Un’interpellanza del Centro (primo firmatario Mario Tramèr) per capire come sta l’azienda di cui il Comune è azionista
Nel 2014 il Consiglio comunale di Losone aveva approvato, all’unanimità, un credito di oltre due milioni di franchi per l’acquisto delle azioni della Società elettrica sopracenerina (Ses) detenute dall’Azienda elettrica ticinese (Aet). Un’operazione (eseguita anche da altre località del cantone) per "riportare nella Svizzera italiana e in mano pubblica il centro decisionale di questa società come pure parte dell’indotto economico da essa generato", come ben spiegato nel messaggio municipale di allora. È questa la premessa dell’interpellanza inoltrata all’esecutivo di Losone dal gruppo del Centro; primo firmatario è Mario Tramèr.
"Ora la Ses è una società interamente in mano pubblica; 37 Comuni detengono il settanta per cento delle azioni. Tra quelli che possiedono il maggior numero di azioni figura, oltre a Biasca e Locarno, proprio il nostro Comune", aggiunge Tramèr. Nel 2014 il Municipio scriveva: "Le motivazioni a sostegno di questa scelta sono di ordine energetico, economico e sociale. Dal profilo energetico il Comune potrà collaborare a determinare le infrastrutture e i servizi di approvvigionamento sul proprio territorio a favore della popolazione e delle aziende. Dal profilo economico può contribuire a mantenere e sviluppare l’indotto economico all’interno della regione e da quello sociale salvaguardare e promuovere posti di lavoro qualificati". Intenti lodevoli, secondo l’interpellante, che prosegue: "Da un po’ di tempo il tema del costo dell’energia in generale è al centro delle discussioni sul piano cantonale, federale e internazionale; in questo ambito s’inseriscono a livello locale le riflessioni sull’erogazione dei dividendi da parte di Ses, sulle tariffe e sul rincaro, come pure sul compenso versato a chi immette corrente in rete".
Essendo il Comune di Losone "comproprietario" della Ses, Tramèr inoltra una serie di richieste al Municipio: "Aggiornare il Consiglio comunale sulla situazione finanziaria dell’azienda, sullo stato della rete di distribuzione, sugli investimenti previsti nei prossimi anni, come pure su eventuali criticità future; spiegare le principali motivazioni alla base dell’aumento delle tariffe; e chiarire quali effetti avrebbe sulle tariffe un’eventuale rinuncia alla distribuzione dei dividendi". Infine una domanda: "I pannelli fotovoltaici sono sempre più diffusi; non vi è la possibilità di retribuire in maniera più adeguata chi immette in rete energia prodotta in maniera pulita e a chilometro zero?".