anche situazioni di emergenza e criticità come le alluvioni, ma questa volta l’evento è di una portata tale che non potevamo nemmeno lontanamente immaginare. Faremo comunque tesoro di quanto successo, valuteremo come migliorare la nostra capacità di risposta con i Comuni. Mentre ai frequentatori delle rive chiediamo un po’ di comprensione perché stiamo facendo il possibile per riportare la situazione alla normalità».

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