Con 72 sì e un’astensione via libera dal parlamento ai crediti per trasporto pubblico e mobilità lenta, nell’attesa del progetto più importante
Sì del parlamento ai crediti per gli interventi PaLoc nonostante la pesante assenza del nodo intermodale di Muralto. Messaggio governativo e conseguente rapporto della Commissione della Gestione relativi ad adeguamento e stanziamento dei crediti per opere contenute nei Piani di agglomerato del Locarnese (PaLoc) di seconda e terza generazione, nonché il contributo per il supporto tecnico svolto nel PaLoc nel periodo 2020-2023 sono stati accolti nella seduta odierna di Gran Consiglio con 72 voti favorevoli, nessun contrario e un solo astenuto.
Un’adesione che sfiora l’unanimità per la realizzazione di ben tredici opere in favore della mobilità nel Locarnese e che mirano allo sviluppo armonico di rete di trasporto pubblico, mobilità dolce e urbanizzazione. Questo, come accennato, sebbene il messaggio in oggetto presentasse un buco clamoroso (e già lo si sapeva): quello riguardante i circa 15 milioni di franchi per la realizzazione del nodo intermodale alla stazione Ffs di Muralto: «La pietra angolare del trasporto pubblico nella regione», per dirla con le parole di Bixio Caprara, relatore del rapporto commissionale nonché portavoce in parlamento del Partito liberale radicale.
Caprara, portando l’adesione del Plr al messaggio, ha tenuto a esternare un paio di osservazioni in merito all’operato del Consiglio di Stato; operato definito «poco elegante», vista la decisione di stralciare il credito per il nodo intermodale per vizi procedurali ravvisati a margine delle decisioni del Consiglio comunale muraltese, e la conseguente necessità di presentare un secondo messaggio (quello accolto oggi). La proposta bis era stata promossa dalla Gestione circa due settimane fa.
Il Comune, lo ricordiamo, aveva incontrato resistenze in merito all’eventuale passaggio dei bus Fart da viale Cattori verso la stazione. Caprara – rivolgendosi a Consiglio di Stato e Dipartimento del territorio – ha auspicato che «le parti trovino la soluzione più adeguata possibile in tempi brevi, con convinzione e decisione, entro il termine vincolante del 2025 per poter usufruire dei sussidi federali».
Il direttore del Dipartimento del territorio e consigliere di Stato Claudio Zali ha dal canto suo affermato che «il Consiglio di Stato non ha assolutamente voluto mancare di rispetto alla Commissione della gestione». Non ha quindi mancato di evidenziare «la frustrazione circa la situazione» di un agglomerato che oltretutto rifiuta l’aggregazione. In merito allo stralcio del nodo intermodale, ha quindi dichiarato che «è stata necessaria una pausa di riflessione, ma assicuro che i sussidi federali non andranno persi e verranno cercate soluzioni il più condivise possibile».
All’intervento del relatore del rapporto commissionale, sono seguiti quelli dei capigruppo che, esprimendo l’adesione di ciascun partito a messaggio e rapporto, in sostanza, non hanno mancato di considerare l’essenzialità del nodo intermodale nella progettazione della mobilità regionale, deplorando soprattutto la sua clamorosa assenza nel messaggio e auspicando che vengano trovate quanto prima soluzioni alla sua realizzazione. «Manca un tassello importante cui sono correlate altre opere – ha redarguito Omar Balli per la Lega –. Bisogna ora trovare soluzioni concertate, facendo astrazione di "beghe e beghette", senza autolesionismo e campanilismi fini a sé stessi». Così anche Fiorenzo Dadò (Ppd) che ha voluto anch’egli sottolineare che è stata «scorporata dal messaggio la misura più importante del trasporto pubblico»; un tassello che «rende qualificante il progetto, strutturandolo», ha aggiunto Carlo Lepori (Ps). Il democentrista Daniele Pinoja ha auspicato «un’azione più efficace del governo». Samantha Bourgoin (Verdi) ha quindi voluto mettere l’accento «sul ruolo sempre più centrale del Piano di agglomerato nello sviluppo territoriale e nella gestione della mobilità».
Va ricordato che a fine dicembre si era incontrata la Delegazione di autorità, che riunisce i rappresentanti dei diversi enti coinvolti dal progetto. Ne erano scaturite quattro soluzioni: "Tirare dritto come previsto dal Mandato di studio in parallelo; procedere senza i contenuti comunali nel terminal bus (copertura e piano interrato); idem, ma trovando un’alternativa al flusso del trasporto pubblico su viale Cattori; oppure ripartire da zero con un nuovo progetto", come scrivevamo lo scorso 14 febbraio.
I crediti decisi oggi serviranno alla realizzazione di diverse opere elaborate nei PaLoc 2 e 3, che mirano al progressivo e decisivo miglioramento del trasporto pubblico e di riflesso della mobilità lenta del Locarnese. Nell’insieme, il messaggio riguarda investimenti per 17,97 milioni di franchi, sopportati dal Cantone nella misura del 47% (8,45 milioni di franchi circa), dai Comuni Cit (22,9%) e dalla Confederazione (22,7%).
Nel contesto del PaLoc2 le opere sono il completamento del percorso ciclopedonale Zandone-Golino; la riqualifica, la messa in sicurezza e la priorizzazione dell’attraversamento del traffico lento tra il Debarcadero e Piazza Grande a Locarno; la formazione della corsia preferenziale per il trasporto pubblico su via Morettina a Locarno; la messa in sicurezza e la riqualifica dell’asse ciclabile Lungolago Motta-via Bramantino-via alla Morettina a Locarno; il completamento dell’itinerario ciclabile tra Tegna e Cavigliano; nonché la messa in sicurezza e la riqualifica di via Varenna a Locarno.
Ecco quindi le opere del PaLoc3 che riguardano gli stalli Bike&Ride presso le principali fermate del trasporto pubblico; il percorso ciclopedonale del Gambarogno (traversa della Pepa-Magadino e segmento Porto Gambarogno); il completamento e la messa in sicurezza della ciclopista Ponte Maggia-centro scolastico sull’argine di sponda destra della Maggia a Losone; il completamento e la messa in sicurezza della rete ciclopedonale nel comparto ex Cartiera a Tenero; la riqualifica multimodale dell’asse urbano principale a Tenero; e la progettazione stradale delle prossime opere previste nell’ambito del PaLoc3 e di cui non sono ancora stati completati i progetti di massima.