Il Consiglio di Stato accoglie un ricorso. Il Municipio ha mancato di trasparenza e l'assegnazione delle concessioni di un anno fa viene bocciata
Non c’è pace per le concessioni dei tassisti ad Ascona. Nell'autunno del 2021 il Comune aveva inviato a tutti una disdetta (contestata con ricorso), poi rientrata il 23 dicembre dello stesso anno, in attesa della nuova Ordinanza municipale per regolamentare il servizio. Ordinanza finita a sua volta nel mirino, per un altro ricorso, ma poi entrata in vigore.
Ne era seguito un concorso, aperto nel marzo del 2022, per il rilascio di otto autorizzazioni; rilascio avvenuto nel giugno dello stesso anno. Poche settimane dopo un tassista escluso dal Municipio ha inoltrato ricorso al Consiglio di Stato (CdS). Nei giorni scorsi la risposta: il CdS ha annullato la decisione del Municipio, “così come l'intero procedimento concorsuale”. Un fulmine a ciel sereno che mette in questione le autorizzazioni assegnate agli otto professionisti del volante.
La decisione del Consiglio di Stato ripercorre per filo e per segno la vicenda legata all'esclusione del tassista. In sostanza, c’è stata mancanza di trasparenza. Ma procediamo con ordine: l'Ordinanza municipale sul servizio taxi (Omst) regola il servizio, con due categorie. La A per chi può sostare con la vettura nelle apposite aree anche negli orari diurni: la N che vale solo dalle 22 alle 7 del mattino.
Il capitolato di concorso prevedeva diverse condizioni di carattere generale. Fra queste: buona reputazione, attitudine all'esercizio della professione, conoscenza del comprensorio, disponibilità di lavoro notturno e altre ancora. Previsti pure alcuni requisiti particolari: cittadinanza svizzera o permesso C, doti di autocontrollo, discrezione assoluta, predisposizione al lavoro di gruppo, costituzione fisica e psichica sana.
Il bando – rileva il Consiglio di Stato – “rappresenta la ‘lex specialis’ del procedimento concorsuale ed è vincolante tanto per i concorrenti, quanto per l'ente pubblico”. I primi, basandosi sui criteri di aggiudicazione di regola esposti in ordine di importanza, sanno cosa aspettarsi; il secondo non può disattendere le condizioni del bando, rispettivamente i criteri di aggiudicazione “senza violare il principio della buona fede e della parità di trattamento dei concorrenti”. Ma c'è di più: il banditore – in questo caso il Comune –, “in analogia con quanto avviene in materia di commesse pubbliche, dovrebbe indicare almeno sommariamente anche il metodo che intende applicare per valutare concretamente le offerte”. In altre parole il Comune deve specificare che peso viene dato alle condizioni poste nel bando, per evitare di disattendere “il principio di trasparenza”.
Invece, una volta aperte le buste dei candidati tassisti, sono stati assegnati dei punteggi per requisiti che non risultavano chiari nel bando. Ad esempio per l'attitudine all'esercizio della professione, la valutazione comprendeva il comportamento e le relazioni fra tassisti. Tre punti se “irreprensibile”, due punti se “buono e con nessuna lamentela”, uno se il candidato aveva avuto “piccole discussioni” e zero se era stato oggetto di “più lamentele”.
“Oltre a questa valutazione, l'Esecutivo asconese ha anche preso in considerazione, con l'assegnazione di un punteggio da zero a due, la relazione del candidato con la Polizia comunale, tenendo conto delle esperienze durante i controlli o i colloqui con gli agenti”, si legge nella decisione del CdS.
E più avanti: “Ora occorre rilevare che le prescrizioni concorsuali non definivano in alcun modo – neppure per sommi capi – il metodo che il Municipio ha applicato per valutare il criterio dell'attitudine alla professione. In particolare, il capitolato non faceva menzione alcuna della valutazione del rapporto fra tassisti, né riguardo alla presa in considerazione del tipo di relazione dei medesimi con la polizia comunale. Nppure si poteva estrapolare questo tipo di valutazione consultando l'Ordinanza municipale sul servizio taxi, secondo la quale, peraltro, l'attitudine all'esercizio della professione avrebbe dovuto essere attestata dal superamento di un esame scritto e non seguendo criteri stabiliti a posteriori senza base legale dal Municipio”.
Infine: “La violazione del principio della trasparenza, costituita dalla mancata, preventiva definizione della ponderazione dei criteri di aggiudicazione e del loro metodo di valutazione, è pertanto evidente. La medesima costituisce infatti un difetto d'impostazione del capitolato che pregiudica irrimediabilmente qualsiasi possibilità di pervenire a un'aggiudicazione conforme ai principi generali che reggono la materia, segnatamente al principio di trasparenza e della parità di trattamento”. Va quindi annullata, come richiesto dal ricorrente, la procedura concorsuale che per il CdS risulta “gravemente viziata”.
A quali conseguenze porterà la decisione del CdS? Ascona resterà senza tassisti? «Non proprio – risponde il sindaco Luca Pissoglio –. Il procedimento concorsuale è annullato, ma per garantire il servizio taxi procederemo con delle autorizzazioni provvisorie. In seguito pubblicheremo nuovamente il concorso, con le stesse modalità, ma attenendoci alle nuove indicazioni del CdS e in particolare specificando nel bando i criteri di valutazione che saranno applicati nell'esame delle candidature».