Ticino

No alle sigarette elettroniche ai minori, la commissione avalla

Seguendo il Consiglio di Stato, la ‘Sanità e sicurezza sociale’ vuole combattere il tabagismo ‘in tutte le sue forme’. Scontato l’ok del parlamento

(Ti-Press)
12 gennaio 2023
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È dettata dalla volontà di "evitare di ripetere oggi gli stessi errori e mancare di tempestività nella lotta contro il tabagismo in tutte le sue forme" l’adesione della commissione parlamentare ‘Sanità e sicurezza sociale’ alla proposta di non più permettere la vendita di sigarette elettroniche e prodotti affini ai minorenni. Così come di vietare a chiunque di fumarle negli spazi chiusi accessibili al pubblico o sul posto di lavoro in presenza di più di una persona. Appoggiando il messaggio governativo dello scorso maggio che prospetta un adeguamento in tal senso della Legge cantonale sanitaria, i commissari hanno sottoscritto il rapporto redatto da Giorgio Fonio (Centro/Ppd) che spiega di non voler "procrastinare oltre la regolamentazione di un mercato in piena espansione, di cui i giovani sono il bersaglio privilegiato".

L’abitudine al gesto che può trasformarsi nel piacere di fumare

I dati e le indagini sul consumo disponibili oggi e citati nel messaggio del Consiglio di Stato – come il fatto che in Ticino tra i 14 e i 15 anni circa 4 giovani su 10 abbiano già sperimentato l’uso della sigaretta elettronica – risalgono ormai ad alcuni anni fa (2017/2018), osserva Fonio, secondo cui però "è facile supporre che la situazione sia ulteriormente peggiorata", e questo in considerazione soprattutto del recente innesto nel mercato dei prodotti usa e getta come le ‘puff bar’. Disponibili in diversi colori e aromi, sono dei modelli di sigaretta elettronica capaci di esercitare un particolare ‘appeal’ sui giovani e che possono contenere "anche ingenti quantità di nicotina, con il rischio di generare una rapida dipendenza se consumate regolarmente". Ma a prescindere dal tasso di nicotina presente, per i commissari "il design particolarmente accattivante di questi oggetti invoglia il loro utilizzo, creando l’abitudine al gesto che può trasformarsi nel piacere di fumare e invogliare quindi il passaggio alla sigaretta tradizionale".

Non si conoscono ancora i rischi di contrarre malattie

Analoghe riflessioni, si legge nel rapporto, possono essere avanzate anche per quanto concerne i prodotti a tabacco riscaldato: "Contrariamente alle sigarette tradizionali questi dispositivi non bruciano il tabacco, ma si limitano a riscaldarlo. Un processo che, secondo l’industria che pubblicizza questi prodotti, limiterebbe la maggior parte delle sostanze nocive, riducendo i rischi per la salute. Tuttavia, vi sono studi che confutano questa teoria: la quantità di sostanze nocive nei prodotti a tabacco riscaldato è sì inferiore a quella delle sigarette, ma allo stato attuale mancano dati scientifici per affermare che il rischio di malattie legate al fumo diminuisca nella stessa misura".

Allo sviluppo della dipendenza da nicotina e al consumo di sostanze nocive in giovane età – valuta il rapporto – si sommano quindi anche "le incognite relative all’ingestione di prodotti le cui conseguenze sulla salute restano ancora tutte da appurare. Sono serviti decenni per comprendere a fondo le conseguenze del consumo attivo e passivo delle sigarette tradizionali e il loro fascino è stato bruciato dalle evidenze scientifiche, supportate purtroppo dalle drammatiche statistiche sui decessi. Secondo una stima dell’Ufficio federale di statistica, in Svizzera il tabagismo causa attualmente circa 9’500 decessi l’anno".

Sensibilizzazione e una regolamentazione dinamica sul piano locale

Ecco perché secondo la Commissione sanità e sicurezza sociale "al marketing seducente e moderno messo in atto a livello planetario dalle multinazionali del tabacco occorre rispondere con l’informazione, la sensibilizzazione e una regolamentazione altrettanto dinamica sul piano locale". A confermare la bontà di questa impostazione e la sensibilità della popolazione su questo tema, Fonio ricorda i risultati in Ticino della votazione federale sull’iniziativa popolare ‘Fanciulli e adolescenti senza pubblicità per il tabacco’, tenutasi meno di un anno fa, con il 57,8% dei votanti che si è espresso a favore dell’iniziativa, "percentuale superiore a quella svizzera", che l’ha comunque accolta.

Anche sul piano nazionale si sta lavorando alla revisione della Legge

A livello federale è dunque attesa la nuova Legge sui prodotti del tabacco, di cui l’avamprogetto di revisione è stato in consultazione fino al novembre scorso. "A oggi, le autorità federali prevedono l’entrata in vigore della Legge e della relativa Ordinanza, anch’essa in elaborazione, ‘presumibilmente’ all’inizio del 2024. La nuova legge federale disciplinerà fra l’altro la composizione, l’imballaggio, la pubblicità, la vendita e il controllo dei prodotti del tabacco, comprese finalmente le sigarette elettroniche. Queste ultime saranno equiparate agli altri prodotti anche per quanto concerne la protezione contro il fumo passivo".

Il governo ticinese a Berna: occhio anche all’online

Nella sua presa di posizione, datata 16 novembre 2022, il Consiglio di Stato considerava la revisione legislativa proposta da Berna "come globalmente soddisfacente e la sostiene". Premesso ciò, chiedeva al Dipartimento federale dell’interno di valutare alcune proposte. Fra cui quella di "introdurre un divieto rigoroso e controllato di vendita di prodotti del tabacco e sigarette elettroniche ai minorenni nell’ambito del commercio online e la possibilità di eseguire dei test d’acquisto online". Ma anche la proposta di "prevedere organi e risorse dedicate per garantire controlli regolari dei divieti e delle limitazioni e, se del caso, l’emissione di sanzioni significative sia a livello della Confederazione, sia dei Cantoni".

Si gioca d’anticipo

In Ticino si preferisce però giocare d’anticipo: alla luce degli obiettivi di prevenzione e dei dati citati, oltre che dell’evoluzione nelle abitudini della popolazione soprattutto più giovane, il Consiglio di Stato e la Commissione sanità reputano infatti necessario adeguare "fin da subito le basi legali cantonali, procedendo alla revisione della Legge sanitaria a prescindere dai tempi dettati sul piano nazionale". Anche perché, rileva Giorgio Fonio, interpellato dalla ‘Regione’, «non è detto che le nuove disposizioni federali entrino in vigore nel 2024. Credo che il Dipartimento sanità e socialità ticinese abbia dunque fatto bene a spingere sulla modifica della legislazione cantonale». In commissione, prosegue il relatore, il rapporto favorevole al messaggio governativo «ha raccolto l’adesione di tutti i gruppi parlamentari». Il Gran Consiglio si pronuncerà nella seduta di febbraio e il via libera al giro di vite è praticamente scontato. «A breve quindi – riprende Fonio – potremo iniziare a lavorare per un cambiamento culturale, indispensabile in quest’ambito, a protezione del fanciullo. Non dimentichiamoci che oggi ci sono bambini delle scuole elementari che comprano sigarette elettroniche». Secondo il deputato del Centro «sarà comunque necessaria un’azione concertata per senbilizzare – in un’ottica di prevenzione – famiglie, scuola e commerci. Sono poi sicuro che il Consiglio di Stato metterà in atto un efficace dispositivo di controllo per garantire il rispetto delle nuove regole».

Longo: una prima risposta alla preoccupazione dei genitori

Il messaggio del Consiglio di Stato e la firma del rapporto parlamentare in suo sostegno sono giudicati estremamente positivi dal presidente della Conferenza cantonale dei genitori Pierfranco Longo, ferma restando la consapevolezza che il problema richiede ancora molto lavoro di genitori e istituzioni: «Esprimo piena soddisfazione per la presa di posizione del governo e della commissione preposta. Con la successiva approvazione in parlamento si realizzerà una modifica di legge fondamentale. Vietando l’acquisto ai minori di questi prodotti, molto difficili da intercettare perché spesso creati come giocattoli, con forme e colori accattivanti anche per i più piccoli, si dà una prima risposta alla preoccupazione dei genitori per questo nuovo rischio per la salute dei figli». Tuttavia secondo Longo la prevenzione primaria dal rischio di uso abusivo di sostanze resta «inevitabilmente un tema aperto. Il fatto che la vendita di sigarette elettroniche venga vietata, così come lo è già quella dell’alcol e delle sigarette tradizionali, non sarà sufficiente. La sensibilizzazione sulla pericolosità di questi prodotti dove necessariamente partire dalla famiglia e completarsi nella scuola, continuando a promuovere tra gli allievi, a partire dalle elementari, la cultura e il dibattito sulla salute».