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Nodo intermodale, ‘con la variante 1A si va in un vicolo cieco’

Criticità assortite per la soluzione che salva viale Cattori. Il capofila dei contrari già alla soluzione base: ‘Di nuovo nessun coinvolgimento popolare’

Una zona delicata, in cerca di una soluzione che vada bene a tutti
1 marzo 2023
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Anche la variante di tracciato del trasporto pubblico che a Muralto risparmia viale Cattori quale via di transito dei bus diretti in stazione rischia di non poter mettere radici. Lo mette immediatamente in chiaro Gian-Luigi Varini, capofila dell’ampio fronte muraltese che aveva portato (ricorrendo al Consiglio di Stato) all’annullamento dell’approvazione della variante di Pr per il comparto della stazione – condizione pianificatoria essenziale per la realizzazione del nodo intermodale – e anche del credito di quasi 5 milioni per la costruzione grezza della pensilina per i bus. Una conseguenza di quel doppio affossamento era stata la clamorosa ma inevitabile decisione cantonale di congelare il credito per la realizzazione del nodo intermodale in stazione. Claudio Zali voleva prima di tutto trovare una condivisione in Comune.

Gli attori in gioco

Ecco allora che si era formata una Delegazione delle autorità (Comune, Cantone, Ffs, Cit, Fart, Locarno) incaricata di trovare una soluzione alternativa basata sul salvataggio di viale Cattori, arteria in acciottolato di particolare pregio che funge da collegamento fra il lungolago muraltese e piazza Stazione. L’idea originaria prevedeva che su viale Cattori transitassero giornalmente circa 250 autobus in salita. Per l’ampio fronte dei contrari, un’eresia.

Per sondare alternative valide a quella morta in partenza, la Delegazione delle autorità aveva quindi incaricato l’ingegnere del traffico Francesco Allievi, dal cui studio di fattibilità era emersa una variante chiamata 1A. Questa variante prevede in effetti il salvataggio di viale Cattori dal transito degli autobus delle Fart (che continuerebbero a raggiungere la stazione passando dalla strada principale, via Ponte Ramogna), ma anche, fra l’altro, la creazione di 5 stalli per bus nella zona dell’attuale fermata situata davanti all’Avec. La 1A parla anche di una valorizzazione di piazza Stazione, dell’introduzione di un passaggio pedonale e/o un sottopasso (forse dalla stessa Piazza fino al porticato del "complesso Renzetti", oggetto di una domanda di costruzione per l’abbattimento e la ricostruzione di tutto il fronte urbano) e un diverso utilizzo di viale Cattori da parte delle auto, che vi potrebbero salire dal lungolago e ridiscendere dopo aver doppiato all’apice la rotondina di fatto già esistente.

Un credito per affinare lo studio di fattibilità

Su questa ipotesi sono state effettuate delle simulazioni, poi è arrivato un "approfondimento funzionale" da cui emergono alcuni dubbi sollevati da più attori, ma non tali da impedire al Municipio di licenziare una richiesta di credito di 162mila franchi per ancorare la variante 1A alla roccia del "possibile" e affinare lo studio di fattibilità. Si legge infatti nel messaggio che la 1A, secondo il progettista, "presenta alcune criticità rispetto al progetto base, ma non tali da mettere in crisi la mobilità del comparto stazione". L’intenzione del Municipio è quindi quella di far "affinare e completare" lo studio di fattibilità, chiedendo nel contempo al Dt uno studio sull’impatto urbanistico.

La speranza che la direzione presa possa essere quella giusta viene però smorzata da Gian-Luigi Varini: «I punti critici della variante 1A sono diversi e non li sottolineo io come cittadino, ma gli stessi attori chiamati ad esprimersi». In effetti la Divisione dello sviluppo territoriale scrive che "la soluzione alternativa presenta molteplici e significativi svantaggi rispetto alla soluzione base, con problematiche in chiaro contrasto con l’obiettivo di ottenere un’interfaccia/piattaforma di interscambio attrattiva, efficiente e sicura, come pure criticità importanti, con rischi a livello di funzionalità anche dell’asse stradale cantonale". Quindi "l’insistere su ulteriori approfondimenti per una soluzione che non convince rischia di portare ad un ritardo prolungato nella realizzazione che, visto il termine imperativo dell’avvio lavori entro dicembre 2025, comporterebbe la perdita del contributo federale di 5 milioni di franchi". L’invito è abbandonare la 1A e proseguire con la soluzione di base.

Ma la 1A non piace particolarmente neppure alle Ffs (che preferiscono il progetto base), né, per vari motivi, alle Fart, che intravedono "una grande criticità dovuta agli importanti flussi incontrollati di pedoni che attraverseranno l’area d’arrivo, d’assestamento e di partenza degli autobus". Infine, è tiepida la Città e non sprizza ottimismo neppure lo stesso Municipio di Muralto, che continua a preferire il progetto base.

‘Le Ffs vogliono solo far soldi’

La variante per il comparto, ricorda Varini, «è stata elaborata in base ai voleri edificatori delle Ffs, che senza cambio di Pr sono irrealizzabili. Le proprietà che si trovavano sul sedime a monte della stazione erano state espropriate dalle Ffs oltre 60 anni fa per pochi franchi per attività ferroviarie oggi non più necessarie. Ora lo vogliono far diventare un lucroso terreno edificatorio senza rinunciare a nulla. Il trasporto pubblico su gomma e rotaia è un servizio che si deve alla popolazione e il sedime in questione sarebbe perfetto per stalli e manovre dei bus. Stona terribilmente anteporre interessi privati ad una necessità pubblica di valenza regionale, che oltretutto coinvolge solo enti pubblici». E a proposito di coinvolgimento, Gian-Luigi Varini torna a toccare un punto particolarmente dolente: «Dopo aver bloccato tutto il ministro Zali aveva giustamente anteposto una partecipazione popolare seria a qualsiasi decisione. Ci ritroviamo ora con la variante 1A servita sul piatto, ma senza che questo coinvolgimento sia minimamente avvenuto. Così facendo si va irrimediabilmente ad impelagarsi in un vicolo cieco».