Ticino

E-cig, ‘sensibilizzare i venditori sui rischi per i minori’

Per Bouvier Gallacchi (Dss), ‘questi dispositivi non hanno ormai più niente a che vedere con le sigarette e rendono rapidamente dipendenti dalla nicotina’

‘Gli esercenti che vendono questi prodotti ai minorenni vanno contro la legge’
(Keystone)
16 gennaio 2024
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«Questi prodotti sono estremamente attrattivi per i ragazzi che hanno meno di diciotto anni. È innegabile, sono stati ideati appositamente per essere venduti a questa fascia della popolazione e non per le persone che vorrebbero smettere di fumare. Che sia per la forma, per il colore o per i numerosi gusti e profumi, sono stati sviluppati attraverso degli studi di marketing per attrarre giovani e giovanissimi». Per Martine Bouvier Gallacchi, medico capo del Servizio di promozione e valutazione sanitaria del Dipartimento della sanità e della socialità (Dss), è inutile girarci intorno. Il legame tra sigarette elettroniche e giovani è chiaro e le sfide in questa direzione non mancano.

Un negozio su quattro non rispetta il divieto di vendita ai minori

Nonostante dal 1° giugno scorso le sigarette elettroniche non possano più essere vendute ai minori di diciotto anni, stando ai controlli effettuati dal Dss in collaborazione con Radix Svizzera italiana, un negozio su quattro sembra infatti non rispettare il divieto. Divieto sancito dalla modifica della Legge sanitaria (LSan), che prevede inoltre l’obbligo da parte del venditore di richiedere un documento d’identità ufficiale in caso di incertezza sull’età dell’acquirente. A sei mesi dall’entrata in vigore le autorità hanno dunque tenuto d’occhio centododici punti vendita situati in prossimità di ventuno scuole medie, nell’ottica di verificare l’effettiva applicazione delle nuove norme. Nel concreto, un gruppo di giovani di età compresa fra i tredici e i diciassette anni, formati per svolgere queste verifiche e accompagnati da un operatore adulto, hanno cercato di acquistare una sigaretta elettronica – una specifica tipologia monouso, la cosiddetta Puff Bar, tra i dispositivi più diffusi e utilizzati dai loro coetanei – in uno di questi punti vendita. Come detto, dai controlli è emerso che un esercente su quattro vende ancora ai minorenni.

Cosa fare dunque? «La nostra strategia – illustra Bouvier Gallacchi – va pensata in tre punti. Innanzitutto stiamo già sensibilizzando i giovani rispetto a tutti questi dispositivi e i loro potenziali effetti nocivi attraverso il sostegno a vari progetti. È poi importante informare gli adulti. Infine, ed è soprattutto qui che abbiamo agito l’estate scorsa con l’introduzione della Legge sanitaria modificata, vanno sensibilizzati i punti vendita così da responsabilizzarli».

‘A lungo termine non sono escluse sanzioni’

Attualmente non sono previste multe, ma non è detta l’ultima parola. «Che ci siano ancora degli esercenti che vendono questi prodotti ai minorenni – sottolinea Bouvier Gallacchi – va contro la legge. Se al momento non ci sono delle conseguenze dirette, a lungo termine le cose potrebbero cambiare. In altri termini, in quanto servizio di promozione della salute, noi cerchiamo di incentivare i venditori a essere responsabili e ad applicare la legge senza che ci sia bisogno di infliggere una multa. Tuttavia, dato che continueremo a fare i controlli, se il problema dovesse sussistere, ci saranno anche eventuali conseguenze». E continua: «Se i punti vendita chiedessero a tutti un documento il problema verrebbe risolto. È bene ricordare che, proprio perché previsto dalla legge, gli esercenti hanno il diritto di richiedere un documento ufficiale. Sono legittimati insomma».

Non solo. «L’obiettivo – spiega Bouvier Gallacchi – è di far prendere coscienza a chi vende che si tratta di dispositivi che possono avere degli effetti pericolosi sulla salute dei giovani. Quest’anno, inoltre, entrerà in vigore la nuova legge sui prodotti del tabacco che introdurrà un quadro normativo completo. A oggi in Ticino questi test possono essere svolti solo su richiesta del medico cantonale e a scopo preventivo. Se dovessimo constatare che la situazione non è in miglioramento, non appena entrerà in vigore questa legge potremo agire con più concretezza. Chiaramente l’augurio è che il messaggio passi prima e che la legge venga applicata senza la necessità di ulteriori misure». La nuova legge federale, lo ricordiamo, disciplina oltre ai prodotti del tabacco anche le sigarette elettroniche, i prodotti del tabacco destinati a essere riscaldati e i prodotti da fumo a base di erbe, in particolare quelli a base di canapa a basso tenore di Thc con Cbd. Per quanto concerne la protezione dei minori, tra le misure definite vi è il divieto, passibile di multa, di vendita ai minorenni, nonché la proibizione di pubblicità rivolte ai minori.

‘Necessario applicare il principio di precauzione e tutelare la salute dei più giovani’

Non vanno poi trascurati i risvolti nocivi sulla salute che questi dispositivi comportano. «Rispetto alla loro pericolosità – mette in luce Bouvier Gallacchi –, la nicotina di origine sintetica che contengono in alte dosi pone sicuramente un problema nuovo, in quanto se ne possono raggiungere concentrazioni molto elevate nell’organismo. Per chiarezza, questi dispositivi non hanno ormai più niente a che vedere con le tradizionali sigarette e rendono rapidamente dipendenti dalla nicotina. Contengono poi tutta una serie di sostanze che non sono ancora state studiate approfonditamente, nello specifico per quanto concerne la vaporizzazione: riscaldare alcune sostanze, come gli aromi o gli additivi, ne modifica la struttura chimica. Non dobbiamo poi dimenticarci che stiamo parlando di prodotti consumati prevalentemente da minorenni in fase di crescita. Non possiamo quindi sapere quali saranno i danni sugli organi a lungo termine. È dunque necessario applicare il principio di precauzione e tutelare la salute dei più giovani».

Non da ultimo, nell’ambito del tabacco e non solo la Svizzera rimane un Paese particolarmente liberale. Molti Stati europei stanno infatti cercando di vietare questi prodotti. Stando al ‘Global tobacco industry interference index 2023’, l’indice che misura le ingerenze politiche dell’industria del tabacco, la Svizzera si colloca invece all’89esimo posto sul totale dei novanta Paesi analizzati, e “va quindi considerata come particolarmente esposta alle manipolazioni dell’industria, che continua a pesare fortemente sui dibattiti e sui processi legislativi riguardanti la salute pubblica”.