laR+ Locarnese

Un tiro, due e Puff, si ritrova in ospedale

Un allievo delle Medie di Losone si è sentito male dopo aver fumato una sigaretta elettronica. Un caso non isolato che riporta d’attualità il tema

In sintesi:
  • Il consumo delle e-cig da parte dei 15enni in Svizzera è in costante aumento
  • A giugno in Ticino entrerà in vigore la nuova legge che ne vieterà la vendita ai minorenni
  • L'esperta: ‘Le Puff Bar sono pericolose, con o senza nicotina’
Sempre più giovani le utilizzano
(Ti-Press/Golay)
13 aprile 2023
|

«Dai, provala, è buona». Un tiro, due. Un altro ancora. «È vero, spacca». La testa però poi inizia a girare, le gambe si fanno molli, il malessere aumenta e Puff, svenuto. E si ritrova in ospedale.

È successo nelle scorse settimane a Losone, più precisamente alle Scuole medie, dove un ragazzo di seconda (12-13 anni) ha accettato l’offerta di un compagno e ha provato, finendo appunto per sentirsi male, qualche tiro di una sigaretta elettronica. O meglio, di una cosiddetta Puff Bar, un nuovo prodotto usa e getta sottile, economico, disponibile in diversi colori e aromi (perlopiù dolci e fruttati) che ormai da un po’ di tempo ha iniziato a circolare anche in Ticino e che a differenza dei vaporizzatori ricaricabili, è già pronto all’uso e non se ne potrebbe modificare il contenuto. Il condizionale è d’obbligo e proprio lì starebbe il problema, perché come ci ha confermato anche un rivenditore specializzato al quale ci siamo rivolti, queste Puff – che possono anche contenere dosi talmente elevate di nicotina da risultare illegali, ma sono facilmente reperibili online e su piattaforme come Telegram – sempre più spesso vengono forzate per inserirvi altri tipi di sostanze, droghe comprese. Una dinamica che sarebbe, secondo nostre informazioni, alla base anche dell’episodio di Losone, pur “limitandosi” in questo caso a una sostanza non meglio identificata. Da noi contattata, la Polizia cantonale ha infatti confermato di essere stata informata di quanto avvenuto a Losone e di essere in contatto con la direzione scolastica, specificando appunto che “sulla base delle verifiche effettuate non sono emerse sostanze stupefacenti”.

In bagno per ‘svapare’ di nascosto

Meglio così, come bene anche che il giorno seguente il giovane portato via in ambulanza stesse già bene e fosse regolarmente a scuola, ma quanto successo non fa che confermare come le svariate tipologie di “e-cig” siano sempre più diffuse tra i giovanissimi (dal 2018 al 2022 i quindicenni a far uso di sigarette elettroniche in Svizzera sono passati dal 21 al 25 per cento, addirittura dal 12 al 25 per cento le ragazze) e il loro utilizzo (inappropriato o meno) a scuola, sia decisamente un problema. A maggior ragione se porta i ragazzi a stare male e in questo senso purtroppo il caso losonese non sarebbe isolato, con diverse altre segnalazioni giunte in redazione, relative in particolare al Locarnese. Gli stessi giovani con i quali abbiamo parlato ci hanno raccontato come chiudersi in bagno durante una pausa e persino in orario di lezione per “svapare”, sia ormai la norma tra chi utilizza questo tipo di dispositivi, nella maggior parte dei casi (a discrezione delle direzioni dei vari istituti) vietato sul sedime scolastico come le sigarette “normali”. E questo nonostante a livello di legge siano invece ancora considerati delle derrate alimentari e quindi non siano soggetti a regole atte a proteggere i minori dalla vendita. Una situazione che in Ticino (l’undicesimo cantone elvetico a prendere questa decisione) cambierà il prossimo primo giugno, quando entrerà in vigore la nuova legge che equiparerà le sigarette elettroniche ai prodotti del tabacco, anche per quanto concerne la protezione contro il fumo passivo. Tradotto, non potranno più essere fumate o consumate negli spazi comuni chiusi e soprattutto non potranno più venire vendute a minorenni. Anche quelle senza nicotina.

In arrivo un documento dall’Ufficio del medico cantonale

Un cambiamento che dovrebbe perlomeno limitare la diffusione delle “svapo” tra i più giovani, aiutando indirettamente anche il mondo della scuola, che però nel frattempo non è certo stato (e non starà) a guardare. Da noi contattato, il direttore delle Medie di Losone, Loris Donetta, ha preferito non entrare nei dettagli di quanto capitato, ammettendo però che “la problematica esiste” e sottolineando come in aula i docenti affrontino regolarmente il tema con gli allievi. Ci siamo quindi rivolti direttamente alla responsabile della Sezione dell’insegnamento medio del Decs, Tiziana Zaninelli.

«Effettivamente quello delle sigarette elettroniche è un problema reale, ma non lo scopriamo certo oggi, come dimostra il fatto che ci siamo già mossi su più fronti per tentare di arginarlo – afferma Zaninelli –. La nostra indicazione alle direzioni di Scuola media è di essere attenti al fenomeno e di cercare il più possibile di fare informazione anche ai genitori, perché una delle cose che abbiamo capito è che non tutti sono bene in chiaro su questo tema, anzi. A maggior ragione, la collaborazione con organizzazioni quali Radix (che interviene più a livello educativo) e Lega polmonare (in grado di offrire anche un approccio più scientifico), nonché con l’Ufficio del medico cantonale, è fondamentale. A tal proposito sono già state organizzate delle serate informative e soprattutto, da parte delle autorità cantonali, sono stati fatti passi avanti verso una normativa sul tema (attesa a brevissimo, ndr), che in definitiva è quello che aspettiamo per poi dare un’informativa come si deve a tutti quanti. In attesa poi, a giugno, della nuova legge, che dovrebbe anche dare una bella mano».

L’esperta: ‘Anche quelle senza (in teoria) nicotina sono pericolose’

Una modifica quella che entrerà in vigore tra meno di due mesi importante sì a livello normativo, ma anche per quel che riguarda la percezione che le persone hanno nei confronti delle sigarette elettroniche, troppo spesso considerate innocue dai giovani e dai loro genitori… «Ma non lo sono affatto – conferma Jocelyne Gianini, responsabile del servizio prevenzione e promozione della salute respiratoria della Lega polmonare ticinese –. In commercio vi sono una miriade di prodotti, ma quelli che ultimamente vanno per la maggiore, sono queste nuove usa e getta (le citate Puff Bar, ndr). Sono prodotti, per forma e colore, molto sexy per i giovani e checché ne dicano produttori e rivenditori, sono stati pensati proprio per ragazzi e ragazze. Basta guardare dove viene fatta maggiore pubblicità, ovvero sui social media targettizzati a un pubblico giovanile. Anche i gusti sembrano pensati “su misura”, ce ne sono tantissimi e vanno dalla cicca alla caramella, melone, fragola e chi più ne ha più ne metta, persino “gommini”».

Aromi leggeri che “mascherano” ciò che celano al loro interno… «Contengono nicotina sintetica, che crea una fortissima dipendenza. Più precisamente si tratta di sali di nicotina, che tra le altre cose possono favorire ipertensione e diabete, nonché interferire, negli adolescenti, con lo sviluppo neurologico. Dipende anche dai tiri (puff in inglese, ndr). Ad esempio una Elf Bar (una marca molto in voga) da 600 tiri, equivale a 45 sigarette. E costa appena 8 franchi e 50 centesimi. E poco importa se per legge in questi dispositivi si possono mettere al massimo 20 milligrammi di nicotina, ossia il famoso 2 per cento, perché se è un dispositivo da 900 “puff”, corrisponde comunque a 75 sigarette. Oltretutto esistono anche quelli da 50 e 60 milligrammi di nicotina, sono illegali ma i ragazzi li trovano, online ma non solo. In linea di massima i rivenditori stanno facendo attenzione e si stanno già adeguando a non vendere questi prodotti ai minorenni, ma c’è ancora chi lo fa, approfittando del fatto che a livello legislativo ci troviamo in una zona grigia. Il problema è che sul mercato stanno arrivando dispositivi dai tiri sempre più alti e i ragazzi non si rendono conto dei quantitativi che inalano. Addirittura si lanciano delle sfide (se ne trovano su YouTube e sui vari social) a chi puffa di più, vanno in iperventilazione e svengono. Perché la nicotina arriva al cervello velocemente e un sovradosaggio può provocare tutta una serie di problematiche, compresi mal di testa, irritabilità, disattenzione e disturbi del comportamento. Oltre come detto al rischio di sviluppare altre dipendenze».

Ragion per cui anche i prodotti che vengono venduti come privi di nicotina, presentano delle insidie… «Innanzitutto pensando – genitori compresi – che non facciano male, i ragazzi iniziano a utilizzarle da sempre più giovani. Quanto all’assenza di nicotina, noi esperti di prevenzione pensiamo che non sia così, tanto che l’Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo (At) sta svolgendo delle analisi per verificarlo. In ogni caso, contengono altre sostanze (ad esempio il glicole propilenico, in pratica l’antigelo per le auto) che possono irritare le vie respiratorie e soprattutto creare una dipendenza comportamentale, aspetto questo che non va per nulla sottovalutato. Assumono già da giovanissimi una determinata gestualità e l’associano a qualcosa di bello e buono, che poi però può portare ad altre abitudini ben più pericolose e nocive».

Per combattere tutto questo, oltre al lavoro che già viene svolto sul terreno, come Lega polmonare ticinese, assieme ad At Svizzera e a Radix stiamo creando un sito internet (che dovrebbe essere pronto ad agosto, ndr) per docenti e genitori, sul quale potranno trovare documentazione per informarsi bene e per poter sensibilizzare i ragazzi. Perché ci siamo resi conto che purtroppo i pericoli di questi prodotti sono sottovalutati in primis dagli adulti, che non li conoscono e magari vanno pure a comprarli ai loro figli, senza rendersi conto che stanno facendo loro del male».