In una lettera al Consiglio d'amministrazione (con copia al vescovo) auspicata una 'gestione moderna' e 'maggior rispetto delle competenze professionali'
Una “gestione moderna ed equa basata su una maggiore condivisione e un maggior rispetto delle competenze professionali”. È l’auspicio per il futuro emerso da una recente assemblea del personale della casa per anziani Cinque Fonti di San Nazzaro, organizzata dai sindacati Vpod e Ocst.
L’obiettivo era sentire il polso della manodopera dopo il controverso allontanamento del direttore (tre mesi dopo la sua assunzione, e non per demeriti, ma per una improvvisa e impellente necessità di riorganizzare la strategia gestionale interna), la conseguente partenza di un’altra figura centrale (la contabile) e le dimissioni polemiche dal Consiglio di amministrazione del rappresentante del Cantone Maurizio Sargenti. Rappresentante che i due superstiti nel Consiglio di amministrazione (Cda) dell’istituto vorrebbero ora sostituire con Tiziano Ponti, sindaco uscente di Gambarogno.
Destinatario della missiva è in primo luogo lo stesso Cda, ma in copia sono stati messi il vescovo Valerio Lazzeri (visto che la Curia è autorità di nomina), l’Ufficio anziani del Dipartimento sanità e socialità e la commissione paritetica cantonale del contratto collettivo di lavoro per il personale delle case anziani (Ccl cui la Cinque Fonti non ha ancora aderito). La richiesta è quella di “discutere la situazione e organizzare assieme un’assemblea del personale”, cui dovrebbero partecipare sia i rappresentanti sindacali, sia quelli della commissione paritetica.
Lo scritto si interseca con uno precedente, inviato dal fronte sindacale personalmente al vescovo Lazzeri, la cui sofferta posizione nel merito era stata ben testimoniata da una lettera che la Curia aveva scritto esattamente un mese fa al Consiglio di amministrazione della casa per anziani.
Il vicario generale mons. Nicola Zanini e il cancellerie Andrea Cavallini erano stati informati delle dimissioni di Sargenti ed esprimevano “sorpresa e sincera preoccupazione per la situazione di tensione che parrebbe essersi venuta a creare di recente in seno a codesto Consiglio (il Cda, ndr.) e alla Direzione della struttura”. Situazione alla quale l’informativa giunta in Curia da San Nazzaro non faceva “alcun riferimento”, tant’è vero che il vescovo aveva dovuto leggerne sui media (oltre che in una lettera del legale del direttore licenziato). “Tutto ciò suscita importanti interrogativi e dubbi sulla effettiva efficacia dell’attuale organizzazione della Fondazione Ricovero Cinque Fonti”.
Si avvertiva poi che ogni ulteriore passo nei riguardi della Fondazione avrebbe dovuto avvenire in concertazione con il Cantone “affinché possa essere garantito, nel modo migliore, l’interesse della fondazione medesima, del personale e, soprattutto, degli ospiti della casa per anziani”. Era altresì “da escludere che si possa procedere a nomine sostitutive senza un’approfondita riflessione sulla futura organizzazione della Fondazione e dei suoi organi”. Da lì il “modello Alvad” e il nome di Ponti poi proposto dal Cda al Dss. Proposte attualmente al vaglio del Cantone da ormai alcune settimane.