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Se l'indennità di novembre ti arriva a gennaio

Lavoratori indipendenti messi in ginocchio dal Covid-19: ‘I fondi promessi faticano ad arrivare’. Una testimonianza dal Locarnese

Crescono le difficoltà (Ti-Press)
16 dicembre 2020
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Piccole imprese, talvolta piccolissime, strette nella morsa dei tanti problemi causati dalla pandemia di Covid-19. Sono in tanti, soprattutto indipendenti, che in Ticino stanno arrancando, alle prese con le difficoltà nell'esercitare la propria professione a causa delle restrizioni imposte dall'alto e le bollette da pagare. Arrivare alla fine del mese è un percorso a ostacoli.
Fra di loro c'è anche Mischa, indipendente nel settore della gastronomia, che abbiamo incontrato a Locarno: «Da cinque anni gestisco un piccolo food truck. Lavoro principalmente quando ci sono eventi musicali, fiere e grandi manifestazioni, in giro per tutta la Svizzera. Con uno o due festival al mese riuscivo a portare a casa il mio stipendio e quello per il personale».
Poi, a fine febbraio 2020 scoppia la pandemia e le autorità iniziano a cancellare le manifestazioni. I primi a soccombere sono Carnevali e partite di hockey, che si svolgono senza pubblico. Due giorni dopo, il 28 febbraio, il Consiglio Federale vieta gli eventi con più di mille partecipanti. A metà marzo la nazione si ferma per il confinamento. «È stata un’escalation. All'improvviso mi sono ritrovato senza poter lavorare. Così, quando ho saputo che Berna aveva deciso di stanziare delle indennità per perdita di guadagno (Ipg) per i lavoratori indipendenti, ho fatto richiesta», spiega l'intervistato. E aggiunge: «Qualche giorno dopo ho ricevuto il sussidio e così è stato fino a settembre. L'Ipg mi veniva versata ogni mese. Poco, ma abbastanza per tirare avanti».

La sospensione del 16 settembre

Il 16 settembre però le prestazioni vengono sospese e Mischa – così come tanti altri – scivola nell’incertezza. Saranno ripristinate due mesi dopo, il 5 novembre. Ma la formula cambia: per i lavoratori indipendenti, infatti, le indennità possono essere riconosciute solo se la persona ha subìto, nel singolo mese per il quale fa richiesta, una perdita di guadagno di almeno il 55 per cento rispetto alla sua cifra d'affari media del periodo 2015-2019. Di più: il reddito 2019 soggetto all’Avs dev'essere stato almeno di 10mila franchi.

In ogni caso, per settembre e ottobre la richiesta poteva essere inoltrata solo dopo il 5 novembre. «Io per quei due mesi mi sono arrangiato come potevo. Impossibile ricominciare l'attività, visto che nel settore delle manifestazioni si è sempre rimasti fermi. Quando a novembre ho fatto la seconda richiesta sono iniziati i problemi. Non c'è stata comunicazione, nonostante il servizio sia stato ripreso: mancavano i formulari e, a oggi, che siamo a inizio dicembre, non ho ancora visto nulla. Ho telefonato diverse volte per sollecitare e da parte degli uffici competenti ho ricevuto rassicurazioni. Però a ogni occasione la data del versamento viene spostata. Ora dicono che i soldi arriveranno a metà dicembre, ma le fatture di settembre, ottobre e novembre come le pago?».


La domanda di Mischa è condivisa da tanti altri, che versano nella sua stessa condizione. Sui social – ad esempio sulla pagina Facebook “Lavoratori indipendenti e piccole imprese in Ticino” –, sono centinaia le persone che denunciano ritardi e poca chiarezza nelle comunicazioni. La rabbia, l’insofferenza e la sfiducia nell'autorità non fanno che aumentare di giorno in giorno, sono tangibili e si manifestano tramite decine e decine di commenti. «Nessuno, tuttavia, vuole denunciare questo andazzo al di fuori dei social, per paura di metterci la faccia – conclude il nostro interlocutore –. Conosco diverse persone, con figli a carico e magari con l’ipoteca da pagare, che hanno l'acqua alla gola. Il mio appello è soprattutto per loro. Io, come già detto, sono riuscito ad arrangiarmi, attingendo ai guadagni che avevo messo da parte». 

La risposta: “Timing giustificato dai tempi tecnici”

Abbiamo sottoposto la questione al direttore dell'Istituto delle assicurazioni sociali (Ias), Sergio Montorfani: «Non c'è stato alcun ritardo da parte delle competenti autorità federali. Il timing è giustificato dai tempi tecnici necessari al Consiglio federale per adeguare l'Ordinanza Covid-19 perdita di guadagno e all'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas) per aggiornare la Circolare sull’indennità in caso di provvedimenti per combattere il coronavirus (Cic) e per l'Indennità di perdita di guadagno per il coronavirus. Nel frattempo, l'Ufas ha ulteriormente adeguato la Cic».

Non sembrano quindi esserci stati ritardi, però resta il fatto che, chi ha fatto richiesta nei primi di novembre, (subito dopo l'uscita del nuovo formulario) non ha ancora percepito nulla. «Bisogna premettere che la competenza di pronunciarsi sul diritto all'Ipg Corona è della Cassa cantonale di compensazione Avs e delle Casse professionali di compensazione Avs, che in Ticino sono circa un'ottantina. Possiamo quindi rispondere alla domanda solo per quanto concerne l'attività della Cassa cantonale. Nei casi in cui il formulario è arrivato debitamente compilato e con la documentazione richiesta, le indennità sono già state pagate. Negli altri casi, invece, che sono purtroppo la maggioranza, si sono dovuti inviare dei solleciti: queste richieste potranno quindi essere evase solo quando l'indipendente avrà trasmesso quanto necessario», prosegue Montorfani.

Come già anticipato, il nuovo formulario permette di richiedere l’Ipg di settembre e ottobre in maniera retroattiva a novembre. Questi sussidi però arriveranno solo a metà dicembre. Sarà così anche per i mesi a venire? 

«Come detto, l'indipendente deve fare richiesta dell'Ipg Corona ogni mese; visto che deve attestare la perdita di guadagno di quel mese, può chiedere l'indennità solo nei primi giorni del mese seguente, cioè una volta che ha potuto mettere a confronto la cifra d'affari con la media 2015-2019. Per le richieste di settembre/ottobre arrivate complete nel corso del mese di novembre, le indennità sono state pagate; negli altri casi, il pagamento potrà essere fatto solo una volta che l'indipendente avrà fornito le informazioni e i documenti necessari. Seguendo la medesima logica, le indennità di novembre, che dovranno essere richieste nel corso del mese di dicembre, potranno essere pagate al più presto a inizio gennaio 2021».

Una logica che non fa una grinza, ma che si scontra con le realtà delle piccole imprese indipendenti: l'affitto, le spese per l'acquisto della merce, le assicurazioni, gli stipendi e qualche soldino come “argent de poche”. Mischa, alla fine, è sommerso dalle cifre in rosso. «Per il momento ho congelato la mia attività di food track perché non regge. Tuttavia non voglio starmene con le mani in mano, facendomi mantenere dallo Stato. Mi pesa. Per questo vorrei aprire una piccola pizzeria e tornare a fare quello che mi piace, con dignità. Alla fine, più che i soldi, è proprio quella che ci viene a mancare».