Locarnese

Lupo, 'la politica faccia una scelta'

Parla la proprietaria delle 5 pecore sbranate a Gordola Preoccupazione da parte dell'Associazione per un territorio senza grandi predatori

19 novembre 2018
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Il lupo torna ad uccidere in Ticino. Più precisamente sul Piano di Magadino, sul fondavolle della sponda destra del Ticino tra Gordola e Riazzino. Come riferito dalla Rsi, una decina di pecore, alcune delle quali gravide, sono state trovate sgozzate a causa di due attacchi, uno avvenuto tra la notte tra sabato e domenica e l'altro quella successiva. Per gli allevatori non ci sono dubbi: i morsi sono quelli del lupo.

I risultati delle analisi che verranno effettuate sugli animali prelevati dai guardiacaccia saranno resi noti nel giro di alcune settimane.

Barbara Gianettoni, titolare a Gordola dell’omonima azienda agricola bio, la più antica del Ticino, racconta la sua esperienza. «Il pascolo è alle Bolle di Magadino – spiega – e stamattina una donna mi ha segnalato che sul terreno che dà verso l’aeroporto una pecora giaceva morta impigliata alla recinzione. Quando mi sono avvicinata mi sono accorta che non era morta: faceva soltanto finta. E già questo è un aspetto veramente curioso. Infatti quando l’ho districata se n’è tornata tranquillamente al pascolo». Non è successo lo stesso alle 5 pecore che invece nella notte erano state effettivamente sbranate dal lupo: tutte erano gravide e tutte, salvo una, ancora giovani. «Possiamo affermare che è stato il lupo per il morso classico alla gola dei poveri animali. Le analisi che confermeranno la “colpa” giungeranno comunque non prima di qualche settimana». Il gregge si ritrova così decimato: all’azienda Gianettoni rimangono 9 ovini.

La proprietaria ha fatto parte del gruppo grandi predatori del Cantone, quindi sa di cosa parla quando constata «l’impossibilità, da adesso, di lasciar fuori le pecore. Qualsiasi strumento di protezione efficace richiederebbe infatti una spesa esagerata». Quanto alla presenza del lupo, «peccato – prosegue Gianettoni – perché l’agricoltura di bestiame minuto crea tantissima biodiversità, mentre il lupo è un lusso che vogliamo permetterci. Molti sono i progetti in ballo e diversi anche costosi e discutibili. Si tratta, come settore politico, di fare una precisa scelta di campo».

L'Associazione per un territorio senza grandi predatori: 'Nessun animale al pascolo nel Cantone può ritenersi al sicuro'

Non si è fatta attendere la presa di posizione dell'Associazione per un territorio senza grandi predatori. Tramite un comunicato stampa, ha infatti espresso la propria preoccupazione, associando le predazioni al branco di lupi avvistato in Valle Morobbia. “Si sapeva che quel branco – si legge nella nota – per noi allevatori era come una bomba a orologeria, che negli scorsi giorni è purtroppo scoppiata”. “Secondo i dati dell’Ufficio caccia e pesca – scrive ancora l'Associazione – nell’estate 2018 il branco era composto da ben 6 adulti e da 2 cuccioli. Si sapeva anche che la morte della lupa alfa in settembre avrebbe potuto portare alla dispersione del branco o almeno alla partenza di qualche capo”. “Occorre aggiungere – si legge ancora nel comunicato – che se finora il problema sembra circoscritto al Piano di Magadino, nello spazio di una notte potrebbe interessare zone a decine di chilometri di distanza: è stato infatti accertato che un lupo in una notte può percorrere anche 30 - 40 chilometri”.

“Considerato che non sappiamo quanti lupi sono sopravvissuti al virus del cimurro che aveva colpito la lupa trovata morta, quanti ne sono rimasti in Val Morobbia e quanti sono partiti o partiranno alla ricerca di nuovi territori di caccia, nessun animale al pascolo nel nostro Cantone può ritenersi quindi al sicuro”.

Un altro aspetto che desta grande preoccupazione, “è il fatto che un lupo non si ferma nemmeno di fronte alle recinzioni elettrificate posate a regola d’arte, anche se vicino ad abitazioni o a stalle: era successo nel gennaio 2017 in Leventina e in Mesolcina. Si è ripetuto le scorse notti sul Piano di Magadino senza che si potesse fare qualcosa per contrastare il predatore”. Infatti, come scritto nel comunicato, “il lupo (o i lupi) sono entrati in due pascoli ben recintati (con i fili elettrici a piena potenza e perfettamente funzionanti), non lontano da strade e abitazioni”. 

“Per tutti gli allevatori ticinesi di bestiame minuto, purtroppo, ci attendono mesi che potrebbero essere di grandi difficoltà sia dal punto di vista emotivo sia nella gestione delle rispettive aziende. Cosa bisogna fare per fronteggiare la problematica se neanche l’elettrico e le recinzioni fermano più questi predatori? Stiamo lentamente raggiungendo la situazione di nazioni vicine (Italia e Francia in primis) dove la problematica grandi predatori è ormai chiaramente fuori controllo?”. 

A questo proposito l'Associazione ricorda l’evento di sabato 30 novembre alle 19.30 presso la sede di Banca dello Stato di Bellinzona.