Il Municipio della località locarnese critica le manovre societarie. Pronta la risposta dei vertici dell’azienda elettrica con sede a Locarno
Si preannuncia calda l’assemblea degli azionisti della Società elettrica sopracenerina (Ses), convocata giovedì. All’ordine del giorno, tra i vari temi, anche la decisione di distribuire un dividendo straordinario. Ma c’è chi contesta la manovra. In particolare il Municipio di Gordola, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera ai Comuni azionisti – l’azionariato Ses, lo ricordiamo, è in mano a 37 Comuni ticinesi per il 70 per cento e all’Aet per il 30 per cento –, criticando le strategie societarie. La missiva pone l’accento sulle tariffe in costante aumento che, combinate alla crescita dei consumi elettrici per il riscaldamento in un inverno che è stato freddo, per il 2021 hanno spinto verso l’alto gli utili Ses.
Le richieste gordolesi: non distribuire il dividendo straordinario e adottare "una politica di ridimensionamento degli utili e delle riserve, con una maggiore attenzione sia agli aspetti tariffali sia alla politica energetica, promuovendo sempre a livello di tariffe la produzione decentrata del fotovoltaico e correggendo i prezzi per l’energia d’impianti di riscaldamento efficienti a pompa di calore".
Gordola sottolinea come la Ses si distingua "a livello nazionale con le tariffe più alte, in un cantone con i redditi fra i più bassi, ma che abbonda di energia idroelettrica a buon mercato". Alla lettera sono allegate le tabelle redatte da Elcom con il confronto di prezzi a livello ticinese. Emerge che la Ses è fra le più care in diversi settori. "Una situazione – prosegue il Municipio gordolese – molto penalizzante per le economie domestiche e per i piccoli e medi artigiani e commerci. Riteniamo che un’azienda di servizio pubblico debba produrre utili che non vadano oltre le necessità di reinvestimento". Ma si va ben oltre, con riversamenti ai Comuni azionisti sotto forma di dividendi. Per Gordola si può parlare di un vero e proprio pagamento "d’imposte che per il 2021 ammontano a cinque milioni di franchi".
Il municipale Bruno Storni, capodicastero energia, aggiunge: «Occorre smetterla di caricare tasse sui consumi di energia elettrica. In Ticino hanno ormai assunto importi inaccettabili: tra tassa uso suolo pubblico, Fer, dividendi e imposte sugli utili si arriva a più di 100 franchi all’anno per abitante. O addirittura 500 franchi per chi ha un riscaldamento elettrico diretto. Il tutto quando il futuro dell’energia è più incerto che mai». E sulla Ses: «Negli anni ha accumulato sostanziose riserve e nel contempo ha riversato generosi dividendi ai Comuni, oltre alle imposte sull’utile. Nel 2021 il risultato ammonta a 21 milioni di franchi; 260 franchi per utente. Una situazione sempre più insostenibile per un servizio pubblico che distribuisce un bene di prima necessità, utilizzato da tutti noi per cucinare, scaldare, illuminare e per lavorare».
Pronta la replica dei vertici della Ses, inviata ai Comuni azionisti. In primo luogo ricordano che gli utili "sono un elemento indispensabile per perseguire uno degli obbiettivi principali dell’azienda e cioè la sicurezza dell’approvvigionamento. Ses investe annualmente oltre 40 milioni di franchi per migliorare le infrastrutture e per fare ciò ha bisogno di un cash flow adeguato, composto appunto da utili e ammortamenti. Ridurre gli utili significherebbe ridurre gli investimenti o entrare in un circolo vizioso legato all’aumento della percentuale d’indebitamento a cui segue un peggioramento del rating e del costo dei finanziamenti, con ulteriore riduzione degli utili e così via".
La maggior parte dell’utile viene capitalizzato e ha permesso a Ses di riportare la propria percentuale di fondi propri a quasi il 50 per cento del bilancio, "restando comunque sotto la media degli altri attori del settore, dopo che per favorire l’operazione di acquisto delle azioni da parte dei Comuni a un prezzo ridotto si era essa stessa sobbarcata un’internalizzazione di circa 85milioni di franchi di debiti".
"Solo una minima percentuale dell’utile viene distribuito come dividendo e nel caso concreto, parlando del dividendo straordinario di 1,05 franchi ad azione, per un totale di 1,155 milioni, va detto che esso rappresenta un importo mensile medio per il cliente di circa un franco". Un impatto minimo secondo la Ses. I vertici dell’azienda ricordano che i diversi comuni hanno situazioni finanziarie differenti, ma per tutti è un periodo non facile: "Si ritiene nettamente più vantaggioso distribuire i dividendi a questi ultimi, che fra l’altro sono gli enti preposti a svolgere un servizio prevalentemente sociale sul territorio". Infine: "Riteniamo sia un argomento fuorviante confrontare le tariffe di rete Ses con quelle delle altre aziende ticinesi se non si analizzano le specificità del comprensorio nel quale l’azienda è chiamata a operare. Non è infatti corretto confrontare realtà tipicamente cittadine con quelle invece di montagna o miste. Per questo motivo a livello federale si è deciso di suddividere i gestori di rete in varie categorie in funzione delle proprie caratteristiche. Ses ricade nella categoria di ‘regione di montagna con densità energetica bassa’ e le sue tariffe non sono per niente fra le più care in Svizzera, ma si situano nella media. Se poi si analizzano gestori di rete di taglia simile, come per esempio Repower, applichiamo tariffe più economiche, distribuendo più utili. Riteniamo quindi che le cause non siano da ricercare in inefficienze aziendali o brame degli azionisti, ma nell’estensione e nella morfologia del nostro comprensorio e nella nostra volontà di continuare a migliorare il servizio erogato, mantenendo alti gli investimenti a tutto vantaggio anche dell’economia locale". Stando a Ses, negli ultimi tre anni le tariffe non sono state modificate e questo a scapito di un minor utile, quantificato in due milioni di franchi nel solo 2021.