laR+ Nodo intermodale

‘Non facciamo gli schizzinosi. Rischio effetto boomerang’

Muralto, il presidente della Delegazione delle autorità Nguyen Quang risponde a chi è contrario (anche) alla variante 1A che risparmia viale Cattori

L’attuale fermata dei bus davanti alla stazione
(Ti-Press)
3 marzo 2023
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«Chi cerca l’ottimale rischia di ricevere un boomerang in testa». È la poco istituzionale ma decisamente efficace risposta di Dao Nguyen Quang alle critiche di Gian-Luigi Varini (si legga "laRegione" di ieri) rispetto alla variante 1A per il nodo intermodale alla stazione Ffs di Muralto. Varini, che è tra l’altro parte dello stesso movimento d’opposizione che vede Nguyen Quang in Municipio come vicesindaco, sostiene che pur risparmiando viale Cattori dal transito di 250 bus giornalieri, la 1A andrà a schiantarsi poiché invisa – da chi più, da chi meno – agli stessi attori in gioco (Fart, Ffs, in parte lo stesso Cantone, Locarno), che vi hanno ravvisato diverse criticità. Ma proprio per questo, va detto, il Municipio ha appena chiesto un credito per affinare lo studio di fattibilità.

A Varini, capofila dei contrari (prima alla variante di Pr per il comparto stazione, poi alla soluzione base dei bus sul lungolago e su viale Cattori, e oggi anche alla 1A, soprattutto perché non prevede l’utilizzo dell’ampio sedime a nord dei binari per stazionamento dei bus e manovre degli stessi) ciò non sembra tuttavia interessare più di tanto. Infatti ha parlato di «vicolo cieco», lasciando intendere ulteriori battaglie che rischiano di far slittare il nodo intermodale alle calende greche, nonché di far perdere il beneficio dei contributi federali in ballo.

Oltre a essere vicesindaco di Muralto, Nguyen Quang è anche presidente della Delegazione delle autorità (Da), che raggruppa tutti i portatori di interesse e cerca faticosamente di portare in porto la variante 1A.

Secondo il suo collega di movimento Varini, anche la soluzione alternativa alla proposta base è destinata a fallire perché vi sarebbero troppe criticità. Concorda?

Non è vero che ci sono grosse criticità. Ve ne sono, ma superabili. Sono state fatte simulazioni del traffico (bus, treno, pedoni, auto, bici, moto) secondo lo stesso sistema utilizzato per l’opzione di base, con un software specifico. Il modello complessivo regge, non va in crisi. Intendiamoci, non è ottimale: com’è disegnata, l’uscita bus è potenzialmente un po’ in conflitto coi pedoni. Per questo bisogna studiare un affinamento.

Da lì il credito richiesto al Consiglio comunale. Con quali prospettive?

Che se opportunamente approfonditi, i problemi si possono risolvere. Col messaggio chiediamo anche i soldi per fare un esame di fattibilità su un sottopasso, la cui ubicazione ancora dev’essere stabilita. Potrebbe essere un’ottima cosa in parte per risolvere i problemi dei pedoni, ma più in generale per ottimizzare la loro gestione. Un altro punto importante è lo studio sull’impatto urbanistico e architettonico della soluzione prevista dalla variante 1A.

La prima a chiederlo è tra l’altro stata la Città. Fatti gli approfondimenti del caso, cosa succederà? C’è il rischio di tornare sull’opzione base, attuabile anche subito se liberata dagli elementi che richiedono l’approvazione della variante di Pr?

Fatti gli approfondimenti torneremo in Da e confronteremo la variante di base con la 1A, e a parità di prestazioni potremo scegliere la soluzione più indicata. Si presume sia la 1A proprio perché non va a intaccare viale Cattori ma anzi lo valorizza.

Gli oppositori continuano a sostenere che il sedime a nord dei binari si presterebbe perfettamente per stalli e manovre dei bus che altrove creano qualche grattacapo. Perché questa soluzione non è stata considerata?

Per quanto attiene allo sfruttamento del sedime a nord della stazione, ricordo che avevamo dei paletti dati dal mandato di studio in parallelo, partito nell’ormai lontano 2016. In 5 anni è stato svolto un lavoro molto approfondito, pur se basato sul transito dei bus sul lungolago e la loro risalita da viale Cattori. In pochi mesi, dopo la bocciatura della variante di Pr per il comparto, bisognava trovare una soluzione alternativa. Ma questo, mantenendo sostanzialmente le caratteristiche del mandato di studio in parallelo. Non si poteva quindi studiare cose "esotiche". Di conseguenza, come Municipio siamo andati dall’ingegnere del traffico e gli abbiamo chiesto di trovare alternative entro il "perimetro" dato dal mandato di studio in parallelo, partendo dal presupposto che nessuno vuole i bus su viale Cattori. Ma il problema comunque è a monte.

Ovvero…

Fra i vari scenari esplorati ve n’erano due che contemplavano la parte nord-est, ma si erano rivelati non realizzabili per mancanza di spazio. Le Fart e l’Autopostale hanno bisogno di 5 fermate parallele, una di fianco all’altra. Nella parte nord ce ne stanno solo due doppie, che non sarebbero funzionali alle esigenze degli operatori del servizio pubblico. Quindi non mi si può venire a dire che c’è il terreno a nord, proprio perché non serve alla bisogna: manca lo spazio.

Varini ha inoltre gioco facile nell’accusare il Municipio e la stessa Da che lei presiede di non aver coinvolto la popolazione così come invece auspicava lo stesso Zali per evitare nuove brutte sorprese. Come risponde?

È vero solo in parte, nella misura in cui il dibattito in Consiglio comunale sul messaggio è pur sempre coinvolgimento popolare. Ma va anche detto che l’unico vero paletto – il fattore discriminante dell’opzione base – era togliere i bus da viale Cattori. Cosa che appunto è data nella variante 1A. Non escludo che se non ci fossero dei paletti alla base, a livello di mandato di studio in parallelo, sarebbe probabilmente possibile trovare altre soluzioni ancora migliori. Ad esempio, se potessi spostare i binari e portare la "testa" della stazione più verso Bellinzona, potrei immaginare opzioni alternative. Ma quest’eventualità costa e dovrebbe in ogni caso essere avallata dalle Ffs proprietarie.

Come se ne esce, con il vasto fronte d’opposizione intenzionato a fare le pulci a ogni opzione sul piatto?

A me quello che preme è riuscire a eliminare la variante base – quella dei bus su viale Cattori – avendo un’alternativa valida e realizzabile. Che al momento credo possa davvero essere soltanto la 1A. A quel punto, "benedetta" definitivamente questa pista, potremmo anche andare a capire se i paletti del mandato di studio in parallelo sono negoziabili o meno. Ma sarebbe un secondo passo. Ricordo anche che se vogliamo i contributi federali del 40% sui 12 milioni d’investimento, entro il 2025 dobbiamo iniziare il cantiere. In caso contrario il Cantone potrebbe decidere di andare avanti per la sua strada, tornando appunto alla variante di base, che tra l’altro incontra più di un favorevole in Da. La morale è che l’ottimale è nemico del bene. Voler per forza cercare la soluzione perfetta rischia di essere quel tipo di boomerang che torna indietro e ti colpisce dritto in testa. Quindi, bisogna stare attenti e andare, se possibile, al sodo, già a partire dalla concessione del credito in Consiglio comunale.

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