Il punto politico sul fronte alluvionato della Vallemaggia. Presente con le istituzioni cantonali il consigliere federale Ignazio Cassis
Un vero e proprio dispiegamento di forze istituzionali quello messo in campo in Vallemaggia. Sul fronte ticinese, alla conferenza stampa definita politica, con il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta vi è il capodipartimento Istituzioni Norman Gobbi, il sindaco di Cevio Wanda Dadò, il sindaco di Lavizzara Gabriele Dazio e il comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi. Su quello nazionale il consigliere federale Ignazio Cassis.
«Non è semplice trovarsi due domeniche di fila per esprimere la partecipazione della Confederazione in tragedie provocate dalla Natura ma è necessario farlo – ha detto Ignazio Cassis – in quanto vi sono famiglie che si apprestano a vivere un lutto. Che cosa sta succedendo? Andremo avanti tutta l'estate? Nessuno lo sa... Non me lo auguro in un momento che ci tocca e che ci fa capire quanto fragili siamo. Porto anche il saluto della presidente Viola Amherd, colpita anche nel suo cantone, quello del Vallese, dove vi sono state vittime ed evacuati».
Per Christian Vitta «a poco più una settimana di distanza dagli eventi che hanno colpito la Mesolcina, un evento ha colpito ancora le nostre zone della montagna, in particolare ll'Alta Vallemaggia e l'Alta Leventina. Purtroppo dobbiamo registrare delle vittime. Si sta lavorando per ritrovare un minimo di normalità, soprattutto per ripristinare un collegamento viario così da poter portarvi i soccorsi e ridistribuire l'energia elettrica. Regione alpina duramente colpita, dai Grigioni al Ticino al Vallese. Eventi che spezzano il cuore ma che ci ricordano la resilienza e lo spirito di comunità della nostra comunità. Sappiano che non sono soli».
Norman Gobbi ha messo l'accento sulle «relazioni umane. Il pensiero va – ha detto – agli amici che abitano queste zone. Le evacuazioni fatte preventivamente ieri sera ci hanno permesso di scongiurare un quadro ancora più pesante. Scongiurato un ulteriore pericolo ad Airolo. Messi in campo apparecchi per l'approvvigionamento elettrico d'emergenza. Questi eventi, pensiamo al 1978 e al 1987 che colpi la Leventina, al 1993 e al 2001 che ha toccato la città di Locarno, lo sappiamo sono nella parte alta dell'analisi dei rischi. E oggi abbiamo conferma di quanto siano importanti le comunicazioni così da dover ulteriormente investire».
Il sindaco di Cevio, Wanda Dadò, parla con voce rotta dall'emozione di «furia della natura che ha distrutto diverse località. Con i colleghi di Municipio siamo sgomenti e vicini ai familiari delle vittime. Le zone più colpite sono Roseto, Fontana e Bosco Mondada, in Valle Bavona. Speriamo entro sera di ripristinare l'elettricità e le maggiori vie di comunicazione, per quanto attiene la telefonia e le strade, oltre a trovare la persona dispersa (si parla di un giovane presente a Peccia, Ndr). Le ditte sono al lavoro. Continueremo così. E cerchiamo di star vicino soprattutto alla popolazione».
Anche il collega di Lavizzara, Gabriele Dazio, ha la voce rotta: «Mai avrei pensato in vita mia di essere qui oggi per raccontarvi quello che i miei occhi hanno visto. Avevamo un centro sportivo, delle abitazioni, degli amici che ora non ci sono più. Ho fatto un sorvolo della regione, e mi chiedo come riusciremo a dare un futuro alle nostre comunità. Una situazione difficile da descrivere. È un tristissimo giorno per la Vallemaggia e il Ticino».
Infine, il comandante Matteo Cocchi ha espresso «vicinanza alla popolazione toccata. Le attività nella notte sono state difficili soprattutto per la mancanza di comunicazione, diversamente dalla Mesolcina. Tutti i soccorsi sono attivi, cantonali e dell'Esercito. Continuiamo a lavorare alacremente ed è qualcosa che durerà per diversi giorni. Sarà importante pianificare e portare nuove forze. Attualmente la situazione è stabile. Non escludiamo ulteriori vittime e ulteriori dispersi».