Ticino

Giovani e sigaretta elettronica, il 40% l’ha già sperimentata

Lo scrive il governo rispondendo alle domande di Ermotti-Lepori (Ppd). Più diffusa tra i ragazzi rispetto alle ragazze, ma meno che a livello nazionale

Il Consiglio di Stato risponde
(Ti-Press)
2 marzo 2022
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In Ticino quattro giovani su dieci, il 40,4%, di età compresa tra i 14 e i 15 anni hanno già sperimentato l’uso della sigaretta elettronica: il 46,2% dei ragazzi e il 34,7% delle ragazze. A darne notizia, rispondendo a un’interrogazione della granconsigliera del Ppd Maddalena Ermotti-Lepori, è il Consiglio di Stato, che cita i dati (risalenti comunque al 2018) dell’ultima indagine sulla salute e sui comportamenti degli allievi e delle allieve dagli 11 ai 15 anni, lo studio ‘Health behaviour in school-aged children’. Ebbene, da questo studio emerge anche che "la prevalenza dei giovani tra i 14 e i 15 anni che può considerarsi utilizzatore non occasionale di sigaretta elettronica (10 giorni o più negli ultimi 30 giorni) è pari al 3%". Vale a dire, "il 4,1% dei ragazzi e l’1,8% delle ragazze per questa fascia d’età".

Tra i 14 e i 15 anni boom di sigarette tradizionali

Sempre rimanendo in Ticino, "dai sondaggi effettuati presso due scuole cantonali post-obbligatorie, nel 2018 i giovani di età compresa tra 14 e 20 anni che dichiarano un uso prevalente di sigarette elettroniche sono compresi tra il 2,5 e il 3%". A livello nazionale, in una fascia però allargata perché la forchetta è quella che va dai 15 ai 24 anni, "è pari al 3,5%. Ma è bene tuttavia rilevare che, in questo caso, le dimensioni campionarie ridotte impongono cautela nell’interpretazione delle stime". Il governo osserva che "per contestualizzare meglio il problema, a titolo di paragone, è altresì importante ricordare che l’8,6% dei maschi di 14 anni si dichiara fumatore non occasionale di sigarette tradizionali. Tale prevalenza sale al 13,7% tra i ragazzi di 15 anni".

Le conseguenze

Rispondendo a Ermotti-Lepori, il Consiglio di Stato "conferma" che "l’inizio del consumo di sostanze psicoattive in adolescenza ha un impatto importante sul cervello e può condurre a delle modifiche neurobiologiche talvolta irreversibili". A completare il quadro, "si sa inoltre che la nicotina contenuta nelle sigarette tradizionali, ma anche in quelle elettroniche, genera molto rapidamente una dipendenza e che più il consumo di nicotina avviene in giovane età e dura nel tempo, più la dipendenza a questa sostanza sarà forte e la disassuefazione difficile". In più, "diversi studi hanno rilevato come l’aerosol prodotto da questi dispositivi contenga, benché in quantità minore rispetto alle sigarette tradizionali, sostanze potenzialmente tossiche e cancerogene come la formaldeide e le nitrosamine".

Per quanto concerne le sigarette elettroniche, "un altro rischio – sottolinea l’Esecutivo – è che il loro utilizzo, in particolare da parte dei giovani, faciliti il passaggio alla sigaretta tradizionale. Preoccupano inoltre le strategie di marketing (...) come l’uso di aromi particolari e un design estremamente accattivante e high tech, che attirano consumatori sempre più giovani".

La prevenzione a scuola con risposte puntuali e progetti

Un altro punto affrontato da Ermotti-Lepori nella sua interrogazione riguarda la prevenzione e, precisamente, se c’è una strategia particolare rivolta alle scuole. Risposta? No, non esiste. "Ma esiste però un indirizzo più complessivo che orienta l’azione della scuola nell’ambito del benessere e della salute degli allievi". La prevenzione, fondamentalmente, "consiste in una risposta puntuale, che può essere accompagnata da interventi e azioni esterne, sotto forma d’informazione, sensibilizzazione, formazione e/o dissuasione". Nel concreto, cioè parlando di prevenzione al tabagismo, il governo ricorda che "lo scorso 31 maggio il Dipartimento educazione, cultura e sport, in collaborazione con la Lega polmonare ticinese e Radix Svizzera italiana, ha promosso in diverse sedi scolastiche delle azioni di sensibilizzazione organizzate in occasione della Giornata mondiale senza tabacco".

Sempre Lega polmonare ticinese e Radix Svizzera italiana "hanno condotto diversi progetti indirizzati ad allieve e allievi delle scuole medie e del post-obbligo che hanno coinvolto, nel 2021, 10 scuole medie, 48 docenti e 940 allievi. Nel post-obbligo, invece, sono state coinvolte 6 scuole, 2 aziende formatrici, 66 docenti e più di mille apprendisti".