Alvad, in 87 scrivono a De Rosa: ‘Prendiamo le distanze’

Malumore generalizzato tra i collaboratori dell’Associazione Locarnese e valli di aiuto domiciliare (Alvad)? Macché... A distanziarsi dalla durissima lettera, firmata da un "gruppo molto folto di collaboratori" e inviata lo scorso 20 settembre al Dipartimento sanità e socialità, diretto dal Consigliere di Stato Raffaele De Rosa, è un altrettanto folto (o forse anche di più) gruppo di collaboratori Alvad: la prima missiva, infatti, non specificava né il numero esatto, né l’identità degli autori.

Allo stesso De Rosa nei giorni scorsi è giunto uno scritto di 87 collaboratori Alvad, che contestano le critiche ai vertici del servizio. Poche righe, ma esplicite: "Intendiamo sottolineare quanto segue: non condividiamo quanto scritto nella lettera del 20 settembre scorso; prendiamo le più totali distanze da tale lettera; esprimiamo delusione nei confronti di chi ha voluto coinvolgere tutto il personale, senza consenso e senza identificarsi nello scritto; riponiamo la massima fiducia nei superiori, nella Direzione e nel Comitato".

Ricordiamo che, partendo dall’elenco di critiche dello scritto del 20 settembre, il deputato dell’Mps Matteo Pronzini aveva inoltrato al governo un’interpellanza; mentre il Municipio di Locarno era stato sollecitato sul tema da un’interrogazione di Gianfranco Cavalli e Francesco Albi del gruppo Sinistra Unita. Il sindacato Vpod, dal canto suo, aveva denunciato l’assenza del Contratto collettivo di lavoro (Ccl) e aveva quindi lanciato un invito al personale Alvad a farsi avanti, convocando per loro una riunione.

Gli 87 collaboratori che ora si manifestano (con nome e cognome in calce al loro testo) chiedono, infine, che "venga fatta chiarezza su come l’Mps abbia avuto accesso alle e-mail personali di alcuni colleghi e a materiale interno confidenziale".