Dura presa di posizione che punta il dito sulla perdita dell'imposta immobiliare e sull'aumento delle spese per gli enti locali in diversi settori
Sulla Riforma Ticino 2020, attualmente in fase di consultazione, il Gambarogno non le manda a dire. Le autorità del Comune sulla sponda sinistra del Verbano hanno indirizzato al Consiglio di Stato una presa di posizione dai toni duri. Stando al Municipio la Riforma è stata snaturata e «ci troviamo a dover valutare unicamente una diversa ripartizione dei flussi finanziari, con maggiori oneri non compensati da autonomia decisionale». Gli esempi sono diversi: la scuola, le prestazioni per gli anziani e la mobilità. La maggiore assunzione di oneri – indica Gambarogno – non va di pari passo con la facoltà di decidere. Di più: nella presa di posizione si punta il dito sul fatto che vengano sottratte risorse a chi sa gestirle in modo virtuoso, per convogliarle al Cantone che fatica a contenere le sue spese.
Un altro tassello della riforma è la “cantonalizzazione” dell’imposta immobiliare. Per Gambarogno una mezza catastrofe: sul territorio sono oltre tremila la residenze secondarie. I proprietari non pagano imposte nel Comune, se non quella immobiliare, che costituisce circa il 10 per cento del gettito fiscale locale. Tuttavia, anche queste abitazioni, come quelle primarie, necessitano di servizi che il Comune deve fornire. “Privarci integralmente di questa fonte ci pone in una condizione assai precaria quale realtà a vocazione turistica”. Ma c'è di più: con la revisione delle stime immobiliari nei prossimi anni questo introito fiscale crescerà: ma nelle tasche del Cantone. Aumenti ci saranno per il Comune, ma alla voce uscite, per le scuole e gli anziani.
Indigeste risultano pure la futura riduzione degli introiti fiscali delle aziende e la prospettata abolizione del valore locativo, estesa alle residenze secondarie. “L’ipotesi, ancora tutta da approfondire, di un’imposta reale sulle abitazioni secondarie è di difficile valutazione”.
Insomma, “la neutralità della Riforma è solo apparente, perché si riferisce a valori non attuali e a proiezioni poco chiare”. Mentre verosimilmente si rivelerà “un grave danno per il nostro Comune, ben superiore alle cifre che risultano dall’analisi dei dati disponibili”. Gambarogno ipotizza un maggior onere di quasi 900mila franchi a fronte di un gettito di 19 milioni. In altre parole, circa 10 punti di moltiplicatore. “Questa opzione non è accettabile perché andrebbe a ripercuotersi direttamente sui portafogli dei nostri cittadini”. Oltre a un chiaro “no”, vengono chieste altre soluzioni: lasciare ai Comuni l’intera imposta immobiliare o coprire a tempo indeterminato il maggiore onere derivante dalla Riforma.
Rincara la dose il sindaco Gianluigi Della Santa: «Il progetto di Riforma non contiene quei valori che erano stati promessi, in particolare non restituisce ai Comuni nessuna autonomia nella loro azione, nemmeno in quegli ambiti in cui viene assegnato loro l’intero onere finanziario del compito assegnato. Anche la ripartizione delle competenze suscita perplessità: vengono lasciati ai Comuni ambiti che dovrebbero invece per vocazione rimanere gestiti in modo uniforme sull’intero territorio, come la scuola, i trasporti e gli anziani. La ragione è presto spiegata: sono ambiti la cui evoluzione di spesa non lascia ben sperare. Per contro il Cantone vuole appropriarsi dell’imposta immobiliare che porterà maggiori entrate fiscali».
E ancora: «Spaventa pure il fatto che il progetto è basato su dati del 2019, ormai desueti. Sappiamo bene che il Cantone negli ultimi anni ha aumentato in modo preoccupante la propria spesa. I Comuni, per affrontare un tema così invasivo, devono poter contare su di un partner credibile. E oggi il Cantone non fornisce sufficienti garanzie di una gestione controllata della spesa, non presenta progetti strutturati di revisione dei compiti dello Stato e della sua spesa. Basti guardare le modalità di gestione del Preventivo 2024».
Per concludere: «Forse quando avremo un Cantone che davvero sappia assumere il potere e la responsabilità per una gestione equilibrata e pianificata dei propri compiti e delle proprie finanze, allora discuteremo di riforme dei rapporti coi Comuni. I Comuni sono molto attenti alla spesa e ai propri compiti: a loro va restituita una vera autonomia».