Partendo da una durissima lettera di un “gruppo molto folto di collaboratori” al Dss, il deputato Mps Matteo Pronzini chiede lumi al governo
Un pesantissimo "j’accuse" nei confronti della Direzione di Alvad, lo Spitex pubblico di Locarnese e Vallemaggia, è stato inviato sotto forma di lettera da quello che si definisce "un gruppo molto folto di collaboratori". La missiva è indirizzata al direttore del Dss De Rosa, all’Ispettorato del lavoro e al deputato Mps Matteo Pronzini. Quest’ultimo ha di riflesso preparato una laconica interrogazione con cui chiede al Consiglio di Stato se abbia già fatto qualcosa (la lettera è datata 20 settembre) e se no perché.
Lo scritto è uno stillicidio di lamentele; fatti puntuali che tradurrebbero "il malumore che da tempo è presente fra tutto il personale e che viene costantemente soffocato dalla Direzione". Tutte le figure sociosanitarie, si legge, "lamentano condizioni di lavoro pessime, aggravate da una sfiducia verso la Direzione e verso il comitato, che appare unicamente interessato al profitto e non al benessere del personale".
I punti toccati sono molti, alcuni dei quali decisamente pesanti. Il primo riguarda le gratifiche, elargite a fine anno dal Direttore "con criteri talmente poco chiari da generare sia rabbia che sconforto nel personale, perché vi sono divari di oltre 1’000 franchi tra collaboratori, indipendentemente dalla loro formazione". Inoltre, "la Direzione impone che quando si rientra da un congedo, vacanza o libero, il tempo di lettura delle cartelle per aggiornarsi dev’essere il nostro privato; quindi se vogliamo lavorare bene e iniziare il nostro turno, siamo obbligati a farlo nel nostro tempo libero (come se non lavorassimo già abbastanza)". Altre accuse sono legate al fatto che "non sempre vengono rispettate le 11 ore di riposo, nei frequentissimi turni spezzati" e che "il personale non viene mai valorizzato, salvo alcuni ‘raccomandati’ dalla Direzione; anzi, si tende a schiacciare chi prova a lamentarsi di qualcosa, umiliandolo".
Proseguendo, una constatazione è che "vengono fatte troppe distinzioni tra il personale curante e il gruppo psichiatrico, a livello infermieristico; malgrado il contratto preveda che tutto il personale debba fare notti di guardia, sembra che l’équipe psichiatrica ne sia esonerata, mettendo in difficoltà chi resta e deve sopperire a questi turni che già sono molto pesanti (per non parlare del fatto che spesso le telefonate nella reperibilità notturna sono proprio da pazienti psichiatrici)".
Un altro argomento utilizzato dal gruppo di collaboratori è quello riguardante una presunta mancata tutela del personale, che "è costantemente vessato da alcuni pazienti problematici, che costantemente se la prendono con i vari collaboratori per i ritardi (causati dalla pianificazione fatta in modo imbarazzante), arrivando talvolta alle mani". Ci sarebbero poi chilometri "tolti" dalle trasferte o dai tabulati di lavoro, con relative decurtazioni dei rimborsi "con scuse che hanno dell’incredibile". Ce n’è poi anche per la gestione degli apprendisti, i quali pure non verrebbero tutelati a sufficienza poiché "spesso vengono mandati a svolgere compiti di assistenza (economie domestiche) anche in momenti in cui avrebbero più interesse nel seguire le richieste scolastiche"; apprendisti che, inoltre, "vengono maltrattati da alcuni pazienti, che non ne rispettano minimamente il valore e nemmeno capiscono la pressione che subiscono giornalmente".
A proposito di favoritismi, "quando una collaboratrice sta scomoda alla Direzione, subisce vessazioni dalla Direzione sanitaria, che inizia un percorso di maltrattamento subdolo, portando la persona all’esaurimento". Al momento, viene constatato, "sono stati imposti (non proposti) confronti con uno psichiatra (che chiaramente poi riporta alla Direzione) prima solo per gli infermieri e poi per gli operatori sociosanitari. Questi hanno poco senso, se non far capire come le cose non stiano funzionando e che ovviamente la Direzione non sia in grado di gestire il malcontento".
Lo stesso Pronzini ha presentato un’interpellanza sul tema del finanziamento pubblico che lo Stato può riconoscere unicamente ai Servizi di aiuto domiciliare che sottoscrivono un Contratto collettivo di lavoro, o in alternativa se ci sia una dichiarazione della Commissione paritetica secondo cui lo Spitex ne rispetti le condizioni. Nel caso dell’Alvad il Ccl non è stato sottoscritto, nota Pronzini, e questo contrariamente a quanto affermato dal Consiglio di Stato ma smentito dalla Commissione paritetica.
Raggiunto per una replica sui contenuti della lettera, il Direttore Gabriele Balestra premette di «non avere ricevuto nulla, e me ne dispiaccio». Informato delle accuse mossegli, Balestra dice di sentirsi «sinceramente sorpreso. Per ora posso solo dire che prenderemo atto con la massima attenzione di tutte le critiche unitamente al presidente (Stefano Gilardi, ndr) e al comitato».