Lo chiede in un’interrogazione inoltrata all’esecutivo di Locarno il gruppo Sinistra Unita (primi firmatari Gianfranco Cavalli e Francesco Albi)
Arrivano le prime reazioni al pesantissimo "j’accuse" presentato nei confronti della Direzione di Alvad, lo Spitex pubblico di Locarnese e Vallemaggia, da un gruppo definito molto folto di collaboratori sotto forma di lettera, inviata al direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffele De Rosa, all’Ispettorato del lavoro e al deputato Mps Matteo Pronzini (quest’ultimo al proposito ha di riflesso preparato un’interrogazione con cui chiede al Consiglio di Stato se abbia già fatto qualcosa, visto che la missiva è datata 20 settembre, e se no perché).
"Apprendiamo dai media (cfr. edizione di sabato della Regione, ndr) che in data 20 settembre 2022 il personale dell’Associazione Locarnese e Valmaggese di Assistenza e cura a Domicilio (Alvad) ha indirizzato una lettera al Consiglio di Stato, e più precisamente al direttore del Dss De Rosa, con copia all’Ispettorato del lavoro, chiedendo provvedimenti immediati per porre riparo a tutta una serie di malfunzionamenti legati tanto alla cattiva gestione del personale da parte dell’attuale direttore quanto a delle presunte violazioni sul piano del rispetto del contratto di lavoro e della tutela del benessere dei dipendenti", si legge in un’interrogazione inoltrata oggi al Municipio di Locarno dal gruppo in Consiglio comunale Sinistra Unita (primi firmatari Gianfranco Cavalli e Francesco Albi).
I "malfunzionamenti" a cui si riferiscono i consiglieri comunali sono tutta una serie di fatti puntuali indicati nella lettera e che tradurrebbero, come indicato nella stessa missiva, "il malumore che da tempo è presente fra tutto il personale e che viene costantemente soffocato dalla Direzione". I punti toccati sono molti e riguardano ad esempio le gratifiche elargite a fine anno dal direttore "con criteri talmente poco chiari da generare sia rabbia che sconforto nel personale", ma anche il dover utilizzare il tempo privato per leggere le cartelle e aggiornarsi al rientro da congedo, vacanza o libero. O ancora le ore di riposo non rispettate nei frequentissimi turni "spezzati", la mancata valorizzazione e addirittura l’umiliazione del personale. Per finire con le troppe distinzioni, a livello infermieristico, tra il personale curante e il gruppo psichiatrico. In generale, una mancata tutela del personale, apprendisti compresi.
"Il quadro riportato dai giornali – prosegue l’interrogazione locarnese – sembra dipingere una situazione di malessere generale abbastanza diffusa. L’intera Direzione, ma soprattutto il comitato in quanto organo direttivo, è per statuto responsabile del funzionamento generale dell’Associazione. Ci risulta dunque strano che il Municipio di Locarno, rappresentato direttamente in questo consesso dall’on. Giuseppe Cotti, fosse totalmente all’oscuro della situazione. Alla luce di queste considerazioni, chiediamo: il Municipio ha mai avuto, ora o in passato, avvisaglie del malessere in cui versa il personale Alvad? Se sì, come ha reagito in seno al comitato? Essendo emerse chiare lacune sul piano dell’assegnazione delle gratifiche, delle assunzioni e, più in generale, della gestione dei turni e del tempo libero, non crede il Municipio che sia il caso di intervenire elaborando con il personale delle regole interne chiare e un mansionario completo che includa doveri e diritti del personale assunto? Su quali principi si basano le gratifiche assegnate? Inoltre, questa situazione si è potuta verificare proprio perché Alvad non sottostà al Contratto di lavoro per il personale occupato presso i Servizi di assistenza e cura a domicilio Sacd d’interesse pubblico (Cosacd), non crede il Municipio che sia il caso di intraprendere al più presto la procedura necessaria per l’adesione di Alvad al contratto collettivo di lavoro di settore? A corto termine, come prevede d’intervenire il Municipio nei confronti del direttore? È già stato convocato in colloquio? Si è pensato di convocare un’Assemblea del personale per raccogliere le loro posizioni? Si è previsto di convocare un’Assemblea dei delegati per intraprendere da subito dei provvedimenti a tutela del personale? Vista l’importanza del servizio e lo sfregio che rappresenta questo malfunzionamento per l’immagine dell’intera Alvad, il Municipio non ritiene coerente convocare una Conferenza Stampa sul tema onde illustrare i provvedimenti che intende intraprendere per salvaguardare il personale e la qualità del servizio? Quali meccanismi ha in mano il Municipio che servano da controllo e garanzia della qualità del lavoro e del servizio offerto non solo dall’Alvad, ma più in generale in tutti i servizi garantiti direttamente o indirettamente dal Comune di Locarno? Non ritiene il Municipio che una gestione pubblica, ad esempio tramite la formazione di un ente autonomo di diritto pubblico, potrebbe offrire una maggiore tutela sia dei lavoratori che dei pazienti? A breve termine, onde evitare il ripetersi di tali situazioni, non crede il Municipio che possa essere utile inserire una rappresentanza del personale all’interno del Comitato di gestione dell’Avad? Visto che il servizio di cura e assistenza a domicilio riveste un sempre più importante ruolo nella presa a carico delle persone anziane, qual è la strategia della Città relativamente ai servizi per la terza età e alle case per anziani? Esiste una pianificazione concordata con il Cantone? Come si inserisce Alvad in questa strategia? Il Municipio intende sollecitare a sua volta l’Ispettorato del lavoro affinché effettui delle verifiche esterne che facciano chiarezza su tutta questa situazione?